Riforma Madia bocciata, Codacons all’attacco


L’associazione dei consumatori: «Il Governo Renzi ora rischia nuove batoste»

Il presidente del Codacons, Rienzi, attacca dopo la bocciatura della riforma Madia
Il presidente del Codacons, Rienzi, attacca dopo la bocciatura della riforma Madia

ROMA – La bocciatura del meccanismo di attuazione della riforma Madia sulla Pubblica amministrazione è stata come un fulmine a ciel sereno per il Governo Renzi. La Corte Costituzionale ha accolto il ricorso presentato dalla Regione Veneto e ha bollato come “incostituzionale” parte del provvedimento.

Ad essere bocciati dalla Consulta sono stati gli articoli 11, 17, 18 e 19 della legge 124 del 2015 che riguardano dirigenza, partecipate, servizi pubblici locali e pubblico impiego.

Nel mirino è finita la parte in cui la riforma prevede che i decreti legislativi di attuazione siano adottati previa acquisizione del parere della Conferenza unificata Stato Regioni. Per la Consulta, al contrario, c’è bisogno di un’intesa preventiva.

La riforma Madia, dunque, sarebbe parzialmente illegittima quando prevede che per l’attuazione non sia necessaria l’intesa con le Regioni, ma che si debba solo acquisirne il parere.

Il Codacons dopo la bocciatura della riforma Madia è partito all’attaco. «Dalla Corte Costituzionale arriva l’ennesima bocciatura al Governo, che dimostra come l’esecutivo operi con eccessiva approssimazione e adotti provvedimenti che non solo appaiono dilettanteschi, ma che producono un danno economico per l’intera collettività» afferma l’associazione.

«Il Governo Renzi va incontro a nuove batoste e a future bocciature da parte della Consulta e dei tribunali di tutta Italia» spiega il presidente Carlo Rienzi.

«Particolarmente a rischio appaiono la riforma costituzionale e la proposta di rinnovo dei contratti pubblici con un aumento di 85 euro in busta paga a lavoratore. Quest’ultima, se diverrà realtà, verrà impugnata dal Codacons nelle opportune sedi» prosegue.

«L’incremento di 85 euro lordi mensili per 3,2 milioni di lavoratori appare offensivo e palesemente squilibrato. Il danno da mancato rinnovo dei contratti e dalla mancata attuazione della sentenza della Corte Costituzionale in materia, ammonta complessivamente a più di 37 miliardi di euro, ossia 11.600 euro a pubblico dipendente» conclude Rienzi.

Su quest’ultimo fronte, il Codacons ricorda ai pubblici dipendenti che è ancora possibile aderire alla class action attraverso il sito dell’associazione www.codacons.it.