Choc a Roma: manichini con la maglia giallorossa appesi vicino al Colosseo


Sulla passerella anche uno striscione con minacce: inquirenti al lavoro per risalire agli autori del gesto

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Gli autori del gesto sono stati filmati da diverse persone che hanno poi condiviso i filmati sui social (foto Twitter)

ROMA – Il derby di domenica scorsa e la netta vittoria della Lazio ai danni della Roma continuano ad alimentare tensioni nella Capitale, che si è risvegliata sotto choc.

Nella notte alcuni manichini con le maglie di tre giocatori della Roma (De Rossi, Salah e Nainggolan) sono stati appesi su una passerella nei pressi del Colosseo. Sopra ai manichini, uno striscione con la scritta: “Un consiglio, senza offesa…dormite con la luce accesa!”.

Gli inquirenti sono al lavoro per risalire agli autori del gesto, che sono stati filmati da diverse persone proprio nel momento in cui stavano piazzando i manichini. Sui social i tifosi della Lazio hanno rivendicato il gesto a suon di hashtag #lincubocontinua. Inoltre, a rafforzare questa tesi, ci sarebbe anche un adesivo degli “Irriducibili”, gruppo della curva laziale, lasciato sulla passerella.

Dai due club per ora non è arrivato alcun commento, ma intanto i giocatori della Roma, che domenica sera sarà di scena a San Siro contro il Milan, sono rimasti scioccati.

Sulla vicenda è intervenuto anche il Codacons, che parla di “un episodio gravissimo che dimostra ancora una volta l’emergenza tifo nella Capitale”.

“La città non merita questi delinquenti” spiega il presidente Carlo Rienzi. “I manichini impiccati non sono una bravata ma una grave intimidazione che rovina l’immagine di Roma agli occhi del mondo” aggiunge.

“Chiediamo tolleranza zero verso i violenti che nella notte hanno appeso i manichini in segno di minaccia, e una punizione esemplare che faccia capire come simili episodi a Roma non siano tollerabili” prosegue Rienzi.

L’associazione dei consumatori ha anche chiesto al Prefetto, Paola Basilone, di disporre di giocare le prossime partite di campionato all’Olimpico a porte chiuse, impedendo l’accesso dei tifosi come risposta delle istituzioni a “violenza e minacce inaudite”.