“No Meloni day” a Bologna, spintoni e tensione tra studenti e Polizia


No Meloni Day a Bologna: corteo degli studenti intenzionato a dirigersi in Fiera: al ponte di San Donato ci sono stati momenti di tensione con la Polizia

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Momenti di tensione a Bologna, tra studenti e Polizia, durante il corteo degli studenti in occasione del ‘No Meloni day’, in coincidenza con lo sciopero studentesco a livello nazionale. Gli attimi di tensione si sono verificati quando i manifestanti sono arrivati a contatto con la Polizia in assetto antisommossa che era posizionata a sbarrare il passaggio sul ponte di San Donato in direzione della Fiera.

Fateci passare“, cantavano in coro gli studenti delle superiori dietro lo striscione, intenzionati a far proseguire il corteo lungo il ponte, forse per avvicinarsi il più possibile alla Fiera di Bologna, dove è in corso l’Assemblea nazionale dell’Anci a cui partecipano anche diversi esponenti dell’Esecutivo. Ci sono i ministro Matteo Piantedosi, Alessandro Giuli, Francesco Lollobrigida e Tommaso Foti.

I MOMENTI DI TENSIONE

Al ponte di San Donato gli studenti sono arrivati a contatto con la polizia in tenuta antisommossa: le Forze dell’Ordine li hanno respinti spingendoli indietro con gli scudi. Dopo una pausa di pochi minuti, i manifestanti sono tornati a farsi sotto e ancora sono stati spintonati con gli scudi. Sono state lanciate anche uova verso le forze dell’ordine.

IL CORTEO CONTRO IL GOVERNO E LE SCRITTE SUI MURI

Il corteo degli studenti è partito lungo i viali dopo il concentramento di questa mattina in piazza Verdi: è lì che si erano dati appuntamento, infatti, gli studenti delle superiori e quelli universitari di Bologna per quello che i collettivi hanno ribattezzato ‘No Meloni Day’, in occasione dello sciopero studentesco a livello nazionale. Quando il corteo è partito c’erano circa 300-400 giovani (che poi sono raddoppiati fino a diventare più di mille). Tra loro anche i ricercatori precari, a rischio per i contratti in scadenza.
Insieme agli slogan e ai discorsi gridati al megafono (“Palestina libera”; “Governo genocida”; “Cacciamoli via”; “Bologna non vi vuole”; “Blocchiamo tutto”), sono i muri della zona universitaria che raccontano le ragioni della protesta: solidarietà al popolo palestinese, contrarietà alla guerra e alle spese militari, contestazione ai vertici dell’Ateneo, opposizione al Governo Meloni e in particolare ai ministri Antonio Tajani e Matteo Piantedosi. I manifestanti in corteo hanno chiesto le dimissioni dei ministri, aggiungendo di tanto in tanto qualche insulto. In mattinata anche presidi alle scuole superiori, sempre con lo slogan “Blocchiamo tutto”: ad esempio, la liceo Copernico.

TRAFFICO BLOCCATO, BRUCIATE IMMAGINI SUL FASCISMO

Prima dei momenti di tensione con le Forze dell’ordine al ponte di San Donato, il corteo si era mosso in modo “selvaggio”, con tanto di traffico bloccato all’altezza di porta San Donato. Durante il percorso, gli attivisti hanno dato fuoco ad alcune immagini che riportano svastiche tracciate sui muri, arresti di studenti e notizie sui cori fascisti nelle sedi dei giovani di Fdi. “Bruciamo il fascismo, cacciamo il Governo“, si legge sui cartelli prima che vengano ridotti in cenere. Il corteo è animato dai collettivi Osa, Cua, Cambiare Rotta, dalle sigle Link e Giovani Comunisti, insieme ad altri movimenti studenteschi. Tante le bandiere palestinesi che sventolano, altrettanti i cartelli e gli striscioni contro il Governo, i suoi decreti e il riarmo.
Dopo i momenti di tensione con la Polizia, il corteo ha infine fatto dietrofront. Abbandonando, pare, l’idea di dirigersi in Fiera. I manifestanti sono tornati indietro lungo i viali, poi una parte ha fatto ritorno in zona universitaria, mentre un’altra si è diretta al polo universitario di vialeBerti Pichat e ha occupato un’aula.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)