Approda in anteprima a Roma venerdì 12 dicembre al Teatro Eduardo De Filippo lo spettacolo INVENTARIO PER UN CORPO ERETICO
Approda in anteprima a Roma venerdì 12 dicembre al Teatro Eduardo De Filippo lo spettacolo INVENTARIO PER UN CORPO ERETICO.
Un progetto del collettivo NOCTUA, composto da Viviana Barboni, Camilla Benzi, Alice Casales, Tiziana Di Tella, Caterina Petrarulo, nasce lo spettacolo “Inventario per un corpo eretico”, drammaturgia e regia di Martina Badiluzzi con musiche originali ed esecuzione dal vivo a cura di Roberta Russo (Kyoto). Il progetto è realizzato nell’ambito del LABOR WORK Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini con il sostegno di DiSCo Lazio e Regione Lazio.
“Inventario per un corpo eretico” è un atto di sabotaggio, un rito scenico che scardina lo sguardo giudicante che per secoli ha confinato i corpi e le identità femminili in una gabbia di aspettative. È il tentativo di disarticolare il potere patriarcale con un linguaggio intimo e magico che non chiede il permesso di esistere. Un’esperienza poetica e visiva che crea uno spazio collettivo di resistenza, desiderio e liberazione dove un grido nella notte lancia la miccia per una rivoluzione.
Cinque giovani donne, si muovono in una società dove ogni gesto di ribellione sembra vano, e la perdita di senso soffoca ogni speranza di cambiamento. Da questo smarrimento nasce l’urgenza di inventare una rivoluzione possibile. Nel corso di una notte vivono un’esperienza che è insieme un pigiama party, un rituale, un sabba che diventa terreno di trasformazione.
Ferita, mestruazione, rottura dell’imene sono le tappe segnate nel sangue, riti di iniziazione che ogni giovane donna attraversa per arrivare alla maturità. Soglie attraverso cui il corpo femminile deve passare.
Da uno spazio intimo e disarmato, il testo deraglia in un paesaggio distopico e caricaturale, in cui il linguaggio inquisitorio riemerge con tutta la sua grottesca violenza. Un processo. Una giovane donna viene accusata di stregoneria e se all’inizio il processo era una farsa, ora la confessione si fa verità sacrificale, atto rituale, messa in crisi del reale. Di fronte a un ordine simbolico e politico che ha
escluso per secoli – e continua a farlo sistematicamente – la voce e il sapere femminile, a cosa appellarsi? Le cinque giovani donne scelgono di ricorrere alla stregoneria come strumento di disarticolazione del mondo, come contro-narrazione, come forma altra di conoscenza.
Note di regia
“Inventario per un corpo eretico” è un atto scenico di sabotaggio. Il punto di partenza è il corpo: corpo biologico, corpo sociale, corpo narrante. Nel cuore della drammaturgia si agita la figura della strega, emblema di una femminilità refrattaria al controllo, che attraversa i secoli incarnando ora la guaritrice, ora la ribelle, ora l’eretica, ora semplicemente la “non conforme”.
Con “Inventario per un corpo eretico” vogliamo sabotare l’archetipo della strega con un gesto drammaturgico in cui l’indignazione feroce, l’ironia e la leggerezza si intrecciano. Lo spettacolo prende in prestito le forme del gioco, della confidenza, della farsa, del rito, e le piega fino a rivelarne la natura politica. Una drammaturgia ibrida, in cui materiali storici si intrecciano a fonti letterarie, elementi autobiografici e pratiche performative. Dove il corpo è l’inizio di ogni discorso, la parola il tentativo d’incontrarsi e la musica originale è terzo elemento di racconto, raccordo.
La lingua non è neutra: è stata spesso usata per soggiogare, ma può anche liberare. Le maledizioni, gli anatemi, le preghiere – formule ancestrali di una lingua magica e agita – conoscono il potere trasformativo della parola, la sua capacità di alterare la realtà, di incidere sul mondo.
È in questa consapevolezza che le giovani donne in scena scelgono la stregoneria: non come folclore, ma come archivio di saperi alternativi, come accesso a un linguaggio che non chiede il permesso di esistere. Un atto teatrale che riconosce l’immenso potere magico delle parole e ne fa uso formulando anatemi, maledizioni a questo mondo rotto e preghiere affinché qualcosa cambi e trasformi l’orrore di questi tempi così bui.