Maria Machado è “al sicuro” in viaggio verso Oslo, il Nobel per la pace lo ritira la figlia: la leader venezuelana dell’opposizione a Maduro è costretta a vivere in clandestinità
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Maria Corina Machado, volto di punta dell’opposizione venezuelana, è in viaggio “al sicuro” verso Oslo, un viaggio definito dagli organizzatori “estremamente pericoloso”. Non è presente alla cerimonia del Nobel per la pace, nonostante la conferma della sua presenza in città. Ana Corina Sosa Machado, la figlia di Maria Corina, ha ritirato al suo posto la medaglia e il diploma per il premio Nobel per la pace 2025.
E’ lei a leggere il discorso: “Sono venuto qui per raccontarvi una storia: la storia di un popolo e della sua lunga marcia verso la libertà. Questa marcia mi porta qui oggi come una voce tra milioni di venezuelani che si sono sollevati, ancora una volta, per reclamare il destino che è sempre stato loro. Il Venezuela è nato dall’audacia, plasmato dall’intreccio di popoli e culture. Dalla Spagna abbiamo ereditato una lingua, una cultura e una fede che si fondono con le radici ancestrali indigene e africane”.
È una storia toccante e personale di ciò che accade quando la democrazia viene data per scontata, poiché “anche la democrazia più forte si indebolisce quando i suoi cittadini dimenticano che la libertà non è qualcosa che aspettiamo, ma qualcosa che diventiamo. La mia generazione è nata in una democrazia vibrante e la davamo per scontata. Pensavamo che la libertà fosse permanente come l’aria che respiravamo. Amavamo i nostri diritti, ma dimenticavamo i nostri doveri. Quando ci siamo resi conto di quanto fossero diventate fragili le nostre istituzioni, un uomo che in passato aveva guidato un colpo di stato militare per rovesciare la democrazia è stato eletto presidente. Molti pensavano che il carisma potesse sostituire lo stato di diritto”.
La 58enne leader, che da agosto scorso vive in clandestinità dopo lo scontro frontale con Nicolás Maduro, è apparsa in pubblico una sola volta negli ultimi mesi. Le autorità venezuelane avevano avvertito che sarebbe stata considerata una “latitante” nel caso avesse lasciato il Paese per ritirare il premio, assegnatole per la lotta democratica condotta contro un regime che lei accusa apertamente di aver manipolato le elezioni del luglio 2024, dalle quali era stata esclusa. Una posizione condivisa da gran parte della comunità internazionale.
La cerimonia norvegese si svolge mentre gli Stati Uniti hanno intensificato la presenza militare nei Caraibi e condotto operazioni contro imbarcazioni considerate parte del traffico di droga. Maduro sostiene che l’obiettivo reale di Washington sia il rovesciamento del suo governo e il controllo delle risorse petrolifere del Paese; Machado giudica invece legittimi gli interventi americani.
Dopo ore di incertezza su chi avrebbe ritirato il premio – con alcune anticipazioni che indicavano la figlia della leader – il comitato norvegese ha chiarito in mattinata che Machado è effettivamente giunta nella capitale norvegese, pur senza precisare tempistiche o dettagli logistici.
In una nota ufficiale, il comitato ha dichiarato che Machado “ha fatto tutto il possibile per partecipare alla cerimonia”, affrontando “un viaggio in condizioni di estremo rischio”. Il comunicato sottolinea che “non potrà essere presente agli eventi di oggi”, ma che è “in buona salute” e “sarà con noi a Oslo”.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)