Procedure di rimpatrio dei migranti: organizzazioni umanitarie contro Bruxelles


Dall’Unicef a Save The Children: pioggia di critiche sul Piano d’Azione della Commissione Europea

migranti unione europea
Raddoppiati rispetto al 2015 i minori non accompagnati sbarcati in Italia (foto Unicef)

ROMA – Otto organizzazioni umanitarie in una nota congiunta attaccano la Commissione Europea sulle procedure di rimpatrio dei migranti irregolari.

Nel mirino di UNICEF, OIM, OHCHR, END Immigration, Detention of Children, Save the Children, International Detention Coalition, PICUM ci sono la Raccomandazione e il rinnovato Piano d’Azione per gli Stati Membri adottati dalla Commissione.

I documenti riguardano le procedure di rimpatrio di uomini, donne e bambini che soggiornano irregolarmente nell’Ue verso i Paesi di origine o di transito.

Il Piano d’Azione, in particolare, incoraggia gli Stati membri a effettuare rimpatri rapidi, “che vanno a limitare tutele di base e diritti, che dovrebbero essere garantiti a tutti i migranti, anche nei casi in cui siano coinvolti i bambini” secondo le organizzazioni.

Le agenzie delle Nazioni Unite e le organizzazioni per i diritti dell’infanzia temono che il pacchetto della Commissione europea sui rimpatri incoraggi gli Stati membri a effettuare rimpatri rapidi di persone, anche di bambini, con tutele procedurali ridotte e attraverso un aumento dell’utilizzo di sistemi detentivi.

“Questo approccio metterebbe in pericolo le vite dei bambini e violerebbe la Convenzione ONU sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, che tutti gli Stati membri dell’Unione europea hanno ratificato” si legge nella nota congiunta.

“Accogliamo con favore il riferimento inserito nel documento sulla valutazione del superiore interesse durante la decisione di rimpatrio dei bambini non accompagnati. È essenziale che vengano applicate delle procedure forti che seguano il principio dell’interesse superiore prima della decisione di rimpatrio di ogni bambino, anche di quelli accompagnati dalle proprie famiglie. Tutto ciò non può tradursi in un esercizio di routine” proseguono le organizzazioni.

“Quando si valuta se il rimpatrio possa essere nell’interesse superiore del bambino, l’opinione del bambino stesso dovrebbe essere debitamente presa in considerazione. I rimpatri forzati e la detenzione sono estremamente pericolosi per i bambini e le famiglie. I bambini non dovrebbero mai essere detenuti per motivi d’immigrazione, neanche come ultima possibilità” proseguono le otto associazioni.

“Invece di rispondere ai danni già causati dalle politiche di rimpatrio dell’Ue e degli Stati membri, il documento della Commissione raccomanda misure che li aumenterebbero. Incoraggia minori tutele, decisioni di rimpatrio più veloci e automatiche, un numero maggiore di rimpatri forzati e di misure detentive” aggiungono.

“Lontane dal rispondere alle vere sfide poste dalla migrazione in Ue, queste proposte non faranno che inasprire la situazione. Inoltre, non ci sono prove del fatto che i rimpatri forzati dissuadano le persone dal migrare. Farli ritornare a situazioni insostenibili aumenta il rischio di ulteriori cicli di migrazione precaria e non sicura” concludono.

Bambini rifugiati dispersi: gli eurodeputati chiedono più protezione

Intanto sulla scomparsa dei bambini migranti in Europa, il Parlamento europeo ha chiesto la creazione di un ambiente sicuro per i bambini rifugiati non accompagnati, grazie ad esempio alla nomina immediata dei tutori a cui affidarli, a una hotline per le informazioni urgenti e a una maggiore cooperazione transfrontaliera.

Gli eurodeputati hanno anche discusso di come rendere più facile il ritrovamento i bambini, per esempio scattando foto o prendendo le impronte digitali e hanno sottolineato che la lotta contro i criminali che li sfruttano deve essere intensificata.

Il timore è che alcuni di questi minori siano sfruttati sessualmente da bande criminali o costretti a mendicare e a commettere crimini. Altri possono essere scomparsi durante la ricerca delle loro famiglie in altri Paesi dell’Ue, anche a causa delle complicate procedure di asilo o della detenzione nei centri di accoglienza. Circa 10.000 bambini rifugiati non accompagnati sono scomparsi dopo l’arrivo in Europa nel 2016, secondo le stime di Europol.