Nelle zone terremotate finora consegnate solo il 15% di stalle


L’allarme lanciato da Coldiretti: col maltempo animali a rischio, stop alla burocrazia

Senza stalle migliaia di animali a rischio

ROMA – L’ondata di maltempo, con gelo e neve, che ha colpito l’Italia in questi giorni non ha risparmiato le zone terremotate.

In diverse aree del Centro Italia, che già devono fare i conti con i danni provocati dalle scosse del 24 Agosto e del 26 e 30 Ottobre, si sono registrate temperature polari.

Le conseguenze sono drammatiche per chi ha deciso di restare nelle terre martoriate dal sisma. Ma anche per i numerosi animali, che rappresentano una fonte di reddito per gli allevatori, privi di stalle.

Coldiretti chiede dunque uno stop alla burocrazia per recuperare i ritardi nella consegna delle stalle mobili e salvare gli animali che si ammalano e muoiono per il freddo.

Agricoltori e allevatori terremotati dell’associazione denunciano infatti il complesso iter burocratico e i ritardi che mettono a rischio la vita di migliaia di animali.

Si stima che appena il 15% delle strutture di protezione siano state realizzate a mesi dalle drammatiche scosse.

Gli allevatori non sanno ancora dove ricoverare mucche, maiali e pecore, costretti a stare fuori al freddo o nelle strutture pericolanti.

«Con le temperature crollate fino a -10 non ci sono carte che tengano e serve ora uno sforzo comune per superare le difficoltà sinora incontrate e alleggerire il percorso per l’arrivo delle strutture» sottolinea Coldiretti.

«Allo stesso tempo bisogna risolvere i problemi nell’allaccio dell’energia elettrica e dell’acqua, senza le quali le stalle montate non possono ospitare adeguatamente gli animali» prosegue.

L’associazione chiede, da subito, un immediato cambio di passo per alleviare le difficoltà di agricoltori e allevatori. Occorre anche garantire una sistemazione a chi ha avuto le case crollate o lesionate.

«In questo contesto, anche se tardivamente, una risposta viene dall’ordinanza che autorizza finalmente gli allevatori a comprare direttamente tutto ciò che serve per garantire la continuità produttiva delle proprie aziende. Ciò a fronte di un rimborso pubblico previsto fino al 100% delle spese sostenute» conclude la Coldiretti.