Miele italiano: la minaccia arriva dalla Cina


Meno 70% per la produzione interna nel 2016: è invasione di barattoli stranieri

Miele italiano minacciato dall'invasione di prodotto cinese e dell'Est Europa
Miele italiano minacciato dall’invasione di prodotto cinese e dell’Est Europa

ROMA – È un’annata da dimenticare per il miele di casa nostra, con una produzione inferiore del 70% rispetto al passato e con dati negativi che non si registravano da 35 anni. L’allarme per una delle eccellenze del “made in Italy” è stata lanciata da Conapi (il Consorzio Nazionale Apicoltori) e dall’Osservatorio Nazionale sul Miele ad un tavolo con il viceministro dell’Agricoltura, Andrea Olivero.

Le produzioni più colpite sono quelle di acacia e di agrumi, che sfiorano lo zero come in Piemonte, Triveneto e Sicilia. Molteplici le cause, dai cambiamenti climatici all’utilizzo spesso incontrollato di pesticidi che sterminano le api mettendo in ginocchio migliaia di aziende lungo lo Stivale.

Con la produzione interna ridotta all’osso il rischio per il consumatore è che sugli scaffali della grande distribuzione ci sia una vera e propria invasione di miele straniero. Coldiretti stima per quest’anno un aumento del 13% delle importazioni del prodotto. La quantità di miele importato con barattoli di prodotto cinese, ungherese e rumeno ha superato inoltre la produzione nazionale.

«Nel 2015 gli arrivi di prodotto straniero hanno raggiunto il massimo di sempre – ricorda Coldiretti -, salendo a quota 23,5 milioni di chili. Il 2016 vede però aggravarsi il fenomeno, con il 20% del prodotto straniero che arriva peraltro dalla Cina, dove è consentito l’uso del polline Ogm, così come in Romania, Paese che si colloca nella classifica dei principali esportatori in Italia, guidata da un’altra nazione dell’Est, l’Ungheria. Aumenta dunque – denuncia la Coldiretti – il rischio di portare in tavola prodotti spacciati per made in Italy ma provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità».

In Italia sono oltre duemila le aziende professionali
In Italia sono oltre duemila le aziende professionali

Occhio all’etichetta sul barattolo del miele

Per tutelarsi al momento dell’acquisto la prima cosa è verificare l’origine in etichetta del miele che ci si accinge a comprare. La dicitura “Italia” è obbligatoria nelle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della CE”.

Se invece proviene da Paesi extracomunitari l’etichetta deve riportare la dicitura “miscela di mieli non originari della CE”, mentre se si tratta di un mix in etichetta deve essere riportata la dicitura “miscela di mieli originari e non originari della CE”.

Altro consiglio per evitare “fregature” con prodotto di scarsa qualità è di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati certificati. In Italia ci sono circa 50mila apicoltori, con 1,39 milioni di alveari e un giro d’affari stimato di 70 milioni di euro.

Le aziende apistiche professionali sono circa 2000 quelle e gestiscono più di 150 alveari. I piccoli apicoltori inoltre si indirizzano verso il conferimento in cooperativa (23,6%), i consumatori privati (22%) e i grossisti (20,8%), mentre la restante parte viene indirizzata al piccolo dettaglio tradizionale e specializzato che assorbe il 12,7%.