50 dei 315 bambini rapiti da una scuola in Nigeria sono riusciti a scappare. Per gli altri 265 studenti e i 12 insegnanti ancora nelle mani dei rapitori, è in corso una vasta operazione di ricerca
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Cinquanta dei 315 bambini rapiti venerdì da uomini armati nella scuola cattolica St Mary’s in Nigeria sono riusciti a scappare e sono stati ricongiunti alle loro famiglie, secondo quanto riferito dall’Associazione Cristiana della Nigeria. Per gli altri 265 minori e i 12 insegnanti ancora nelle mani dei rapitori, è in corso una vasta operazione di ricerca condotta da esercito, polizia e vigilanti locali.
L’ondata di sequestri che ha colpito il Paese ha spinto diversi stati del nord e del centro – Niger, Kebbi, Katsina, Yobe e Kwara – a chiudere le scuole come misura precauzionale. Lunedì, un secondo rapimento ha riguardato 25 alunni in un collegio dello Stato di Kebbi, alimentando paura e incertezza nelle comunità. Il presidente Bola Tinubu ha annunciato il reclutamento di 30.000 nuovi agenti di polizia e la riorganizzazione del personale di sicurezza: gli agenti assegnati alla protezione di personalità politiche verranno reimpiegati per garantire maggiore copertura soprattutto nelle aree rurali più vulnerabili.
Secondo alcuni gruppi cristiani locali, la fuga dei 50 studenti sarebbe avvenuta tra venerdì e sabato, con un’azione coraggiosa per sottrarsi ai loro sequestratori. Un episodio che riaccende inevitabilmente il ricordo del rapimento di Chibok del 2014, quando 276 studentesse furono prelevate da Boko Haram, diventando simbolo di una crisi che continua ancora oggi. Anche Papa Leone XIV ha espresso “profonda tristezza” per l’accaduto, chiedendo un intervento rapido delle autorità.
Le autorità locali hanno affermato che la scuola St Mary’s non avrebbe rispettato un ordine di chiusura preventiva emesso dopo allarmi di intelligence su possibili attacchi. In molte zone della Nigeria il fenomeno dei rapimenti a scopo di riscatto è diventato una delle principali emergenze di sicurezza. Il divieto di pagare riscatti, introdotto per ridurre i finanziamenti alle bande criminali, non sembra aver frenato il problema.
Il governo respinge le accuse di persecuzioni religiose rivolte negli ultimi mesi da esponenti politici statunitensi. Secondo le autorità di Abuja, le vittime degli attacchi non appartengono a un solo credo: il terrorismo colpisce indiscriminatamente musulmani, cristiani e chiunque rifiuti l’ideologia estremista dei gruppi armati.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)