La Cassazione: se il cane del vicino abbaia in modo continuo e disturbante scatta il risarcimento


La Cassazione: se il cane del vicino abbaia in modo continuo e disturbante, può scattare un risarcimento anche se non è provato un danno alla salute

cane messina

Se il cane del vicino abbaia in modo continuo e disturbante, può scattare un risarcimento anche se non è provato un danno alla salute.

“Finora, per ottenere un risarcimento, la strada era in salita- scrive laleggepertutti.it– bisognava spesso dimostrare, con certificati medici, che quel rumore aveva causato un danno alla salute, un’ansia documentata, un vero e proprio danno biologico (come previsto dall’articolo 32 della Costituzione). Ma ora non più”. Un’ordinanza della Corte di Cassazione (la n. 29784 dell’11 novembre 2025) “cambia le carte in tavola in modo drastico. I giudici supremi hanno stabilito che i vicini esasperati dai cani che abbaiano hanno diritto a un risarcimento anche se, dal punto di vista medico, stanno benissimo”.

La Corte sottolinea che la tranquillità dei vicini è un bene giuridico tutelato: il disturbo provocato da latrati ripetuti supera la normale tollerabilità e giustifica il risarcimento. L’ordinanza conferma come chi possiede un animale domestico debba vigilare sul suo comportamento, soprattutto nelle ore di riposo o in contesti abitativi densamente popolati.

La Terza Sezione Civile “ha confermato una condanna da 3.000 euro a testa per quattro vicini disperati, aprendo la strada a migliaia di cause simili- si legge ancora- Quattro cani, tenuti in gabbia nella proprietà di una coppia, hanno abbaiato giorno e notte per cinque lunghi anni. I vicini, quattro persone, hanno sopportato l’insopportabile. Hanno portato in tribunale perizie fonometriche (misurazioni del rumore) basate su registrazioni, che hanno dimostrato come i “picchi sonori” dovuti ai latrati superassero costantemente il limite della normale tollerabilità (fissato in 3 decibel sopra il rumore di fondo) e hanno portato testimoni“. I giudici hanno così chiarito che “l’azione si basa sull’articolo 844 del Codice Civile (le immissioni intollerabili) e sull’articolo 2043 (risarcimento per fatto illecito)” e hanno condannato i padroni dei cani “a pagare 3.000 euro a ciascuno dei quattro vicini”.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)