I vaccini funzionano: al via la Settimana mondiale delle vaccinazioni


Fino al 30 Aprile la campagna di sensibilizzazione promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità

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Una settimana per promuovere l’importanza dei vaccini

ROMA – Assume un’importanza ancora maggiore, viste le recenti polemiche nel nostro Paese, la Settimana mondiale delle vaccinazioni che parte oggi in tutto il mondo. Fino al 30 Aprile, con lo slogan “I vaccini? funzionano! Proteggono la salute in ogni fase della vita”, la World Immunization Week (WIW), che in Europa prende il nome di European Immunization Week (EIW), mira a sensibilizzare la popolazione e i decisori sull’importanza delle vaccinazioni in tutte le fasi della vita.

L’evidenza dei dati sulle vaccinazioni

La vaccinazione protegge da malattie gravi e rappresenta uno degli interventi più efficaci e sicuri in sanità pubblica. Grazie alle vaccinazioni, l’incidenza di molte gravi malattie nel mondo è drasticamente diminuita e sono stati evitati miliardi di complicanze e decessi.

“Questa diminuzione è andata di pari passo con l’aumento generale delle coperture vaccinali tra la popolazione ma se non vengono mantenute coperture ottimali, alcune malattie eliminate o diventate rare (come la polio o la difterite) potrebbero rapidamente riapparire, perché gli agenti infettivi che le causano continuano a circolare in altre parti del mondo” spiega il ministero della Salute.

Oltre alla riduzione della mortalità e della morbilità correlate alle malattie infettive evitate, l’efficacia della vaccinazione è evidente anche in termini di riduzione della spesa sanitaria.

Un confronto tra media annuale dei casi in epoca pre e post vaccinale permette di osservare la riduzione (in percentuale) dei casi di malattie prevenibili da vaccino che si è registrata in Italia nel corso del tempo. Dai dati emerge chiaramente che grazie alla diffusione delle vaccinazioni si è registrato un importante calo del numero dei casi per tutte le malattie elencate (da un minimo di una riduzione dell’86% per l’epatite B a un massimo del 100% per polio e difterite).

Gli esempi in Italia: dalla poliomielite alla pertosse

In Italia, prima dell’avvio della vaccinazione di massa per la poliomielite avvenuta nel 1964, ogni anno venivano segnalati oltre 1000 casi di poliomielite paralitica, con un picco di 8300 casi nel 1958. A partire dalla metà degli anni Sessanta, l’incidenza della malattia si è drasticamente ridotta e l’ultimo caso di poliomielite paralitica acquisita in Italia si è verificato nel 1983.

Difterite

Prima della vaccinazione estesa, anche la difterite era una malattia frequente: dall’inizio del Novecento agli anni Quaranta venivano segnalati tra i bambini circa 20.000-30.000 casi ogni anno, e circa 1.500 decessi. A partire da metà degli anni Cinquanta, l’uso su larga scala della vaccinazione ha consentito una rapida diminuzione del numero di casi e la difterite è ormai scomparsa in Italia.

Tetano

Il numero di casi di tetano in Italia è drasticamente diminuito a partire dall’introduzione della vaccinazione obbligatoria nei bambini all’inizio degli anni Sessanta. Si è passati da oltre 700 casi annuali segnalati alla fine degli anni Cinquanta a una media di 200 casi ogni anno nel periodo 1971-1989. Dal 1990, vengono segnalati circa 60 casi per anno. L’ultimo caso di tetano neonatale è stato notificato nel 1979.

Epatite B

Negli ultimi decenni vi è stata un’importante e costante riduzione dell’incidenza di casi di epatite B. Il più drastico decremento è avvenuto a partire dal 1991 in seguito all’introduzione della vaccinazione universale obbligatoria per tutti i nuovi nati e per i dodicenni. La diminuzione di incidenza ha interessato in particolar modo i soggetti d’età 15-24 anni, (verosimilmente grazie alle vaccinazioni nei dodicenni).

Morbillo

Negli anni Sessanta, prima dell’introduzione in commercio del vaccino (disponibile dal 1976 e raccomandato dal ministero della Sanità in Italia dal 1979), il numero medio di casi di morbillo per anno era di circa 74.000. Fino alla fine degli anni Ottanta, la percentuale di bambini vaccinati contro il morbillo non ha mai superato il 21%. Nel 1989 la copertura stimata è stata del 41% e da allora è lentamente aumentata e sono progressivamente diminuiti anche i casi segnalati. Nel 2003 è stato approvato il primo Piano di eliminazione del morbillo; tuttavia, visto che non sono state mai raggiunte coperture vaccinali sufficienti a interrompere la trasmissione dell’infezione (≥95%) la malattia rimane endemica e si continuano a verificare periodiche epidemie. L’ultimo anno epidemico è stato il 2013, con circa 2300 casi notificati. Nei primi mesi del 2017 si sta assistendo a una nuova epidemia con più di 1400 casi segnalati nei primi quattro mesi dell’anno.

Rosolia

Il vaccino anti-rosolia è disponibile invece dal 1972. Inizialmente la vaccinazione era raccomandata solo per le ragazze in età pre-pubere ma a partire degli anni Novanta, con l’introduzione dei vaccini combinati morbillo-parotite-rosolia (Mpr), si è passato a raccomandarla anche per tutti i bambini nel secondo anno di vita. L’offerta della vaccinazione anti rosolia, sia alle pre-adolescenti che ai nuovi nati, è stata comunque estremamente varia tra le diverse Regioni fino alla fine degli anni Novanta. A partire dalla fine degli anni Novanta si è assistito a una diminuzione dei casi segnalati (in media). L’ultimo anno epidemico è stato il 2008, con oltre 6000 casi.

Pertosse

Secondo le notifiche, il numero di casi di pertosse segnalati nel nostro Paese è diminuito dagli anni Sessanta agli anni Settanta, passando da 21.000 a 12.000 casi notificati in media per anno. Durante gli anni Novanta, con l’aumento della copertura vaccinale, si è assistito a un’ulteriore progressiva diminuzione dell’incidenza. Negli ultimi anni vengono segnalati mediamente circa 500 casi all’anno.