Il cinema dice addio a Gian Luigi Rondi, il più grande critico italiano


E’ morto la notte scorsa a Roma. Ideatore del David di Donatello, aveva diretto i festival di Venezia e Roma

Gian Luigi Rondi
Gian Luigi Rondi

ROMA – Il cinema, e non solo, piange Gian Luigi Rondi, il critico cinematografico che diede vita ai David di Donatello. E’ morto la notte scorsa nella sua casa romana. Rondi era nato a Tirano, in provincia di Sondrio, il 10 dicembre del 1921.
Aveva cominciato la sua carriera nel 1946 sulle colonne de “Il Tempo”. E’ stato direttore e presidente del Festival di Venezia e poi del Festival di Roma. Era Cavaliere di Gran Croce e Grande Ufficiale della Repubblica Italiana e Legion d’Onore di Francia.

La carriera

Negli anni ’50 si dedica anche alla stesura di sceneggiature. Collabora con registi come Georg Wilhelm Pabst, Joseph L. Mankiewicz, René Clair, Jean Delannoy e Ladislao Vajda. Contribuisce alla realizzazione di alcuni documentari di carattere storico e biografico e ne firma anche alcuni come regista. Intanto prosegue l’attività di critico e di saggista, quella di docente universitario insegnando storia del cinema italiano all’Università per Stranieri di Perugia e all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e storia ed estetica del cinema alla Pontificia Università Gregoriana di Roma.

Rondi prende parte, inoltre, alle giurie dei più grandi festival di tutto il mondo. Dopo Venezia arrivano infatti Berlino (1961), Cannes (1963), Rio de Janeiro (1965), San Sebastian (1968). Importante l’opera di riforma degli Incontri Internazionali del Cinema di Sorrento, che dal 1966 in poi saranno monografici, dedicati ogni anno ad un autore. Rondi li dirige fino al 1990. Nel 1970 fonda il Festival delle Nazioni di Taormina del quale è anche direttore artistico.

Nel 1971 entra a fare parte della Biennale di Venezia come commissario, incarico che lascia dopo due anni in polemica per la mancata riforma dell’ente, e nel primo anno come commissario ne venne chiesto il licenziamento per l’inserimento del film ‘I diavoli alla mostra di Venezia’.

Torna a far parte della mostra lagunare nel 1983 e, nei quattro anni nei quali è direttore, è protagonista anche di discusse scelte, come l’esclusione dalla selezione del film ‘Velluto blu’ di David Lynch, interpretato da una giovane Isabella Rossellini. In seguito presiede il Festival di Locarno, nel 1988.

Era anche presidente a vita dell’Accademia del Cinema Italiano e dell’Ente David di Donatello, che ogni anno assegna il più prestigioso premio cinematografico italiano.

Non ci sarà una camera ardente, per volere dello stesso Rondi. I funerali verranno celebrati sabato per per attendere l’arrivo dei figli Joel e François-Xavier che vivono in Francia, dei nipoti e del suo amato pronipote Massence.