La pubblicazione degli Epstein files scontenta anche le vittime: “Nulla di trasparente”


Deluse, scioccate, arrabbiate: quali sono state le reazioni delle donne, allora minorenni. che hanno subito gli abusi del finanziere pedofilo Epstein alla divulgazione ‘censurata’ degli atti di indagine

vittime epstein

Shock e indignazione per la pubblicazione incompleta dei fascicoli. Migliaia di foto e documenti relativi al finanziere pedofilo, morto in carcere nel 2019 in attesa di processo per accuse di traffico sessuale, sono stati resi pubblici in questi giorni dal Dipartimento della Giustizia che ha creato uno spazio web apposito per poterle visionare. Ma gli omissis, la pubblicazione parziale e selezionata delle foto divulgate, addirittura la rimozione di alcuni file, ha fatto gridare alla censura, se non al tentativo di cercare capri espiatori scomodi per ‘coprire’ un presunto maggiore coinvolgimento di Donald Trump.

Insomma, la diffusione delle foto e dei documenti raccolti negli anni di indagine sul finanziere suicida in carcere- dove era finito per reati legati a pedopornografia, violenza e tratta di minori- sembra avere scontentato tutti: i parlamentari di opposizione, ma anche quelli di maggioranza, più legati al movimento Maga che pretendeva trasparenza completa su tutta la questione. Soprattutto, tra gli scontenti e delusi, all’indomani della pubblicazione, figurano anche le vittime di Epstein che dalle testate britanniche e statunitensi esprimono tutto il loro sdegno per la pubblicazione incompleta dei fascicoli derivati dalle loro stesse sofferte denunce. Da Sky News a Nbc News, sono numerose le testimonianze raccolte delle vittime, allora minorenni, del finanziere amico dei potenti che oggi si dicono scioccate, indignate e deluse.

“UNO SCHIAFFO IN FACCIA”

Marina Lacerda, di origini brasiliane, aveva appena compiuto 14 anni quando ha incontrato Epstein ed è entrata nel suo ‘giro’ di ragazzine abusate. A 17 anni però “mi aveva fatto capire chiaramente che ero vecchia, che non ero più divertente per lui. Così mi ha cacciata di casa e non ero più necessaria per lui”, ha raccontato. Dopo la diffusione degli Epstein files da parte del Dipartimento ha però espresso la sua delusione per il rilascio incompleto, definendolo “uno schiaffo in faccia”. “Eravamo tutti emozionati ieri prima che i documenti venissero resi pubblici”, ha detto a Sky News Uk. “Ma quando sono usciti, siamo rimasti semplicemente scioccati e abbiamo visto che non c’era nulla di trasparente. Quindi è molto triste, molto deludente”.

“NON È POSSIBILE NON CI SIA UN INSABBIAMENTO”

ll Dipartimento di Giustizia (DoJ) ha motivato le censure e gli omissis a foto e documenti prima di tutto come una forma di protezione delle vittime del finanziere pedofilo e ha riferito che sono 1.200 le vittime tenute nascoste nei documenti pubblicati. Per un’altra ex ragazzina abusata, Ashley Rubright invece tale misure rappresentano una forma di insabbiamento. Rubright aveva incontrato il defunto molestatore sessuale quando aveva solo 15 anni a Palm Beach ed è stata sua vittima per diversi anni. Alla domanda sulla sua insoddisfazione per la diffusione parziale degli Epstein file, e se ci fosse la sensazione di un’operazione di insabbiamento, la donna ha replicato al corrispondente statunitense di Sky News che quei crimini erano di fatto noti “da così, così tanto tempo”. “Non è possibile- ha aggiunto- che non ci sia un insabbiamento o cosa sia, non lo so”, ha detto. “Non sono affatto scioccata, ma delusa- ha proseguito-vedere pagine no completamente redatte, non è possibile che ciò sia solo per proteggere l’identità delle vittime, e deve esserci una buona ragione. Non so se scopriremo mai di cosa si tratta”.

“PUBBLICAZIONE TROPPO INCOMPLETA PER ESSERE UN ATTO DI GIUSTIZIA”

Una reazione più positiva è arrivata invece da Dani Bensky, che ha rivelato di essere stata abusata sessualmente da Epstein quando aveva 17 anni. All’emittente statunitense NBC News ha ammesso: “Una parte di me si sente un po’ confortata in questo momento, perché penso che molti di noi ha potuto finalmente dire: ‘No, è vero, non siamo una bufala’”. Ma ha anche aggiunto: “Ci sono così tante informazioni, eppure non quante avremmo voluto vedere”. Alla domanda se ritenesse che la pubblicazione dei documenti fosse un atto di giustizia, Bensky ha esitato e infine risposto che la pubblicazione “non è sufficientemente completa per poterlo dire”.

“GRAZIE PER LA PUBBLICAZIONE, MI SENTO REDENTA”

Più soddisfatta invece è Maria Farmer, che nel 1996 aveva presentato una denuncia all’FBI di Miami in cui sosteneva che Epstein avesse rubato e venduto le foto che aveva scattato alle sue sorelle di 12 e 16 anni. Farmer infatti ha manifestato enorme gratitudine per la pubblicazione dei documenti. “È incredibile. Grazie per avermi creduto. Mi sento redenta. Questo è uno dei giorni più belli della mia vita”, ha dichiarato in una dichiarazione tramite i suoi avvocati. E ancora: “Piango per due motivi. Voglio che tutti sappiano che sto versando lacrime di gioia per me stessa- ha aggiunto- ma anche lacrime di dolore per tutte le altre vittime che l’FBI ha deluso.”

LA LEGALE: “MOLTO DELUDENTE, MA NON FINISCE QUI”

Parla infine per diverse vittime di Epstein l’avvocato Gloria Allred, che le ha rappresentate. A Sky News ha commentato la pubblicazione parziale definendola “molto deludente” e anche contro la legge, rispetto le tempistiche. Infatti “a legge non diceva che potevano farlo in un lasso di tempo limitato, non diceva che potevano passare settimane”, diversamente da quanto affermato dal vice procuratore generale Blanche, annunciando ulteriori divulgazioni di fascicoli entro la fine dell’anno. “Non è questo che dice la legge. Quindi, chiaramente, la legge è stata violata”, ha puntualizzato. Infine la legale ha aggiunto che tale pubblicazione incompleta rappresenti solo “una distrazione”. Ma “non è finita, e non finirà finché non avremo la verità e la trasparenza per i sopravvissuti”, ha concluso.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)