Il pranzo della domenica: secondi piatti “di una volta” da non dimenticare


Tradizionalmente, il pranzo della domenica non è mai stato un pasto ordinario. È il momento in cui si rallenta il ritmo, si cucina con metodo e si portano in tavola piatti per cui durante la settimana non c’è tempo. Il secondo piatto ha da sempre un ruolo centrale: preparazioni elaborate, carni scelte con attenzione, cotture che richiedono tempo e cura.

pranzo della domenica

Molte ricette della tradizione oggi si cucinano meno spesso, ma restano esempi concreti di una cucina pratica, familiare e ancora attuale. Non dimenticarle significa mantenere vivo un modo di stare in cucina legato alla condivisione e alla continuità. Di seguito, alcune ricette iconiche che per decenni hanno occupato il centro della tavola della domenica.

Vitello tonnato

Il vitello tonnato nasce come piatto pensato per essere preparato in anticipo e servito freddo al momento del pranzo. La chiave per la buona riuscita del piatto è la carne di vitello che, innanzitutto, deve essere di prima qualità. Oggi, oltre alle macellerie tradizionali, è possibile acquistarla anche nei supermercati, come ad esempio Bennet, dove spesso si trova anche carne di vitello in offerta. Per preparare il vitello tonnato, il taglio più utilizzato è il magatello, cotto dolcemente in un brodo aromatico e lasciato raffreddare nel suo liquido per mantenere morbidezza. La salsa, preparata con tonno, capperi e uova, deve risultare liscia e ben dosata, senza coprire eccessivamente la carne. Il piatto va assemblato con anticipo e lasciato riposare, così che i sapori trovino equilibrio.

Polpettone tradizionale

Il polpettone è uno dei secondi più emblematici della cucina italiana, presente sulle tavole domenicali di molte regioni. Si prepara con carne macinata, spesso mista di manzo e maiale, a cui si aggiungono uova, pane ammollato nel latte, formaggio grattugiato e aromi semplici. La lavorazione deve essere accurata ma senza eccedere, per evitare un impasto troppo compatto. Il polpettone può essere cotto in forno o in casseruola, spesso accompagnato da patate. Il riposo prima del taglio è essenziale per ottenere fette regolari ed integre. È un piatto che si presta anche a essere preparato in anticipo, qualità che lo rende adatto al pranzo della domenica.

Brasato di manzo

Il brasato è uno dei secondi più legati al pranzo festivo, soprattutto nei mesi invernali. Si utilizzano tagli come il cappello del prete o la punta di petto, che richiedono cotture lunghe per diventare teneri. Dopo una rosolatura accurata, la carne cuoce lentamente coperta, con vino rosso e verdure, come carote, patate e cipolle. La marinatura non è obbligatoria, ma contribuisce a dare alla carne un sapore più profondo. La riuscita si riconosce quando la carne si taglia facilmente e il fondo si presenta ben legato. È una preparazione che beneficia del riposo e che spesso si cucina il giorno prima.

Ossobuco in umido

L’ossobuco di vitello è un piatto della tradizione milanese, che richiede attenzione costante ma non tecniche complesse. Le fette di ossobuco vengono infarinate leggermente e rosolate, poi portate a cottura lenta con cipolla, brodo e vino bianco. Il midollo centrale è parte integrante del piatto e va preservato. La gremolada, da aggiungere alla fine, serve a riequilibrare la ricchezza del fondo. È un secondo che trova nel pranzo domenicale il contesto ideale, perché richiede tempo e una gestione accurata della cottura.

Coniglio in umido

Il coniglio in umido è una ricetta casalinga, molto presente nella tradizione delle domeniche in famiglia. Dopo una rosolatura con olio, aglio ed erbe aromatiche, la carne cuoce con vino e, a seconda delle versioni, con pomodoro o in bianco. La fiamma deve restare moderata per evitare che la carne si asciughi. Il risultato è un piatto asciutto ma tenero, spesso accompagnato da contorni semplici, come verdure ripassate in padella o patate arrosto.

Spezzatino in umido

Lo spezzatino, di vitello o di manzo, utilizza tagli che richiedono tempo per diventare morbidi. La rosolatura iniziale è fondamentale per sigillare la carne e sviluppare sapore, seguita da una lunga cottura con verdure e brodo. È un secondo che si presta bene al pranzo della domenica e che migliora dopo il riposo, mantenendo una consistenza uniforme e un gusto più armonico.

Questi secondi piatti non appartengono solo al passato, ma a un modo concreto di cucinare: scegliere con attenzione, cuocere senza fretta e portare in tavola preparazioni pensate per essere condivise, come si faceva una volta.