Tumore della mammella ER+/HER2-: nuovi dati confermano l’efficacia di imlunestrant da solo e in combinazione con abemaciclib
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Nuovi dati dello studio di fase III EMBER-3 rafforzano il profilo di efficacia di imlunestrant antagonista orale del recettore degli estrogeni sviluppato da Eli Lilly, nel carcinoma mammario avanzato o metastatico ER-positivo e HER2-negativo. I risultati, pubblicati su Annals of Oncology e presentati in una late-breaking oral session al San Antonio Breast Cancer Symposium (SABCS) 2025, mostrano benefici clinicamente rilevanti sia in monoterapia sia in combinazione con abemaciclib.
Nei pazienti con mutazione di ESR1, imlunestrant in monoterapia ha determinato una riduzione del 38% del rischio di progressione o morte rispetto alla terapia endocrina standard (PFS mediana 5,5 vs 3,8 mesi; HR 0,62), accompagnata da un miglioramento numerico della sopravvivenza globale di 11,4 mesi (34,5 vs 23,1 mesi; HR 0,60). Sebbene il confine statistico prefissato per la significatività dell’OS non sia stato superato, il dato suggerisce un beneficio clinico sostanziale in questa popolazione difficile da trattare.
Risultati particolarmente rilevanti emergono dalla combinazione imlunestrant + abemaciclib, che in tutta la popolazione dello studio ha quasi raddoppiato la sopravvivenza libera da progressione rispetto a imlunestrant da solo (PFS mediana 10,9 vs 5,5 mesi; HR 0,59) e mostrato un trend favorevole sulla sopravvivenza globale. Inoltre, il tempo al ricorso alla chemioterapia è stato posticipato di oltre un anno (27,8 vs 15,5 mesi), un outcome di grande impatto per la qualità di vita dei pazienti.
Anche nel sottogruppo con mutazione di ESR1, la combinazione ha confermato un beneficio robusto, con una PFS mediana di 11,0 mesi rispetto ai 5,6 mesi della monoterapia. Da sottolineare che circa il 65% dei pazienti trattati con la combinazione aveva già ricevuto in precedenza un inibitore di CDK4/6, rendendo i risultati particolarmente significativi in una popolazione pretrattata.
Il profilo di sicurezza delle strategie basate su imlunestrant è risultato coerente con quanto già osservato in precedenza, senza l’emergere di nuovi segnali di tossicità. Il follow-up per la sopravvivenza globale è tuttora in corso.
Imlunestrant è attualmente in valutazione anche nel setting adiuvante: lo studio di fase III EMBER-4, che ha completato l’arruolamento di circa 8.000 pazienti con carcinoma mammario precoce ER+/HER2– ad alto rischio di recidiva, contribuirà a chiarire il potenziale ruolo del farmaco lungo tutto il continuum terapeutico della malattia.