Delitto di Garlasco: depositata la perizia che potrebbe incastrare Sempio, ma per la difesa “vale zero”. Se ne parlerà in aula il prossimo 18 dicembre
![]()
Le conclusioni della perizia di Denise Albani sul Dna delle unghie rilevano da ‘moderatamente forte e forte la compatibilità’ con Andrea Sempio. È ufficiale: da ieri sera è nelle mani del Gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, la relazione della perita ‘sopra le parti’ in cui c’è scritto a chi porta il Dna ritrovato sulle unghie di Chiara Poggi, uccisa nell’agosto 2007. Ed è ora ufficiale che Albani ha trovato il match con il nuovo indagato dell’omicidio, nella nuova indagine del Garlasco Bis, per cui è stato invece condannato a 16 anni di carcere Andrea Stasi, allora fidanzato della vittima.
COSA ERA TRAPELATO
La nuova relazione è stata consegnata al magistrato ieri e le parti l’hanno ritirata oggi, giovedì 4 dicembre, in mattinata. Le anticipazioni erano trapelate già nei giorni scorsi ed già era stato svelato il punto centrale: ovvero le risultanze avrebbero portato al ramo familiare maschile di Andrea Sempio. Ed essendo l’indagato l’unico degli uomini della sua famiglia a frequentare casa Poggi, per via dell’amicizia con Marco Poggi, fratello di Chiara, il focus ricade decisamente su di lui. Le 94 pagine della nuova relazione in sostanza confermano i risultati della perizia di parte, già effettuata, dalla procura con il professor Carlo Previderé.
LA RELAZIONE ALBANI, COSA DICE
Negli estratti riportati dalla stampa lo si vede scritto nero su bianco: “Data l’evidenza e la presenza di un contributore sconosciuto non imparentato, l’ipotesi che Sempio Andrea (e tutti i soggetti imparentati con lo stesso per via patrilineare) abbia contribuito alla traccia Y428 – MDX5 è approssimativamente da 476 a 2153 volte più probabile rispetto all’ipotesi secondo cui due soggetti ignoti di sesso maschile non imparentati con la abbiano contribuito alla traccia mista di interesse”. Così “tali valori- si evidenzia- si traducono, rispettivamente, in un supporto che va da moderatamente forte a forte (sulla base della popolazione di riferimento) all’ipotesi che Sempio Andrea (e tutti i soggetti imparentati con lo stesso per via patrilineare) abbia contribuito alla traccia Y428 – MDX5”.

IL GIUDIZIO SULLA PERIZIA DEL 2014
Tra le conclusioni della perita anche il giudizio sull‘unica perizia finora effettuata sull’esame del dna delle unghie della vittima, quella del professor Francesco De Stefano che, nel 2014, durante il processo di appello bis a Stasi, aveva giudicato il Dna maschile degradato e contaminato, pertanto inutilizzabile per consentire a risalire a una identità, pur non escludendo che nel materiale prelevato fosse presente anche Dna riferibile a Stasi. Ebbene, la nuova perizia esclude invece la presenza del dna dell’ex fidanzatino. E a parere di Albani “le strategie analitiche adottate nel 2014 (mancata quantificazione del Dna e utilizzo di diversi volumi di eluato per le tre sessioni di tipizzazione Y) hanno di fatto condizionato le successive valutazioni- riporta nelle conclusioni la perizia- perché non hanno consentito di ottenere esiti replicati (congiuntamente comparabili) al fine di giungere a un risultato che fosse certamente affidabile e consolidato o, diversamente, certamente non interpretabile perché caratterizzato da artefatti”.
I LIMITI DELLA ‘PERIZIA ALBANI’
La stessa perita nominata dal Gip descrive i limiti del suo lavoro, ovvero: in primis “l’analisi del cromosoma Y non consente di addivenire a un esito di identificazione di un singolo soggetto, anche qualora i risultati siano completi, consolidati e attribuibili a una singola fonte”. Inoltre, elenca anche a quali interrogativi non è riuscita a dare risposta: “Nel caso di specie si tratta di aplotipi misti parziali per i quali non è possibile stabilire con rigore scientifico- scrive- primo, se provengano da fonti del Dna depositate sotto o sopra le unghie della vittima e, nell’ambito della stessa mano, da quale dito provengano”; poi ” quali siano state le modalità di deposizione del materiale biologico originario”. E ancora, non è possibile stabilire “perché ciò si sia verificato (per contaminazione, per trasferimento avventizio diretto o mediato) e ” quando sia avvenuta la deposizione del materiale biologico”.
I LEGALI DI SEMPIO: “RISULTATI CHE VALGONO ZERO”
La difesa di Sempio ha già declassato le risultanze della perita del Gip: all’uscita dal tribunale, dopo averne ritirato il testo, intervistato dai cronisti, l’avvocato Liboro Cataliotti, per indicare quanto vale la perizia, ha indicato con le dita lo ‘zero’: “Non è un risultato scientifico ma si basa su un artefatto”, ha aggiunto. E ancora: “Nella perizia di Albani sono più importanti le premesse delle conclusioni”. Al suo fianco Angela Taccia: “Non è uscito nulla a carico di Sempio- ha sottolineato- ho visto che sono già state diffuse delle righe parziali che sono le più brutte della perizia, se si vedessero tutte le conclusione si evincerebbe diversamente, tutto è basato su elementi fattuali artefatti”.
APPUNTAMENTO IN AULA AL 18 DICEMBRE
Ora il prossimo appuntamento decisivo sarà in Aula il prossimo 18 dicembre, quando davanti alla gip, sfileranno le repliche delle parti. La difesa di Sempio punterà a sminuire la portata dei risultati della perizia di Albani. Per i consulenti della procura e per la difesa di Stasi sarebbero invece una delle prove della responsabilità dell’attuale indagato, nei cui confronti i pm dovrebbero comunque chiedere il rinvio a giudizio per Sempio.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)