Corte Costituzionale, sì a referendum Cgil su voucher e appalti


Bocciato invece il quesito sull’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori

La numero uno della Cgil, Susanna Camusso

ROMA – La Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibili due quesiti referendari sui tre presentati dalla Cgil in materia di lavoro.

I 13 giudici, riuniti in camera di consiglio da stamani, hanno bocciato il quesito referendario relativo alla “abrogazione delle disposizioni in materia di licenziamenti illegittimi (n. 169 Reg. Referendum)”.

Il quesito riguardava la nuova tutela reintegratoria nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo per tutte le aziende sopra ai cinque dipendenti.

In particolare la Cgil chiedeva chiedeva l’abrogazione delle norme del Jobs Act relative al superamento dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.

Il provvedimento varato dall’allora Governo Renzi sostituisce infatti il diritto al reintegro in caso di licenziamento senza giusta causa con un indennizzo. Il sindacato guidato da Susanna Camusso voleva invece un allargamento dei casi di reintegro del lavoratore.

Ammissibile il quesito referendario della Cgil sui voucher

La Corte Costituzionale ha dichiarato invece ammissibile il quesito denominato “abrogazione disposizioni sul lavoro accessorio (voucher) ( n. 171 Reg. Referendum)”.

Si potrà dunque tenere la consultazione sui discussi voucher, i buoni-lavoro da 10 euro con cui vengono pagate le prestazioni occasionali, finiti nel mirino nelle ultime settimane.

I giudici hanno dichiarato ammissibile anche un altro quesito referendario presentato dalla Cgil, che aveva raccolto oltre un milione di firme. È quello relativo alla “abrogazione disposizioni limitative della responsabilità solidale in materia di appalti (n. 170 Reg. Referendum)”.

Si riferisce alla reintroduzione della piena responsabilità solidale in tema di appalti tra appaltante e appaltatore.

Il sindacato aveva raccolto le firme per i quesiti referendari a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare ribattezzata “Carta dei Diritti Universali del Lavoro ovvero nuovo Statuto di tutte le Lavoratrici e di tutti i Lavoratori”.

Le richieste erano già state dichiarate conformi alla legge dall’Ufficio centrale per il referendum presso la Cassazione. L’ordinanza è stata depositata il 9 dicembre 2016.