Prato e Osmannoro, i lavoranti cinesi escono allo scoperto


Forte contributo al tessile pratese dai lavoratori cinesi
Lavoratori cinesi nel tessile

Fenomeni di intolleranza e sindrome da banlieu

Mi stupisce quanto avvenuto a Prato prima e a Osmannoro dopo. Cioè ronde popolari e pestaggi di presunti taccheggiatori maghrebini prima, fronteggiamenti e sassaiola sulle forze dell’ordine poi. La comunità cinese, che sfiora in quell’area le cinquantamila unità, ha sempre cercato prioritariamente di non porsi all’attenzione pubblica ed ora addirittura si presenta sotto il consolato e chiede tutela internazionale. Nulla di eccepibile nel gesto, giacché sono in pochi ad aver richiesto la cittadinanza italiana che comporterebbe l’irreversibile perdita di quella cinese, ma è anche vero che i cinesi sono componenti oramai acquisiti della Prato multirazziale. Ora, però, tutta questa evidenza desta sensazione. Di certo non c’è stato un dialogo corrisposto con le forze dell’ordine e l’escalation di ruberie ha spinto la comunità a un controllo del territorio di cui molti esempi ha fornito il Nord Est italiano. Di certo sono cresciuti i controlli sull’occupazione e quindi le ispezioni in luoghi di lavoro che in passato si sono rivelati pericolosi e spesso privi delle minime tutele imposte dalla Legge italiana. Tuttavia, il nocciolo sembrerebbe la diversa interpretazione data a un’associazione “La Città del Cervo Bianco” in passato distintasi per favorire integrazione e legalità e ora accusata di avere un braccio armato sul modello delle triadi. Insomma, il tutto ha le caratteristiche già viste nella sollevazione delle banlieu parigine che era fenomeno che ci sembrava tanto lontano.