Vaccini e reazioni avverse: Aifa pubblica il Rapporto 2014-2015


Il Direttore Generale dell’Agenzia del farmaco, Melazzini: “Nessuna correlazione tra vaccini e morti”

vaccini vaccinazione obbligatoria esavalente salute
Atteso un aumento delle vaccinazioni con il piano nazionale

ROMA – Dopo le polemiche seguite alla diffusione dei dati sulle reazioni avverse ai vaccini da parte del Codacons, l’Agenzia italiana del farmaco pubblica il Rapporto sorveglianza post-marketing dei vaccini per gli anni 2014 e 2015. Il Rapporto è disponibile a questo link.

Aifa riempie dunque il vuoto (l’ultima pubblicazione, del 2015, conteneva i dati relativi al 2013) che aveva insospettito l’associazione dei consumatori, che contesta duramente l’obbligatorietà per frequentare la scuola introdotta dal Governo.

“L’obiettivo principale della pubblicazione, giunta alla quinta edizione, è di informare in maniera corretta e trasparente sui vaccini, una risorsa preziosa per la salute pubblica, la cui efficacia è attestata dalle evidenze scientifiche. Le vaccinazioni nel corso del tempo hanno contribuito in maniera inequivocabile alla notevole riduzione della morbosità e della mortalità, soprattutto in età infantile, e alla riduzione della diffusione (fino all’eradicazione, come nel caso del vaiolo) di malattie infettive trasmissibili potenzialmente letali o invalidanti, con conseguente marcata riduzione dei costi umani, economici e sociali” spiega Aifa.

Il Rapporto fornisce una fotografia dello status delle segnalazioni relative alla sicurezza dei diversi tipi di vaccini nel periodo preso in esame.

Nella prima parte sono riportate le elaborazioni effettuate sulle segnalazioni spontanee dei sospetti eventi avversi che seguono l’immunizzazione registrati nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza. È bene ricordare che si tratta, per l’appunto di un “sospetto” di reazione avversa, basato esclusivamente sulla coincidenza temporale fra gli eventi e non si ha la certezza di una relazione causale tra prodotto somministrato (vaccino) e reazione” sottolinea l’Agenzia.

L’analisi volta ad accertare l’esistenza di una possibile relazione causa-effetto è un’attività quotidiana continua svolta dall’Area Sorveglianza Post-Marketing dell’Aifa in collaborazione con i Centri Regionali di Farmacovigilanza e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS).

Nella seconda parte sono descritti i principali eventi regolatori che hanno riguardato i vaccini, ovvero gli approfondimenti e le azioni intraprese a livello regionale, nazionale ed europeo nel biennio in esame nell’ambito della sorveglianza post-marketing.

Il Rapporto si conclude con approfondimenti dedicati alle malattie prevenibili da vaccino in relazione all’andamento delle coperture, con la descrizione dei progetti di farmacovigilanza attiva coordinati dall’AIFA e di altre iniziative sul tema.

Il Direttore Generale di Aifa, Mario Melazzini, interviene anche sul presunto legame tra vaccini e cinque decessi nel triennio 2014-2016.

Nessuna correlazione tra morti e vaccini e le segnalazioni di reazioni avverse sono aumentate solo perché la Farmacovigilanza messa in rete da AIFA, Regioni, Istituto Superiore di Sanità e Ministero della Salute funziona sempre meglio e prende in esame anche gli episodi apparentemente meno rilevanti, per studiarli con attenzione e approfondire. Con il solo obiettivo di tutelare il cittadino” afferma Melazzini.

“Il Rapporto è uno strumento utile per gli operatori ma anche per stoppare le notizie false, che rischiano di mettere in crisi la più efficace tra le armi di prevenzione. Abbiamo reso evidente ogni dettaglio, in modo che chi vuole, se in buona fede, può facilmente verificare che le reazioni avverse sono ascrivibili, di fatto, a coincidenze meramente temporali” prosegue.

“Scendendo nel dettaglio, nel biennio di riferimento, il Rapporto registra due decessi di bambini nel 2014 e tre nel 2015, ma in nessuno di questi casi è stata rilevata una correlazione tra il vaccino e la morte, attribuibile ad altra causa. Gli altri casi di decessi, registrati tra la popolazione in età avanzata, riguardano persone di età media di 83 anni, già affette da altre gravi patologie. Nessuna delle segnalazioni prese in esame ha generato allarmi di sicurezza. La raccomandazione che mi sento di fare è che il Rapporto venga letto senza pregiudizio, e soprattutto con il dovuto livello di conoscenza della materia e approfondimento” conclude Melazzini.