Referendum voucher, Coldiretti: “In agricoltura devono rimanere”


Per l’associazione cancellare i buoni lavoro favorirebbe il sommerso nel comparto agricolo

voucher vendemmia
I voucher sono stati introdotti per la prima volta in via sperimentale nel 2008 in agricoltura

ROMA – Domenica 28 Maggio 2017 gli italiani saranno chiamati alle urne. Si terrà infatti il Referendum sulla cancellazione dei voucher e la reintroduzione della piena responsabilità solidale in tema di appalti.

Ieri il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto che ha fissato la data per la consultazione popolare. I due quesiti referendari, proposti dalla Cgil, riguardano la “abrogazione di disposizioni limitative della responsabilità solidale in materia di appalti” e la “abrogazione di disposizioni sul lavoro accessorio (voucher)”.

Proprio sul tema dei buoni lavoro interviene la Coldiretti, che chiede di mantenere i voucher in agricoltura.

“L’abrogazione favorisce il sommerso nel comparto agricolo dove i buoni lavoro sono nati e non si sono verificati gli abusi degli altri settori” spiega l’associazione.

“Anche perché nelle campagne i beneficiari possono essere soltanto pensionati e giovani studenti, tra l’altro impiegati esclusivamente in attività stagionali” aggiunge la Coldiretti.

Su 75 milioni di voucher usati nei primi sei mesi del 2016 appena 765mila (l’1,09%) sono stati impiegati nelle campagne.

Dal 2008, quando sono stati introdotti in forma sperimentale per la vendemmia “i buoni lavoro hanno consentito nel tempo di coniugare gli interessi dell’impresa agricola con quelli di pensionati, studenti e disoccupati per le opportunità di integrazione al reddito nel rispetto della legalità” afferma la Coldiretti.

“Uno strumento anche in grado di avvicinare al mondo dell’agricoltura giovani studenti e di mantenere attivi molti anziani pensionati” conclude l’associazione.