Attentato San Pietroburgo, il principale sospettato è un russo originario del Kirghizistan


Potrebbe essersi fatto saltare in aria sulla carrozza della metropolitana ma dal Cremlino non arrivano conferme: intanto sale il bilancio delle vittime

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La carrozza della metropolitana sventrata dall’esplosione (foto Twitter)

SAN PIETROBURGO – Ha un nome e un volto il presunto attentatore che ieri ha seminato morte e distruzione nella metropolitana di San Pietroburgo. L’uomo sospettato di aver ucciso 14 persone con una bomba esplosa tra le stazioni Tekhnologicheskiy Institut e Sennaya Ploshchad è un 22enne con la cittadinanza russa ma originario del Kirghizistan.

A riferirlo sono state le autorità di sicurezza del Paese asiatico che hanno anche diffuso il nome: Akbarzhon Jalilov, nato a Osh, nel 1995. Non è ancora chiaro, intanto, se il giovane si sia fatto saltare in aria sulla carrozza della metropolitana o se sia in fuga.

Come riferisce l’agenzia Interfax l’attentatore, identificato attraverso l’esame del DNA, avrebbe legami con l’Islam radicale ma dalle autorità russe, che hanno parlato comunque di attacco terroristico, non è arrivata alcuna conferma in tal senso.

Quel che è certo, al momento, è che il bilancio delle vittime della strage di San Pietroburgo si è aggravato: come ha riferito stamani il ministro della Salute russo, Veronika Skvortsova, tre dei feriti sono morti facendo salire il bilancio a 14. I feriti, invece, sono 49.

Secondo Skvortsova la decisione del macchinista di non fermarsi nel tunnel e arrivare fino alla stazione successiva “ha certamente contribuito a salvare vite umane, perché molti dei feriti sono stati soccorsi più facilmente”.

Un’altra bomba, piazzata nella stazione di Ploshchad Vosstaniya è stata invece disinnescata dagli artificieri: secondo le autorità russe conteneva almeno un chilo di tritolo, schegge e biglie per essere ancora più letale.

Ieri sera il presidente russo Vladimir Putin, che si trovavava proprio a San Pietroburgo, sua città natale, per un incontro con l’omologo bielorusso Lukashenko, si è recato nella stazione dove si è fermato il convoglio e ha deposto un mazzo di fiori.

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, in un incontro con il suo omologo del Kirghizistan Erlan Abdyldayev, ha detto che l’attacco “rende ancora più importante l’intensificazione degli sforzi comuni per combattere la minaccia terroristica”.