La Cina fa di nuovo paura a Taiwan con una esercitazione militare


La Cina ha avviato nelle ultime ore una vasta esercitazione militare a fuoco vivo nei pressi dell’isola di Taiwan, simulando un blocco dei principali porti e attacchi a obiettivi marittimi

xi jinping

La Cina alza di nuovo la voce attorno a Taiwan. Pechino ha avviato nelle ultime ore una vasta esercitazione militare a fuoco vivo nei pressi dell’isola, simulando un blocco dei principali porti, attacchi a obiettivi marittimi e la risposta a presunte “interferenze” straniere. Un messaggio diretto alle forze che la leadership cinese definisce “separatiste”.

L’Esercito Popolare di Liberazione (PLA) ha annunciato di aver schierato unità navali, aeree e missilistiche con l’obiettivo di circondare Taiwan. Alle operazioni partecipano anche navi della guardia costiera cinese, incaricate di effettuare “ispezioni di polizia” nelle acque attorno alle isole esterne sotto controllo di Taipei.

L’operazione, battezzata *Justice Mission 2025*, rappresenta un “severo avvertimento contro le forze separatiste per l’indipendenza di Taiwan e le forze di interferenza esterna”, ha dichiarato il colonnello Shi Yi, portavoce del comando del teatro orientale del PLA. “Si tratta di un’azione legittima e necessaria per salvaguardare la sovranità e l’unità nazionale della Cina”. Da Taipei la risposta è arrivata immediata. Il ministero della Difesa taiwanese ha accusato Pechino di aggravare le tensioni regionali e di minare la stabilità dell’area, “condannando fermamente” le manovre e annunciando l’invio di “forze appropriate” per condurre esercitazioni di preparazione al combattimento.

Pechino continua a considerare Taiwan una provincia ribelle e non ha mai escluso l’uso della forza per ottenerne l’annessione. La modernizzazione accelerata dell’apparato militare cinese, secondo le valutazioni dell’intelligence statunitense, mira a rendere possibile un’invasione entro il 2027. Nonostante gli appelli ufficiali alla “riunificazione pacifica”, la pressione su Taipei si è intensificata negli ultimi anni attraverso minacce, esercitazioni e azioni coercitive.

Nel comunicato ufficiale, il comando del teatro orientale ha spiegato che “le navi e gli aerei si avvicineranno all’isola di Taiwan da diverse direzioni per testare le capacità delle truppe di condurre manovre rapide, assumere una postura multidimensionale ed eseguire un blocco e un controllo sistemici”. A supporto, Pechino ha diffuso video e mappe che indicano vaste aree aeree e marittime da evitare.

Secondo il PLA, sono stati impiegati cacciatorpediniere, fregate, caccia, bombardieri, droni e missili a lungo raggio per testare “capacità di coordinamento aria-mare e di caccia e neutralizzazione precise dei bersagli”, inclusi sottomarini e obiettivi navali.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)