In un anno gli acquisti immobiliari dei pensionati sono passati dal 9,2% al 14,8%
![In un anno sono passati dal 9,2% al 14,8% i pensionati che hanno comprato casa](https://sp-ao.shortpixel.ai/client/to_auto,q_glossy,ret_img,w_800,h_600/https://www.corrierenazionale.it/cn-pro/wp-content/uploads/2016/11/image002-1.jpg)
ROMA – Tra chi compra casa come investimento e chi vende per bisogno di liquidità, sono in aumento i pensionati che nell’ultimo anno si sono mossi nel mercato immobiliare.
Secondo l’analisi dell’Ufficio studi di Tecnocasa relativa al primo semestre del 2016, il 14,8% degli acquisti è stato effettuato da soggetti in pensione. Rispetto ad un anno fa (primo semestre 2015) si registra dunque un aumento della percentuale di acquisto da parte di pensionati dal 9,2% al 14,8% attuale.
I pensionati nel 60,1% dei casi hanno comprato l’abitazione principale, mentre il 27,5% ha acquistato un immobile per investimento e il 12,4% come casa vacanza. Rispetto ad un anno fa aumentano le percentuali di acquisti per abitazione principale e per investimento (rispettivamente del +0,9% e del +1,3%).
Solo il 16,7% degli acquisti è stato effettuato con l’ausilio di un mutuo, mentre l’83,3% della compravendite è avvenuto senza l’intervento da parte di istituti di credito. Rispetto al primo semestre del 2015 aumenta leggermente la percentuale di coloro che acquistano con mutuo: un anno fa infatti si attestava sul 15,8% contro il 16,7% del 2016.
Le richieste dei pensionati si sono concentrate maggiormente sui trilocali (33,9%), seguiti dai bilocali (27,8%) e dai quattro locali (16,2%). Ville, villette, rustici, case indipendenti e semindipendenti compongono insieme il 12,8% degli acquisti.
Il 66,3% dei pensionati che ha acquistato è coniugato, il 17,6% è vedovo, l’8,3% è separato/divorziato e il 7,8% è celibe/nubile.
Spostando l’attenzione sui venditori, quasi un terzo di coloro che hanno venduto casa nel primo semestre del 2016 è un soggetto in pensione (32,0%).
Il 58,1% dei pensionati ha venduto per reperire liquidità, il 28,2% per migliorare la qualità abitativa ed il 13,7% per trasferirsi in un altro quartiere o in un’altra città.