Carcinoma uroteliale: disitamab vedotin più toripalimab in prima linea efficaci


Carcinoma uroteliale avanzato HER2+, con disitamab vedotin più toripalimab in prima linea rischio di progressione ridotto del 64%

carcinoma uroteliale

Nei pazienti con un carcinoma uroteliale localmente avanzato o metastatico che esprime il recettore HER2 (HER2+), un trattamento di prima linea con l’anticorpo farmaco-coniugato (ADC) disitamab vedotin più l’anti-PD-1 toripalimab migliora in modo significativo sia la sopravvivenza libera da progressione (PFS) sia la sopravvivenza globale (OS) rispetto alla chemioterapia. Lo evidenziano i risultati dello studio di fase 3 RC48-C016, presentati in uno dei simposi presidenziali del congresso annuale della European Society for Medical Oncology (ESMO), a Berlino, e pubblicati in contemporanea sul New England Journal of Medicine.

La mediana della PFS, valutata mediante revisione centralizzata indipendente in cieco (BCR), è risultata di 13,1 mesi nel braccio disitamab vedotin-toripalimab contro 6,5 mesi nel braccio della chemioterapia (HR stratificato 0,36; IC al 95% 0,28-0,46; P < 0,0001). I tassi di PFS a 12 mesi sono risultati rispettivamente del 54,5% contro 16,2% e quelli di PFS a 18 mesi rispettivamente del 38,4% contro 7,5%. I risultati sono stati simili quando la PFS è stata valutata dagli sperimentatori.

La mediana di OS valutata dagli sperimentatori è risultata di 31,5 mesi nel braccio assegnato alla combinazione dell’ADC e dell’immunoterapico contro 16,9 mesi con la chemioterapia (HR stratificato 0,54; IC al 95% 0,41-0,73; P < 0,0001). I tassi di OS a 12 mesi sono risultati rispettivamente del 79,5% contro 62,5%, quelli di OS a 18 mesi rispettivamente del 64,6% contro 48,1% e quelli di OS a 24 mesi rispettivamente del 52,8% contro 39,4%.

Nel braccio trattato con la combinazione, inoltre, gli autori hanno osservato un tasso di risposta obiettiva (ORR) più elevato e una mediana di durata della risposta (DoR) più lunga rispetto al braccio di confronto, con benefici consistenti in tutti i sottogruppi.

«Lo studio di fase 3 RC48-C016 ha dimostrato per la prima volta la superiorità di un anticorpo farmaco-coniugato anti-HER2 più un inibitore di PD1 in una popolazione di pazienti con carcinoma uroteliale localmente avanzato e metastatico, selezionata tramite un biomarcatore», ha affermato durante la sua presentazione l’autore principale dello studio, Jun Guo, del Peking University Cancer Hospital & Institute di Pechino. «Disitamab vedotin più toripalimab offre una nuova e valida opzione terapeutica e può rappresentare un nuovo standard di cura per il trattamento di prima linea» di questa popolazione di pazienti.

Lo studio RC48-C016
Lo studio RC48-C016 (NCT05302284) è un trial multicentrico condotto in Cina, randomizzato, in aperto, che ha incluso 484 pazienti con carcinoma uroteliale localmente avanzato o metastatico, non resecabile, HER2+ (IHC da 1+ a 3+), che non avevano ricevuto alcun trattamento sistemico precedente nella fase avanzata della malattia.

I partecipanti sono stati assegnati secondo un rapporto 1:1 al trattamento con disitamab vedotin e toripalimab per un numero di cicli non definito (243 pazienti) o gemcitabina più cisplatino o carboplatino per un massimo di 6 cicli (241 pazienti).

Gli endpoint primari erano la PFS valutata mediante BIRC e l’OS, mentre gli endpoint secondari includevano la PFS valutata dagli sperimentatori, l’ORR, il tasso di controllo della malattia (DCR), la DoR, la sicurezza e la qualità della vita.

Con la combinazione miglioramento anche dei tassi e durata della risposta
Le caratteristiche basali dei pazienti erano ben bilanciate nei due bracci di trattamento e il follow-up mediano è stato di 18,2 mesi.

L’ORR valutato mediante revisione indipendente in cieco è risultato del 76,1% nel braccio disitamab vedotin-toripalimab e del 50,2% nel braccio di confronto, mentre la mediana della DoR è risultata rispettivamente di 14,6 mesi contro 5,6 mesi. Gli outcome di risposta sono risultati simili quando valutati dagli sperimentatori.

Profilo di sicurezza della combinazione più favorevole
Il profilo di sicurezza della combinazione è risultato più favorevole rispetto a quello della chemioterapia.

Il tasso di eventi avversi correlati al trattamento (TRAE) è risultato del 98,8% nel braccio disitamab vedotin-toripalimab e 100% nel braccio della chemioterapia, mentre i tassi di TRAE di grado 3 o superiore sono risultati rispettivamente del 55,1% e 86,9% e i tassi di TRAE fatali rispettivamente dell’1,2% e 1,4%.

Gli eventi avversi correlati al sistema immunitario hanno richiesto l’interruzione del trattamento rispettivamente nel 12,3% e 10,4% dei pazienti. Inoltre, eventi avversi correlati al sistema immunitario di qualsiasi grado e di grado 3 o superiore si sono verificati rispettivamente nel 46,9% e nel 18,9% dei pazienti del braccio trattato con la combinazione.

Bibliografia
J. Guo, et al. Disitamab vedotin (DV) plus toripalimab (T) versus chemotherapy (C) in first-line (1L) locally advanced or metastatic urothelial carcinoma (la/mUC) with HER2-expression. ESMO 2025; abstract LBA7. leggi

X. Sheng, et al. Disitamab Vedotin plus Toripalimab in HER2-Expressing Advanced Urothelial Cancer. New England J Med. 2025; doi: 10.1056/NEJMoa2511648. leggi