Il mercato dei farmaci per l’epatite B cronica raggiungerà i 3,2 miliardi di dollari entro il 2034


Secondo le previsioni di GlobalData, il mercato delle terapie per l’epatite B cronica (CHB) nei sette principali mercati farmaceutici mondiali crescerà esponenzialmente

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Secondo le previsioni di GlobalData, il mercato delle terapie per l’epatite B cronica (CHB) nei sette principali mercati farmaceutici mondiali (USA, Francia, Germania, Italia, Spagna, Regno Unito e Giappone) crescerà a un tasso annuo composto (CAGR) del 7,9%, passando dagli attuali 1,5 miliardi di dollari nel 2024 a 3,2 miliardi nel 2034.

La spinta principale a questa crescita sarà l’arrivo — molto atteso — delle terapie in grado di ottenere una “cura funzionale”, obiettivo finora mai raggiunto con gli antivirali disponibili.

Dall’era dei nucleos(t)idi alla nuova generazione di cure
Oggi il mercato è dominato dai nucleos(t)idi (NA), in particolare: EntecavirTenofovir alafenamideTenofovir disoproxil fumarate (TDF)
Sono farmaci efficaci nel sopprimere la replicazione virale, ma richiedono una somministrazione quotidiana a vita e non eliminano il rischio di riattivazione. Inoltre, l’adiuvanza a lungo termine può calare, e gli effetti sul metabolismo osseo e renale sono noti soprattutto per TDF.

La pipeline in fase avanzata racconta però un cambio di paradigma: nessuno dei farmaci in arrivo appartiene alla classe dei NA. Le aziende stanno puntando su molecole capaci di:
• stimolare la risposta immunitaria intrinseca
• bloccare la produzione di antigeni virali
• colpire bersagli intracellulari cruciali per il ciclo dell’HBV
• agire su più livelli, spesso in combinazione, con l’obiettivo finale di ottenere la permanente perdita di HBsAg: il parametro che definisce una vera “cura funzionale”.

I cinque farmaci di prossima generazione attesi entro il 2034
1) Bepirovirsen (GSK) – Agonista TLR8
Meccanismo: attiva i recettori Toll-like 8, stimolando una risposta immunitaria innata contro l’HBV.
Punti di interesse:
• riduce in modo significativo i livelli di HBsAg
• potenziale uso in monoterapia o combinazione
• mira a ripristinare la capacità del sistema immunitario di riconoscere il virus
Gli agonisti TLR sono tra le strategie più promettenti per “risvegliare” la risposta immune, spesso bloccata nella CHB cronica.

2) Selgantolimod (Gilead Sciences) – Agonista TLR8
Meccanismo: simile a bepirovirsen, ma con un profilo farmacologico sviluppato da Gilead.
Punti di interesse:
• progettato per indurre citochine antivirali
• può essere un tassello delle future combinazioni terapeutiche
• potrebbe migliorare la clearance dell’HBsAg
Gilead punta a integrarlo con altre sue piattaforme terapeutiche (siRNA, NA ottimizzati).

3) Daplusiran + Tomligisiran (GSK) – siRNA combinati
Meccanismo: piccoli RNA interferenti che silenziano la produzione di antigeni dell’HBV, in particolare HBsAg.
Perché è importante:
• la riduzione di HBsAg è il passo critico per ottenere la “cura funzionale”
• gli siRNA permettono effetti prolungati con poche somministrazioni
• la combinazione di due siRNA colpisce più punti del ciclo virale
Questa piattaforma rappresenta una delle strategie più concrete per ridurre drasticamente l’antigenemia.

4) ALG-000184 (Aligos Therapeutics) – Inibitore del capside
Meccanismo: blocca l’assemblaggio del capside virale, impedendo la formazione di nuove particelle infettive e riducendo il replenishment del cccDNA.
Perché è promettente:
• agisce in modo complementare agli siRNA e agli agonisti TLR
• potrebbe essere somministrato con un NA residuo o con altre classi innovative
• riduce la replicazione profonda dell’HBV
Gli inibitori del capside sono considerati fondamentali nei futuri regimi combinati.

5) Imdusiran (Arbutus Biopharma) – Inibitore dell’antigene di superficie
Meccanismo: è un RNA interference terapeutico che riduce fortemente la produzione di HBsAg.
Vantaggi attesi:
• forte riduzione dell’antigenemia
• uso potenziale in combinazione con NA e TLR agonisti
• profilo di tollerabilità favorevole
Il focus è sempre lo stesso: abbassare HBsAg fino a favorirne la sieroconversione.

Perché servono nuove terapie?
Nonostante la loro efficacia nel controllare la replicazione virale, i nucleos(t)idi attualmente disponibili non riescono a eliminare definitivamente il virus dell’epatite B. Il motivo è che non agiscono sul cccDNA, una sorta di archivio genetico che l’HBV conserva all’interno del nucleo delle cellule epatiche e che può riattivarsi in qualsiasi momento.
Le nuove terapie in sviluppo cercano invece di intervenire su più fronti contemporaneamente: ridurre la produzione dell’antigene di superficie HBsAg, stimolare la risposta immunitaria innata, bloccare la replicazione più profonda del virus e modificare l’ambiente immunologico del fegato in modo da renderlo meno favorevole all’infezione cronica. La combinazione di questi effetti potrebbe finalmente aprire la strada a quella che viene definita cura funzionale, cioè la scomparsa dell’HBsAg e la totale inattività del virus nel sangue, un traguardo finora raggiungibile solo in casi eccezionali.

Impatto sul mercato
Le analisi di GlobalData indicano che l’arrivo di questa nuova generazione di terapie avrà un forte impatto economico. I nuovi farmaci, infatti, saranno significativamente più costosi rispetto agli antivirali attualmente in uso, e si prevede che entro il 2034 possano arrivare a rappresentare oltre due terzi del mercato complessivo. I Paesi con la crescita più rapida saranno Stati Uniti, Spagna e Francia, mentre il settore sarà influenzato anche dall’ingresso dei generici, soprattutto in seguito alla perdita di brevetto di prodotti come Vemlidy. Allo stesso tempo, la progressiva riduzione dei casi diagnosticati di epatite B potrebbe frenare parzialmente l’espansione del mercato, pur senza impedirne la crescita complessiva.

Ostacoli commerciali e clinici
Nonostante le aspettative molto elevate, il percorso non è privo di ostacoli. I nuovi trattamenti dovranno confrontarsi con la concorrenza degli antivirali orali tradizionali, che sono economici, disponibili e ben conosciuti dai clinici. Inoltre, i costi elevati delle nuove terapie e la possibile necessità di usarle in combinazione rappresentano sfide rilevanti, soprattutto nei sistemi sanitari con risorse limitate. L’accessibilità e la sostenibilità economica saranno quindi temi centrali.
Tuttavia, il forte bisogno clinico di una vera cura funzionale per l’epatite B apre una finestra di opportunità significativa per le aziende che riusciranno a superare questi ostacoli, tanto sul piano regolatorio quanto su quello commerciale.