Italiani poco informati sulla salute: Internet preferito ai medici


AIOM: “Sono scesi al 62,5% dal 70,9% del 2014” . Società scientifica a confronto con esperti internazionali

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Spesso molti pazienti incappano in bufale sul web

REGGIO EMILIA – Diminuiscono gli italiani che ritengono di essere informati sui temi della salute. Nel 2014 erano pari al 70,9%, nel 2016 sono calati al 62,5% secondo un’indagine Censis-Agenas) Dall’altro lato aumentano coloro che sostengono di essere poco o per nulla informati su questi temi (dal 29,1% al 37,5%).

E cresce il ruolo di Internet come fonte di notizie: quasi due terzi degli italiani lo utilizzano e il 32,3% usa la Rete abitualmente per questioni relative alla salute e alle malattie. Il web ha un peso rilevante, anche se inferiore, fra coloro che si sono rivolti al Servizio Sanitario Nazionale (per sé o per una persona vicina) per problemi oncologici: nel 2016 il 15,9% ha consultato portali specializzati su temi di salute o scientifici e il 9,2% ha visitato siti istituzionali (le fonti principali restano l’oncologo a cui si è rivolto il 54,1% e il medico di famiglia con il 48,2%). Terapie, screening, prevenzione e stili di vita sono le informazioni più ricercate.

Con questo quadro di fondo, le nuove vie della comunicazione in oncologia sono al centro del III° Corso nazionale per giornalisti medico-scientifici organizzato dall’AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica). Il corso si svolge domani, 30 giugno e l’1 luglio presso l’IRCCS – Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia (Auditorium CORE) e ha il patrocinio dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna, della Fondazione Ordine Giornalisti dell’Emilia Romagna e dell’IRCCS-Arcispedale S. Maria Nuova di Reggio Emilia.

“L’accesso a una grandissima quantità di informazioni, soprattutto acquisite online da fonti incerte e non sempre verificate, ha inevitabilmente incrementato i dubbi e le incertezze sui temi della salute” spiega il prof. Carmine Pinto, presidente nazionale AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e direttore dell’Unità Operativa di Oncologia dell’IRCCS-Arcispedale S. Maria Nuova di Reggio Emilia.

“Per questo sono diminuiti i cittadini che ritengono di essere informati: in un certo senso hanno acquisito una percezione più realistica del loro bagaglio di conoscenze sulla salute. È importante che i giornalisti e i clinici difendano i cittadini dalle ‘bufale’ che talvolta circolano nei media, serve un’alleanza fra le due professioni che parta dalla capacità di individuare fonti certificate” aggiunge Pinto.

“Oggi si può guarire dal cancro, le terapie sono rispettose della qualità di vita. Ed è responsabilità dei giornalisti, non solo dei clinici, far conoscere ai cittadini ciò che la scienza ha ormai conquistato. Nel nostro Paese il 63% delle donne e il 54% degli uomini colpiti dal cancro sconfiggono la malattia: per questo non si può più parlare di male incurabile” prosegue il presidente AIOM.

Una delle sessioni del corso è dedicata proprio alla lotta ai tumori nei social media. “I cittadini possono attingere informazioni direttamente da fonti certificate quando si tratta di profili ufficiali e i clinici trovano in questo scambio un confronto continuo, soprattutto se il social network consente un alto livello di interazione” sottolinea il prof. Pinto.

Le nuove tecnologie possono diventare preziose alleate anche dei malati, come evidenziato da alcuni studi presentati al 53° Congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO), il più importante appuntamento mondiale di oncologia che si è svolto recentemente a Chicago. “Uno studio – continua Pinto – ha mostrato i risultati di un innovativo sistema basato sul web (Symptom Tracking and Reporting, STAR) che consente ai pazienti di segnalare i sintomi legati alla malattia e alla chemioterapia in tempo reale, attivando un allarme via mail ai medici in caso di necessità. Questo sistema ha aiutato i pazienti a vivere più a lungo, con una sopravvivenza maggiore di ben 5 mesi rispetto a coloro che non lo utilizzavano”.