The Young Pope, un’opera d’arte al Vaticano


La serie diretta da Sorrentino è da vedere per la regia, i dialoghi e gli attori

Jude Law nei panni di Pio XIII
Jude Law nei panni di Pio XIII

ROMA – La tanto attesa serie The Young Pope, firmata da Paolo Sorrentino, non ha deluso. In molti la aspettavano per vedere il regista premio Oscar cimentarsi in un genere diverso dal cinema e lui non ha deluso.

Non hanno deluso gli attori: Jude Law, Diane Keaton e Silvio Orlando, su tutti. Non hanno deluso i dialoghi perfetti e taglienti, ogni parola al posto giusto. Ma soprattutto non ha deluso la regia. Lenta come nello stile di Sorrentino, ma non noiosa, precisa nelle inquadrature e molto visiva. Una vera opera d’arte all’interno delle sale del Vaticano.

Lenny Belardo, il Pio XIII interpretato da Jude Law, che sorprende per la sua bravura, è tagliente, freddo e arrogante, ma anche fragile e alla ricerca dell’amore. È giovane, bello e si atteggia a rockstar, ma allo stesso tempo è conservatore e pieno di pregiudizi. È un papa che non porterà il sereno nella Chiesa, ma la pioggia e i fulmini. Sorrentino ce lo fa capire chiaramente, nel modo in cui apre e chiude i primi due episodi.

Jude Law e Diane Keaton
Jude Law e Diane Keaton

Intorno al Papa ruotano due personaggi: Suor Mary (Diane Keaton) e il cardinal Voiello (Silvio Orlando). Due figure molto sorrentiniane: la suora che fuma e fa sport, il cardinale tifoso del Napoli, stratega, ma anche a suo modo, buono e generoso. Le loro interpretazioni sono perfette, da guardare e riguardare.

Insomma, una serie di alto livello per ogni aspetto. Una serie, che – come ho letto in una recensione – se fosse un film, sarebbe da Oscar.

Debutto record

The Young Pope, la serie firmata da Paolo Sorrentino con Jude Law e Diane Keaton, che ha esordito ieri su Sky Atlantic HD e Sky Cinema 1 HD, ha avuto un debutto record con 953 mila spettatori medi per gli episodi 1 e 2. Un record assoluto per il debutto di una serie tv su Sky. Il +45% rispetto all’esordio di Gomorra – LA serie e +42% rispetto a 1992. Un risultato tre volte superiore rispetto a Trono di Spade, sei volte di più rispetto ad House of Cards.