La cistite è la più comune infezione batterica dopo quella ai polmoni. Interessa almeno una donna su due: ecco cause, sintomi e rimedi
E’ considerata la più comune infezione batterica dopo la polmonite, tanto che una donna su due la contrae almeno una volta nella vita. Stiamo parlando della cistite, un’infiammazione della vescica che è più comune nelle donne proprio perché il loro canale urinario è più corto, e quindi eventuali batteri esterni ci mettono meno tempo a raggiungere la vescica. Ma è una patologia che non risparmia neanche gli uomini: ha fra i suoi sintomi principali il bisogno incessante di urinare, febbre ed ematuria, ovvero la presenza di sangue nelle urine. In alcuni casi la cistite può risolversi dopo un solo episodio, mentre in altri, soprattutto se trascurata, può ripresentarsi e diventare cronica.
Ma cos’è la cistite? E con quali comportamenti possiamo prevenirla? Ne parlano Chiara Dell’Utri e Paola Pifarotti, ginecologhe alla Clinica Mangiagalli del Policlinico di Milano.
Che cos’è la cistite?
La cistite è un’infiammazione della vescica, anche se non sempre è di origine infettiva. Può essere causata da germi, batteri o candida, oppure può essere la conseguenza di farmaci o terapie basate sulle radiazioni. Le cistiti possono essere acute, croniche o ricorrenti, in base alla forza dei sintomi e alla loro frequenza.
Quali sono cause e sintomi?
Le cistiti infettive sono causate in particolare dal batterio Escherichia coli, principale responsabile dell’infiammazione soprattutto nelle pazienti più anziane. La presenza di un alto numero di batteri nell’uretra provoca un’infiammazione, che causa a sua volta l’irritazione e l’arrossamento dell’urotelio, il tessuto che riveste internamente la vescica, con un conseguente aumento della fragilità dei capillari. Questa irritazione della vescica provoca i principali sintomi: sensazione di dover urinare spesso e in modo urgente, ematuria (sangue nelle urine), disuria (dolore nello svuotamento della vescica) e, occasionalmente, febbre. Possono indurre un’infezione da cistite la stitichezza, il diabete, l’utilizzo di contraccettivi che contengono spermicida, la difficoltà nello svuotamento della vescica dovuto a un difetto del pavimento pelvico.
Quante donne colpisce la cistite e in quali fasce d’età?
La cistite, nella sua forma infettiva, rappresenta la seconda infezione batterica più comune dopo quella ai polmoni. Ogni donna ha circa il 50% di possibilità di contrarla almeno una volta nella vita, con un rischio del 25% che diventi ricorrente. Colpisce sia donne che uomini, ma il sesso femminile è più predisposto per una questione anatomica: la loro uretra è più corta, e un’alterazione della flora batterica favorisce le infezioni. Colpisce per la maggior parte le ragazze nella fascia 15-25 anni, i bambini nel loro primo anno d’età e, soprattutto, le donne in menopausa. Quest’ultima è infatti un fattore predisponente per la cistite: la carenza degli estrogeni causa secchezza vaginale, che a sua volta predispone alle infezioni batteriche.
Una cistite durante la gravidanza può portare a complicazioni?
Le donne in gravidanza sono predisposte alla cistite sia per via dell’alterazione del ph vaginale dovuto allo stato gravido, sia perchè l’utero, ingrandendosi, si appoggia e “pesa” sulla vescica. In questo caso si parla di cistiti semplici, localizzate all’interno della vescica. Occasionalmente queste cistiti si possono complicare, con i batteri che risalgono lungo gli ureteri andando a creare delle infezioni ai reni. Ma sono complicanze molto rare.
I rapporti sessuali sono un fattore di rischio per la cistite?
Sì: per questo motivo, come prevenzione, sarebbe utile svuotare la vescica prima del rapporto e detergere i genitali subito dopo.
Quale correlazione vi è fra alimentazione e cistite? Vi è una dieta particolare per prevenire o curare questa patologia?
Il rapporto fra alimentazione e cistite è stato oggetto di tanti studi scientifici ma, in realtà, al momento non vi è ancora nulla di dimostrato. L’infuso di uva ursina è un rimedio da sempre consigliato contro la cistite, ma ad oggi non vi è alcun tipo di evidenza scientifica in merito ai suoi benefici, così come non vi è per qualche altro infuso particolare.
Anche il mirtillo avrebbe delle proprietà benefiche contro quest’infezione,
ma a far la differenza nel caso di prodotti naturali è sempre la quantità: ne andrebbero infatti consumate porzioni fuori misura per avere degli effetti significativi. I mirtilli possono aiutare ad evitare le cosiddette cistiti “recidivanti”, le infezioni che si presentano più di due volte in 6 mesi e più di tre volte in un anno. La cosa più importante è invece bere tantissima acqua, almeno due litri al giorno. Sono invece sconsigliati cibi piccanti o eccessivamente speziati, in quanto possono portare a un’alterazione della flora batterica vaginale e dunque diventare un fattore di rischio per la cistite.
Quali altri consigli possiamo dare per prevenire o curare la cistite?
Ad oggi non è stata dimostrata alcuna correlazione fra sport e rischio di cistite, ma dopo l’attività fisica è sempre consigliabile cambiare immediatamente gli indumenti sudati. Stesso discorso in piscina o al mare, dove si tengono i costumi sintetici bagnati per tanto tempo: anche in questo caso sarebbe utile cambiarsi il prima possibile. Il materiale sintetico favorisce infatti lo sviluppo della cistite, creando un pH vaginale che contribuisce alle infezioni: anche per questo motivo è sempre consigliabile l’utilizzo della biancheria in cotone nelle attività quotidiane. E’ bene evitare l’utilizzo degli salva-slip e dei disinfettanti aggressivi, in quanto distruggono la flora batterica delle zone intime. Infine, una buona idratazione e una regolarizzazione dell’alvo (ovvero, evitare di avere feci troppo dure) sono altri fattori utili contro la cistite.
Quali percorsi terapeutici offre il Policlinico per la cura della cistite?
Al Policlinico di Milano è presente un programma dedicato alle cistiti, in cui trattiamo tutte le forme della patologia: infettive, croniche e recidivanti. Solitamente il trattamento base è quello antibiotico e, per questo motivo, è richiesta una urinocoltura per orientare gli specialisti al farmaco più adatto. Purtroppo negli ultimi anni si è fatto in generale un uso spropositato di antibiotici, assunti magari senza prescrizione medica: questo porta alla creazione di germi resistenti alle cure, e rende più difficile debellare l’infezione. Alla terapia antibiotica se ne deve associare un’altra basata su fermenti lattici e lactobacilli, al fine di non distruggere completamente il micro-ambiente della vescica e di preservarne il più possibile i tessuti.