Tumore al seno metastatico: Tucatinib migliora la sopravvivenza libera da progressione


Tucatinib migliora la sopravvivenza libera da progressione del 36% nelle pazienti con tumore al seno metastatico HER2+

tumore al seno

Importante avanzamento nel trattamento del carcinoma mammario metastatico HER2-positivo: i risultati dello studio di fase III HER2CLIMB-05, presentati al San Antonio Breast Cancer Symposium 2025 (SABCS) e pubblicati sul Journal of Clinical Oncology, mostrano che l’aggiunta dell’inibitore tirosin-chinasico orale tucatinib alla terapia di mantenimento con trastuzumab e pertuzumab riduce del 36% il rischio di progressione o morte e prolunga la sopravvivenza libera da progressione (PFS) di 8,6 mesi rispetto alla terapia standard.

Il trial, condotto su 654 pazienti che avevano completato un trattamento di induzione con chemioterapia e anti-HER2, ha evidenziato una PFS mediana di 24,9 mesi nel braccio tucatinib rispetto ai 16,3 mesi del gruppo di controllo. I benefici sono risultati costanti in tutti i sottogruppi analizzati, indipendentemente dallo stato ormonale, dalla presenza di metastasi cerebrali e dalla natura de novo o recidivante della malattia.

Un nuovo possibile standard in prima linea di mantenimento
Secondo la principal investigator Erika Hamilton, la maggior parte delle pazienti con malattia metastatica HER2-positiva va incontro a progressione entro due anni dall’inizio del trattamento di prima linea, con la conseguente necessità di ricorrere alla chemioterapia. “Le evidenze di HER2CLIMB-05 indicano una strategia di mantenimento più efficace, potenzialmente in grado di ritardare la progressione e prolungare il controllo della malattia”, ha affermato.

Nel comunicato stampa, Pfizer sottolinea come i dati supportino l’uso di tucatinib già in prima linea, estendendo un beneficio finora dimostrato solo in pazienti pretrattate. Tucatinib è infatti attualmente approvato, in combinazione con trastuzumab e capecitabina, per pazienti già trattate con almeno una linea anti-HER2 in fase avanzata.

Sopravvivenza globale ancora immatura, ma trend favorevole
L’endpoint secondario di overall survival (OS) non è ancora maturo: solo il 20% degli eventi richiesti era disponibile al momento dell’analisi. Tuttavia, sia nel comunicato ufficiale sia nella presentazione al SABCS viene evidenziato un trend numerico favorevole a tucatinib, che verrà monitorato nelle analisi successive.

Profilo di sicurezza coerente, con attenzione agli eventi epatici
Il profilo di sicurezza della combinazione è risultato in linea con quanto già noto, senza nuovi segnali inattesi. Come riportato da Pfizer, si sono osservati:
• tassi più elevati di aumenti asintomatici delle transaminasi di grado ≥3, generalmente reversibili con modifiche del dosaggio o sospensione del farmaco;
• incidenza maggiore di diarrea, eventi epatici e nausea.

La gestione delle tossicità è stata definita “generalmente efficace”, permettendo la prosecuzione del trattamento nella maggior parte delle pazienti.

Un potenziale ampliamento delle indicazioni per tucatinib
I risultati di HER2CLIMB-05 potrebbero avere un impatto significativo sulla pratica clinica. Portare tucatinib nella terapia di mantenimento di prima linea significa offrirlo prima nella sequenza terapeutica rispetto allo scenario attuale, con potenziale beneficio per la sopravvivenza a lungo termine, incluso nelle pazienti con metastasi cerebrali – una popolazione tradizionalmente difficile da trattare.

Pfizer ha annunciato la volontà di discutere i dati con le autorità regolatorie internazionali per valutare un’eventuale espansione dell’indicazione di tucatinib.