Nei pazienti affetti da dermatite atopica e prurigo nodularis nemolizumab ha dimostrato una rapida insorgenza d’azione nel controllo di prurito e sonno, con miglioramenti significativi osservati già dopo 48 ore
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Nei pazienti affetti da dermatite atopica e prurigo nodularis nemolizumab ha dimostrato una rapida insorgenza d’azione nel controllo di prurito e sonno, con miglioramenti significativi osservati già dopo 48 ore di trattamento in alcuni soggetti, come evidenziato da un’analisi post‑hoc dei programmi clinici di fase III ARCADIA e OLYMPIA pubblicata sul Journal of the European Academy of Dermatology and Venereology.
Le malattie infiammatorie croniche della pelle, come la dermatite atopica e la prurigo nodularis, sono caratterizzate da un prurito cronico e debilitante che può compromettere in modo significativo la qualità di vita, causando deprivazione del sonno, disagio psicologico e assenze da scuola o lavoro. Il prurito è un sintomo universale ed è il più gravoso per i pazienti affetti da queste patologie, dal momento che è strettamente legato a una significativa alterazione del sonno.
Una larga maggioranza di pazienti (quasi l’80% di quelli affetti da prurigo nodularis) indica il miglioramento del prurito come il proprio obiettivo terapeutico più importante. Molti studi clinici su AD e PN includono la valutazione del prurito insieme alla valutazione del sonno. La scala numerica del prurito (Peak Pruritus Numerical Rating Scale, PP‑NRS), una scala unidimensionale a 11 punti (0 = assenza di prurito, 10 = prurito peggiore immaginabile), è considerata lo strumento più utile per la valutazione del prurito sia dai clinici sia dai pazienti. Inoltre, un miglioramento di 4 punti nel punteggio PP‑NRS è generalmente accettato da EMA e FDA come soglia significativa all’interno del singolo paziente per dimostrare l’efficacia del trattamento nelle due patologie.
Il prurito cronico nelle condizioni cutanee infiammatorie come la dermatite atopica e la prurigo nodularis è guidato dalla via dell’interleuchina‑31 (IL‑31), nota come la “citochina del prurito” per il suo effetto pruritogenico diretto. Livelli elevati di IL‑31 e del suo recettore eterodimerico sono stati riscontrati nella pelle e nel siero di pazienti affetti da una delle due condizioni cutanee. La IL‑31 rappresenta un collegamento neuroimmune fondamentale tra le cellule T helper di tipo 2 (TH2) e le fibre nervose sensoriali nella generazione del prurito mediato dalle cellule T e agisce come un motore chiave del ciclo prurito‑grattamento, contribuendo largamente al carico sintomatologico nelle malattie pruriginose.
Inibizione della IL-31 per un rapido sollievo dal prurito
Nemolizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato che agisce bloccando il recettore α dell’interleuchina-31 (IL-31Rα) e inibendo la cascata infiammatoria mediata dalla IL-31, riducendo così la sensazione di prurito e migliorando i sintomi in patologie come la prurigo nodularis e la dermatite atopica.
Il farmaco viene somministrato per via sottocutanea e agisce in modo mirato, offrendo un’alternativa terapeutica nei casi di prurito cronico refrattario ai trattamenti convenzionali. La sua azione selettiva consente di intervenire direttamente su uno dei principali meccanismi patogenetici del prurito, con un profilo di sicurezza favorevole documentato negli studi clinici.
È stato approvato dalla FDA per il trattamento degli adulti con prurigo nodularis e dei pazienti dai 12 anni in avanti con dermatite atopica moderata‑grave, in combinazione con corticosteroidi topici (TCS) e/o inibitori della calcineurina (TCI) quando la malattia non è adeguatamente controllata dalle terapie topiche. Ad oggi è approvato per entrambe le indicazioni da diverse autorità regolatorie nel mondo, tra cui Unione Europea, Australia, Singapore, Svizzera e Regno Unito, mentre sono in corso ulteriori richieste e revisioni regolatorie.
Miglioramenti rapidi e significativi in entrambe le malattie cutanee
Le analisi hanno evidenziato con nemolizumab un sollievo rapido dal prurito e dai disturbi del sonno entro 48 ore. I dati provenivano dagli studi ARCADIA 1 e 2 sulla dermatite atopica e dagli studi OLYMPIA 1 e 2 sulla prurigo nodularis, nei quali i pazienti riportavano quotidianamente l’intensità del prurito e la qualità del sonno.
Le valutazioni giornaliere basate su un miglioramento di almeno 4 punti rispetto al basale nella scala PP‑NRS e nella scala numerica dei disturbi del sonno (SD‑NRS, Sleep Disturbance Numerical Rating Scale) hanno mostrato che in alcuni pazienti nemolizumab:
- ha ridotto il prurito entro due giorni (dermatite atopica: 10,7% dei pazienti rispetto al 2,9% con placebo; p<0,0001; prurigo nodularis: 17,2% rispetto al 3,7% con placebo; p<0,0001)
- ha migliorato i disturbi del sonno entro due giorni (dermatite atopica: 9,9% rispetto al 4,6% con placebo; p=0,0001; prurigo nodularis: 13,4% rispetto al 4,3% con placebo; p=0,0013).
- entro il giorno 14, un quarto dei pazienti con dermatite atopica e oltre un terzo di quelli con prurigo nodularis hanno raggiunto risposte clinicamente significative sia sul prurito sia sul sonno. Ciascuno degli studi, considerato singolarmente, ha dimostrato una risposta significativa al PP‑NRS già al giorno 2.
«Nelle malattie cutanee croniche neuroimmuni il prurito può innescare il ciclo prurito‑grattamento, che a sua volta aggrava la malattia. Il prurito cronico può compromettere gravemente la qualità della vita, in parte a causa dei disturbi associati ai ritmi del sonno, pertanto un suo rapido sollievo dovrebbe essere una priorità nei pazienti con dermatite atopica moderata‑grave e in quelli con prurigo nodularis» hanno concluso gli autori guidati da Sonja Ständer, Sezione Medicina del Prurito, Dipartimento di Dermatologia e Centro per il Prurito Cronico, Ospedale Universitario di Münster, in Germania. «I risultati di questa analisi post‑hoc confermano che nemolizumab ha un rapido inizio d’azione nel ridurre il prurito (già al giorno 2) e nel migliorare il sonno, indicando che il targeting della via della IL‑31 può rappresentare un approccio importante per ottenere una risposta rapida sul prurito».
Gli studi clinici ARCADIA su pazienti con dermatite atopica moderata‑grave
Il programma ARCADIA comprendeva due studi di fase III identici, ARCADIA 1 e 2, randomizzati, multicentrici, in doppio cieco e controllati con placebo, che hanno arruolato oltre 1.700 pazienti e valutato l’efficacia e la sicurezza di nemolizumab somministrato per via sottocutanea ogni quattro settimane rispetto al placebo, entrambi associati a corticosteroidi topici con o senza inibitori della calcineurina.
Gli studi sono stati condotti in pazienti adolescenti e adulti (≥12 anni) con dermatite atopica moderata‑grave, con una fase di trattamento iniziale di 16 settimane. I pazienti che rispondevano al trattamento, definiti come coloro che raggiungevano un punteggio di 0/1 (cute libera o quasi libera da lesioni) nell’Investigator’s Global Assessment (IGA) oppure un miglioramento di almeno il 75% vs basale nell’Eczema Area and Severity Index (EASI 75), venivano successivamente riassegnati a una fase di mantenimento fino a 48 settimane.
Gli studi clinici OLYMPIA su pazienti con prurigo nodularis moderata‑grave
Il programma OLYMPIA comprendeva due studi di fase III identici, OLYMPIA 1 e 2, randomizzati, in doppio cieco e controllati con placebo, che hanno arruolato 560 pazienti di almeno 18 anni di età con prurigo nodularis moderata‑grave e valutato l’efficacia e la sicurezza di nemolizumab in monoterapia rispetto al placebo per un periodo di trattamento di 16 settimane nello studio OLYMPIA 2 e di 24 settimane nello studio OLYMPIA 1.
Referenze
Ständer S et al. Rapid improvement of itch with nemolizumab in atopic dermatitis and prurigo nodularis phase 3 studies. J Eur Acad Dermatol Venereol. 2025 Dec 16.