Come scegliere un software ESG: criteri, errori da evitare e soluzioni consigliate


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La sostenibilità non è più un valore aggiunto da esibire nelle brochure aziendali, ma un obbligo normativo che bussa alla porta di migliaia di imprese italiane.

Con l’entrata in vigore della direttiva CSRD e degli standard ESRS, raccogliere e rendicontare i dati ambientali, sociali e di governance è diventato un processo complesso che richiede strumenti adeguati. Scegliere il software ESG giusto può fare la differenza tra una gestione efficiente della compliance e un incubo fatto di fogli Excel, dati frammentati e scadenze mancate.

Cos’è un software ESG e perché è diventato indispensabile

Un software ESG è una piattaforma digitale progettata per raccogliere, gestire, analizzare e comunicare tutti i dati legati alle performance ambientali, sociali e di governance di un’azienda. Non si tratta di un semplice database, ma di un vero ecosistema che centralizza informazioni provenienti da fonti diverse e le trasforma in indicatori di performance sostenibile pronti per la rendicontazione.

Attraverso dashboard interattive, calcolo automatico della carbon footprint e generazione di report conformi ai principali framework normativi, questi strumenti permettono di avere sempre sotto controllo l’impatto aziendale.

Il contesto normativo ha reso questi strumenti praticamente obbligatori per molte realtà. La direttiva CSRD, recepita in Italia con il D.Lgs. 125/2024, impone alle grandi imprese e a un numero crescente di PMI di includere informazioni non finanziarie nei report annuali, seguendo gli standard ESRS europei. La rendicontazione di sostenibilità sarà inoltre soggetta a revisione da parte di un revisore indipendente, il che significa che i dati devono essere accurati, tracciabili e verificabili.

Affidarsi a metodi manuali o a fogli di calcolo sparsi tra diversi reparti non è più sostenibile, né dal punto di vista operativo né da quello della compliance.

Un software ESG dedicato permette di automatizzare la raccolta dati, ridurre gli errori e garantire la conformità agli obblighi di legge senza impazzire. Il vantaggio competitivo che ne deriva va ben oltre la semplice compliance, perché consente di prendere decisioni strategiche basate su dati reali e aggiornati.

I criteri fondamentali per scegliere la piattaforma giusta

Prima di valutare qualsiasi piattaforma, devi porti alcune domande fondamentali sulla tua situazione aziendale. Quanti e quali dati ESG devi tracciare e da dove provengono? Quali sono i tuoi obblighi normativi nei prossimi 12-24 mesi? Hai bisogno di uno strumento solo per il reporting o anche per la gestione attiva della sostenibilità?

Le risposte a queste domande ti permetteranno di restringere il campo e identificare la tipologia di soluzione più adatta alle tue esigenze.

La conformità agli standard internazionali è un criterio imprescindibile nella scelta. La piattaforma deve supportare i principali framework di riferimento come CSRD, ESRS, Tassonomia UE, GRI e SBTi, generando report pronti per la disclosure senza necessità di rielaborazioni manuali. Verifica anche che il software sia in grado di recepire automaticamente gli aggiornamenti normativi, evitandoti di dover intervenire ogni volta che cambiano le regole del gioco.

Un altro aspetto cruciale riguarda la scalabilità e le integrazioni con i sistemi già presenti in azienda. La piattaforma ESG ideale dovrebbe crescere insieme a te, senza diventare obsoleta alla prima revisione normativa, e dialogare facilmente con ERP, CRM e sistemi HR per centralizzare i flussi di dati. Non sottovalutare nemmeno la facilità d’uso e la qualità del supporto clienti, perché uno strumento potente ma incomprensibile rischia di trasformarsi in un ostacolo anziché in un alleato.

Gli errori più comuni da evitare nella scelta

L’errore più frequente è acquistare un software ESG esclusivamente per adempiere a un obbligo di legge, senza considerare il valore strategico che può generare. La CSRD richiede un approccio prospettico nella rendicontazione, il che significa che i dati ESG non servono solo a compilare bilanci ma devono alimentare il controllo di gestione e supportare la definizione degli obiettivi aziendali. Se scegli uno strumento pensando solo alla compliance, ti ritroverai presto a dover cambiare piattaforma o a integrarne altre per colmare le lacune.

Sottovalutare la qualità dei dati in input è un altro errore che può compromettere l’intero progetto. L’efficacia di qualsiasi software di reporting dipende dall’accuratezza delle informazioni che vengono inserite, quindi è fondamentale mappare preventivamente quali dati hai già a disposizione, chi li gestisce e cosa manca. Molte aziende si ritrovano con dati ESG sparsi, incompleti o obsoleti, e nessun software può trasformare spazzatura in oro.

Il terzo errore riguarda la sottovalutazione del change management necessario per implementare con successo una nuova piattaforma.

Cambiare il modo di lavorare genera sempre resistenza, e quando si parla di ESG molti collaboratori lo percepiscono ancora come qualcosa di secondario rispetto al business principale. La soluzione è scegliere uno strumento con un’interfaccia intuitiva che dimostri il suo valore fin dal primo giorno, coinvolgendo i team fin dalle fasi iniziali del progetto.

Le soluzioni consigliate in base alle esigenze aziendali

Non esiste una piattaforma ESG universalmente migliore delle altre, ma esistono soluzioni più o meno adatte a seconda della dimensione aziendale, del settore e degli obiettivi specifici. Le PMI e le startup che si avvicinano per la prima volta alla rendicontazione di sostenibilità hanno bisogno di strumenti agili, con un approccio diretto e una buona visualizzazione delle metriche senza richiedere integrazioni complesse.

Per queste realtà, piattaforme con modelli self-service che generano automaticamente questionari personalizzati in base a settore e dimensione possono rappresentare il punto di partenza ideale.

Le grandi imprese con strutture organizzative complesse necessitano invece di suite complete che integrino gestione del rischio, conformità normativa e sostenibilità in un unico ecosistema.

Queste soluzioni offrono funzionalità avanzate come l’analisi del ciclo di vita (LCA), la gestione della supply chain e il monitoraggio delle emissioni Scope 3 lungo tutta la catena del valore. La complessità maggiore richiede però tempi di implementazione più lunghi e risorse dedicate per la configurazione iniziale.

Per le aziende che lavorano con molti fornitori e necessitano di monitorare le performance ESG della catena di approvvigionamento, esistono piattaforme specializzate nella valutazione e nel punteggio dei partner commerciali. Allo stesso modo, le realtà industriali con forte attenzione a salute, sicurezza e ambiente troveranno più adatte soluzioni che integrano moduli EHS con le funzionalità ESG.

Il consiglio è sempre quello di testare la piattaforma prima dell’acquisto, verificando non solo le funzionalità tecniche ma anche la capacità di affrontare concretamente le sfide che hai oggi.