Coppa Davis, prima Berrettini poi Cobolli: un’Italia da urlo approda in finale


Coppa Davis, prima Berrettini poi un Cobolli indomito: 2-0 al Belgio e Italia del tennis maschile in finale la terza volta di fila

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Si è parlato molto in questi giorni del Flavio Cobolli bambino che incontra sul suo cammino tennistico Matteo Berrettini, di sei anni più grande. L’infanzia è finita, perché oggi il ventitreenne romano ha dimostrato la maturità e il coraggio necessari a guidare la nazionale italiana verso la finale della Coppa Davis di domenica, vincendo la partita della vita, 17-15 al tie-break del terzo set (il sesto più lungo della storia della Davis in un set decisivo) contro un encomiabile Zizou Bergs.

Italia batte il Belgio 2-0 e va per la terza volta di fila in finale, grazie a un indomito Cobolli. In platea a seguire le gesta dell’amico, anche l’ex giocatore della Fiorentina e della Roma, Edoardo Bove, inquadrato a più riprese dalle telecamere. Il primo set trascorre velocemente e si chiude 6-3 per l’azzurro, che non concede palle break e si regala tre ace. La storia cambia nel secondo set. Zizou Bergs sa che deve tentare il tutto per tutto per tenere a galla il Belgio e sperare di portarlo sull’1-1.

La frazione si decide al tie break, che si chiude a favore del Belgio. Il belga inizia il terzo set in spinta, sull’onda dell’entusiasmo per essersi rimesso in gioco. Cobolli sente la pressione, subisce l’iniziativa dell’avversario, più determinato nel prendere il comando del gioco. Nel terzo gioco salva tre palle break. Tutta la panchina dell’Italia è in piedi. Bove si mette le mani nei capelli. Al 5-4 per l’Italia si arriva su un’altalena emozionale e tennistica che toglie il respiro.

I 10.000 della Super Tennis Arena si incendiano. Cobolli va 30 a zero sul servizio di Bergs. Si arriva al match point: ben due, entrambi annullati. Nel turno successivo salva una palla break e va 6-5. Zizou gioca per tenere accese le speranze della sua nazionale e si porta sul 6 pari.

Al tie-break ha due match point, che spreca. Arriva il terzo, Cobolli cancella anche quello. Si va avanti sulle montagne russe con match point annullati da una parte e dall’altra. Fino al 16-15, quando il palazzetto esplode in un boato per il suo beniamino, che chiude la partita con un servizio vincente. “Devo essere sincero, oggi ho rischiato un po’. Ma questa è la mia partita ideale, ho vissuto il mio più grande sogno. Grazie a tutti”, dice a fine match, dedicando la vittoria alla mamma, al fratello “che non smette di piangere”, e “a un amico che spero possa tornare presto a giocare a calcio”. E le telecamere inquadrano proprio il fratello in lacrime e Bove che si abbracciano in tribuna.

VOLEVO VINCERE, HO LOTTATO COL SANGUE ALLA BOCCA

Alla fine, dopo aver trasformato il settimo match point sul 16-15 nel tie-break decisivo, Flavio Cobolli, che porta il nome di una stirpe di imperatori e ha combattuto come un gladiatore, si è strappato la maglia azzurra di dosso, mostrando i muscoli, veri e metaforici che gli sono serviti per portare l’Italia nella terza finale consecutiva di Coppa Davis.

“E’ il mio giocatore preferito, ma non ho imitato Nole. Festeggiamo Flavio, non Novak”, assicura in conferenza stampa. “Volevo fare Hulk”, scherza, tornando per un attimo il ragazzino dei campetti del circolo Aniene di Roma che guardava giocare Matteo Berrettini, di sei anni più grande. “Per me è come un fratello”, ammette.

Di fratelli veri (Guglielmo) e acquisiti (Edoardo Bove, in tribuna) è piena questa impresa della nazionale italiana di tennis. “Tutti i ragazzi della squadra sono speciali per me. Siamo una grande squadra, molto solida e cerchiamo di lavorare l’uno per l’altro durante il giorno”, ribadisce Cobolli nella conferenza stampa post match. “Mercoledì ho detto che era stato il giorno più bello della mia vita. Oggi è venerdì ed è superato. La riguarderò tante volte questa partita, è stata una partita pazzesca e sono contentissimo di me stesso, in primis, e del team che si è creato tra di noi”, prosegue. “Filippo (Volandri, capitano dell’Italia, ndr) mi ha aiutato tanto, ero cosciente di poter perdere, ho provato a essere coraggioso e il più freddo possibile. Credo di essermi meritato la vittoria, ho lottato con il sangue alla bocca”, si riconosce il tennista.

Volandri ora guarda alla finale di domenica, che si disputerà con la vincente tra Germania e Spagna, che si affronteranno in semifinale domani. Per l’Italia la possibilità di battere il record, vincendo per tre volte consecutive il campionato del mondo. “Come ho già detto noi non stiamo cercando di vincere la terza Coppa Davis di fila, ma la Coppa Davis 2025”. Tra i primi a complimentarsi con Filippo Volandri per la vittoria di oggi, l’allenatore di Jannik Sinner, Darrel Cahill. “Mi ha appena scritto, sa della Coppa Davis. Sono molto felice che mi abbia scritto”, racconta il capitano. “Abbiamo ancora la finale da giocare e dobbiamo prepararla nel modo migliore”, conclude Volandri.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)