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Indonesia, Sri Lanka e Thailandia in ginocchio per le alluvioni

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Indonesia e Sri Lanka in ginocchio tra monsoni e alluvioni: è il conto salato che pagano per cambiamento del clima e deforestazione

Continua a salire il drammatico bilancio complessivo delle alluvioni che, con inondazioni e frane, hanno colpito Indonesia, Sri Lanka e Thailandia. Dove la stagione dei monsoni sta picchiando duro e ha portato migliaia di vittime e salvataggi disperati, con persone aggrappate ai tetti delle proprie casa nella speranza di mettersi in salto.

Tutta l’area dell’Asia meridionale e sud-orientale – dall’Indonesia alle Filippine passando per Sri Lanka, Thailandia, Vietnam, Malesia-, ha subito di recente forti inondazioni, aggravate in alcuni Stati da tempeste tropicali, tra cui il tifone Koto, che ha causato gravi inondazioni improvvise e smottamenti nelle Filippine, il ciclone Senyar, che ha colpito duramente la parte settentrionale di Sumatra in Indonesia, e il ciclone Ditwah, che ha devastato lo Sri Lanka.

Solo in Indonesia, Sri Lanka e Thailandia le vittime sono state oltre 1.250 e centinaia di persone risultano ancora disperse: sarebbero circa 800. Il paese più colpito è l’Indonesia, dove si contano 631 morti e 475 dispersi (e sull’isola di Sumatra strade e ponti sono stati spazzati via), mentre nello Sri Lanka sono morte 390 persone e 352 risultano disperse. In Thailandia sono morte 181 persone. Il presidente dello Sri Lanka, Anura Kumara Dissanayake, ha parlato delle alluvioni di questi giorni come del “più grande e grave disastro naturale della nostra storia”.  La ‘colpa’ di quello che sta succedendo? Il cambiamento climatico ma non solo. Gli esperti dicono che i sistemi tropicali, tifoni, uragani o cicloni tropicali, stanno producendo molta pioggia a causa del riscaldamento dell’atmosfera e dell’oceano, che alimenta queste tempeste. Ma ci sono altre cause a pesare: i territori del Sud-Est Asiatico sono indeboliti da deforestazione e gestione forestale insostenibile. “L’Indonesia- scrive il Wwf- colpita in questi giorni da piogge monsoniche e tempesta tropicale, è uno dei luoghi più rappresentativi del ciclone ecologico provocato dalla combinazione di crisi climatica e distruzione delle foreste tropicali”. Dagli anni 90 l’Indonesia ha perso un quarto della sua copertura forestale e solo nel 2024 oltre 240.000 ettari di foresta primaria sono andati perduti.

“EVENTI CLIMATICI DIVENTANO CATASTROFI”

Il Wwf, in una nota, ribadisce come “gli eventi climatici estremi siano ogni giorno sempre più intensi e devastanti: siamo davanti a vere e proprie catastrofi che impattano totalmente sulle vite delle persone e distruggono. Ancora una volta davanti ai nostri occhi, ma fuori dalle agende dei governi, c’è l’urgenza di agire contro la crisi climatica abbandonando i combustibili fossili e mettendo fine alla deforestazione”. Un recente studio di attribuzione condotto dal Grantham Institute for Climate Change and the Environment utilizzando il modello Imperial College Storm Model (IRIS) ha rilevato che il cambiamento climatico ha aumentato di circa il 10,5% la quantità di pioggia del tifone Fung-wong, che ha colpito le Filippine il mese scorso.

“Anche in Asia, come in altre regioni del mondo, l’opinione pubblica critica la scarsa preparazione e attenzione da parte dei governi verso gli effetti della crisi climatica per comunità e persone”, dice ancora il Wwf, che stigmatizza l’uso dei combustibili fossili e la deforestazione, sollecitando da un lato a prevenire, dall’altro ad affrontare il danno già fatto, cioè “l’aumento di frequenza, intensità e rischi dei fenomeni estremi provocati dal cambiamento climatico”. Questi fenomeni arrivano dieci giorni dopo che la Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima (COP30) in Brasile “si è conclusa senza fornire le risposte che i paesi colpiti dai danni dei cambiamenti climatici hanno ripetutamente chiesto, vale a dire i finanziamenti anche per prevenire e far fronte ai disastri, nonché un percorso per transitare fuori dai combustibili fossili2, rileva ancora il Wwf.

Come nel caso dell’Indonesia, deforestazione e gestione forestale non sostenibile indeboliscono profondamente la resilienza dei territori, amplificando la frequenza e la severità di eventi climatici estremi come le alluvioni. Senza la copertura arborea, il suolo perde la sua capacità di trattenere l’acqua, l’erosione aumenta e le piogge intense si trasformano più facilmente in ondate di piena improvvise. “La tutela e la gestione responsabile delle foreste non sono quindi solo una questione ambientale, ma una misura essenziale di sicurezza climatica e di protezione delle comunità- conclude il Wwf-. Dove gli alberi vengono sostituiti da piantagioni e da infrastrutture umane, si pavimenta la strada a perdite e sofferenze umane”.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)

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