La mostra Falling dell’artista visivo albanese Driant Zeneli nel complesso di San Francesco della Scarpa a Lecce fino al 7 gennaio
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IL PERCORSO DI VISITA
La mostra si apre con il film When Winds in Monsoon Play, the White Peacock Will Sweep Away, ambientato in Bangladesh e realizzato nell’ambito di The Six Seasons of the White Peacock, progetto promosso dalla Regione Puglia – Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio – attraverso il Polo Biblio-Museale di Lecce e il Museo Castromediano, e cofinanziato dalla tredicesima edizione del programma Italian Council della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. L’opera nasce dal coinvolgimento di una rete internazionale di istituzioni culturali attive in quattro Paesi: la Samdani Art Foundation (Bangladesh), l’EMST – Museo Nazionale d’Arte Contemporanea di Atene (Grecia), la Fondazione Art House di Adrian Paci e Melisa Paci a Scutari (Albania) e il Museo Civico di Castelbuono (Italia) che accoglierà questa nuova opera. Scandito dalle sei stagioni bengalesi, il video racconta un viaggio politico e interiore che ruota attorno all’innamoramento di un pavone bianco per la propria lacrima. Attraverso diversi livelli di lettura, affronta questioni esistenziali, ecologiche e politiche — tra cui le proteste della cosiddetta Rivoluzione di luglio 2024, in cui hanno perso la vita oltre mille persone. La narrazione è attraversata dal Khonar Bachan, antichi proverbi della tradizione orale bengalese, mentre l’architettura brutalista di Louis Kahn assume una presenza fisica e metaforica. Gli elementi visivi sono stati realizzati in collaborazione con giovani artisti locali; la partitura sonora, rielaborata dal maestro Francesco Aliberti, intreccia barocco e musica bengalese in una composizione ibrida.
Al centro della chiesa La coccinella e lo struzzo, favola ideata con lo studioso lacaniano Mimmo Pesare, docente dell’Università del Salento, nell’ambito del progetto Short Fairytales for Adults. Attraverso un dialogo a due, l’artista e lo psicoanalista costruiscono una narrazione speculativa che fa emergere nuclei simbolici, immagini dell’inconscio e tensioni latenti. L’incontro accidentale tra i due animali si trasforma in una convivenza forzata, segnata dall’impossibilità di fuga e da un istinto primario di sopravvivenza, diventando metafora dell’essere insieme, del limite e del desiderio. In mostra, la grande scultura in cartapesta realizzata da Driant Zeneli in collaborazione con artigiani locali occupa lo spazio sacro come un corpo estraneo e vulnerabile, sospeso tra immaginario fiabesco e tensione drammatica. A completare l’opera, una traccia sonora in riproduzione continua, con la voce narrante di Giulia Maria Falzea, amplifica la dimensione intima e perturbante del racconto.
In tutto il progetto, Zeneli afferma che la caduta non è fine, ma passaggio: uno spazio aperto in cui realtà e invenzione convivono e l’immaginazione diventa strumento per leggere – e superare – le nostre rovine.
LE NOTE DELLA CURATRICE
«Lasciarsi andare all’attrazione del proprio peso, concedersi alla forza invisibile che ci riporta alla terra. La caduta corrisponde all’attimo in cui i corpi o le istituzioni appaiono vulnerabili, è un accadimento che può smontare le impalcature del potere, preparando una nuova scena», sottolinea Laura Lamonea. «Nelle favole di Driant Zeneli sono molteplici i tentativi di allontanamento dalla terra attraverso i quali l’artista, tra poesia e realismo, osa per andare dove nessuno è mai stato. La chiesa di San Francesco della Scarpa, il cui nucleo centrale risale al XIII secolo, conserva ancora le tracce dei suoi mutamenti, delle cadute, delle rinascite. La caduta anche in questo caso non è un atto terminale, ma la premessa per una nuova dimensione costruita attraverso il tempo».
L’ARTISTA
Nato nel 1983 a Scutari, in Albania, Driant Zeneli è un artista visivo che vive e lavora tra Tirana e Torino. La sua ricerca indaga la tensione tra utopia e realtà, tra illusione e fallimento, esplorando le possibilità e i limiti dell’immaginazione contemporanea. Nei suoi film, storia e potere si intrecciano con narrazioni individuali, generando racconti utopici capaci di sovvertire l’ordine naturale delle cose. Si è diplomato in Scultura e ha conseguito un master in Scenografia Multimediale all’Accademia di Belle Arti di Macerata. Numerose le mostre personali ospitate da Museum of Contemporary Art, Zagabria (2024); Galleria Nazionale della Macedonia del Nord, Skopje (2022); Galleria Nazionale della Repubblica del Kosovo, Pristina (2019); Padiglione Albanese alla 58ª Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia (2019); GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo (2019); Villa Medici, Roma (2016); GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino (2013). Ha inoltre partecipato a prestigiose mostre collettive accolte, tra le altre, da EMST – Museo Nazionale d’Arte Contemporanea, Atene (2025); Biennale di Sharjah 16 (2025); 15ª Biennale de La Habana (2024); Ruhrtriennale, Bochum (2024); MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma (2023); Schirn Kunsthalle, Francoforte (Double Feature, 2023); Dhaka Art Summit (2023); 59° Ottobre Salon – Biennale di Belgrado (2022); Manifesta 14, Pristina (2022); Teatrino di Palazzo Grassi, Venezia (2021); 39ª Biennale EVA International, Limerick (2020); Latvian Centre for Contemporary Art, Riga (2019); Autostrada Biennale, Prizren (2019); Padiglione Albanese alla 54ª Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia (2011); Mostyn Gallery, Galles (2017); MuCEM, Marsiglia (2016); Centre Pompidou, Parigi (2016); ZKM, Karlsruhe (2012); MUSAC – Museo de Arte Contemporáneo de Castilla y León, Spagna (2012); Biennale di Praga 5 (2011); Galleria Nazionale d’Albania, Tirana (2008). Nel corso della sua carriera ha ricevuto numerosi riconoscimenti: Winner of Italian Council 13th edition (2024); Winner of the Moroso Concept Prize, Milano (2017); Winner Young European Artist Trieste Contemporanea Award, Trieste (2009); Winner of the 15th International Onufri Prize, Tirana (2008); Winner di “L’attimo fuggente”, International Film Festival, Pesaro (2007). Ha pubblicato i volumi Maybe the Cosmos is not so Extraordinary (2019) e In an attempt to get up (2020).