Vitiligine, con ruxolitinib crema risposta dura a lungo


Vitiligine: i dati emersi dagli studi di fase III, presentati al congresso 2025 della European Academy of Dermatology and Venereology (EADV), confermano il ruolo di ruxolitinib crema come opzione terapeutica efficace e ben tollerata

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Nel contesto del trattamento della vitiligine non segmentale, i dati emersi dagli studi di fase III, presentati al congresso 2025 della European Academy of Dermatology and Venereology (EADV), confermano il ruolo di ruxolitinib crema come opzione terapeutica efficace e ben tollerata. I risultati basati su un follow-up fino a 104 settimane evidenziano tassi elevati di ripigmentazione facciale e corporea, con benefici mantenuti anche dopo la sospensione del trattamento e la possibilità di recupero della risposta in caso di recidiva.

«Ruxolitinib crema è in uso in Germania dal maggio 2023, funziona molto bene ed è estremamente sicuro» ha esordito il relatore Alexander Zink, Professore presso la Technical University of Munich (TUM), Germania.

I principali studi condotti sul farmaco, TRuE-V1 e TRuE-V2, in doppio cieco, con successiva estensione in aperto, della durata di 104 settimane, hanno valutato l’efficacia e la sicurezza di ruxolitinib in crema nel trattamento della vitiligine non segmentale in pazienti adulti e adolescenti.

I risultati di efficacia sono stati misurati utilizzando i parametri VASI 50, VASI 75 e VASI 90, che indicano rispettivamente una ripigmentazione di almeno il  50%/75%/90% delle lesioni rispetto al basale secondo il Vitiligo Area Scoring Index (VASI). Il Facial Vitiligo Area Scoring Index (F-VASI) è invece una sottoscala dell’indice VASI, sviluppata per valutare in modo specifico l’estensione e la gravità della vitiligine localizzata sul volto. Negli studi registrativi, dopo 24 settimane di trattamento, circa il 75% dei pazienti ha raggiunto la risposta F-VASI 50, circa il 50% l’F-VASI 75 e circa il 30% l’F-VASI 90.

L’efficacia non si limita al volto, ma si estende anche al corpo, che risulta più difficile da trattare. Dopo 52 settimane, circa il 50% dei pazienti ha raggiunto la risposta T-VASI 50 (Total Vitiligo Area Scoring Index), ovvero una ripigmentazione del 50% su tutte le lesioni corporee.

Ripigmentazione significativa e duratura con il trattamento prolungato 
Lo studio di estensione TRuE-V LTE ha ulteriormente valutato gli effetti a lungo termine in 458 partecipanti che avevano completato gli studi TRuE-V1 o TRuE-V2, esaminando gli effetti sia dell’interruzione del trattamento che il mantenimento della risposta con l’uso continuativo di ruxolitinib. Anche tra i pazienti che alla settimana 24 presentavano una ripigmentazione facciale o corporea minima o assente, oltre l’80% ha dimostrato miglioramenti significativi alla settimana 104 grazie alla terapia continuativa .

In particolare, il 97,1% di coloro che avevano avuto una risposta limitata del viso alla settimana 24, ha mostrato progressi alla settimana 104, e oltre la metà (54,9%) ha raggiunto la risposta F-VASI 75. Anche i miglioramenti nel T-VASI sono stati sostanziali, con il 93,3% dei pazienti inizialmente non responder che ha mostrato progressi entro la settimana 104.

Complessivamente, questi studi evidenziano che la crema a base di ruxolitinib è efficace e ben tollerata nel trattamento della vitiligine non segmentale. È particolarmente rilevante il valore di un trattamento prolungato e continuativo, anche nei pazienti con risposta iniziale lenta, per ottenere una ripigmentazione significativa e duratura.

Miglioramento progressivo nel tempo in zona genitale
La zona genitale spesso richiede più tempo per la risposta terapeutica  rispetto ad altre aree corporee. In uno studio di fase 2, utilizzando strumenti come il G-VASI (Genital Vitiligo Area Scoring Index) e il VNS (Vitiligo Noticeability Score), che riflette la percezione del paziente riguardo alla visibilità delle lesioni, è stato riportato un miglioramento progressivo nel tempo.

Con ruxolitinib la percentuale di superficie corporea (BSA) affetta dalla vitiligine nella zona genitale diminuisce nel tempo, con miglioramenti similari tra G-VASI (genitale) e T-VASI (totale) fino alla settimana 48, a conferma dell’efficacia del farmaco in tutte le sedi. Alla settimana 48 è stata raggiunta la risposta T-VASI 50 nel 35,1% dei pazienti, T-VASI 75 nel 16,2% e T-VASI 90 nell’8,1%.

Cosa fare una volta ottenuta la ripigmentazione? 
Una delle domande più frequenti riguarda la gestione del trattamento una volta ottenuta una ripigmentazione soddisfacente. Il 70% dei pazienti che hanno continuato l’applicazione di ruxolitinib crema ha mantenuto la risposta F-VASI 75 dopo due anni di terapia, percentuale che è invece del 40% tra quanti hanno interrotto il trattamento.

«Il gruppo che ha proseguito il trattamento mostra una curva stabile, mentre chi ha interrotto l’applicazione della crema presenta una perdita di risposta, che però non torna a zero, ma si stabilizza, il che è molto interessante in un contesto reale» ha spiegato Zink. «In media, dopo l’interruzione, il tempo di mantenimento della risposta F-VASI 90 è di circa sei mesi».

Recupero della risposta dopo la ripresa del trattamento
Nello studio di estensione TRuE-V LTE, Tra i pazienti che avevano raggiunto la risposta F-VASI 90 a 52 settimane e avevano successivamente interrotto la terapia, il 75% ha recuperato la risposta F-VASI 75 e il 70% la risposta F-VASI 90 dopo aver ripreso l’applicazione della crema, confermando la possibilità di recupero della risposta clinica anche in caso di sospensione temporanea del trattamento.

Inoltre, tra i pazienti che non avevano ottenuto una ripigmentazione completa o quasi completa  dopo 52 settimane di terapia, continuando l’applicazione, la ripigmentazione è proseguita e, dopo 104 settimane, un paziente su tre ha raggiunto la risposta F-VASI 90. «In sintesi, più a lungo si utilizza la crema, più la ripigmentazione prosegue. Personalmente, ritengo che si possa arrivare anche al VASI 100, ma è un tema da approfondire.

I dati confermano la sicurezza del farmaco. Nella pratica clinica, alcuni pazienti riferiscono dermatite da contatto o lieve prurito, ma non si tratta di problemi rilevanti. Nessun paziente ha interrotto il trattamento per reazioni locali o altri effetti collaterali.

Come ha concluso il relatore, riferendosi alla sua esperienza sull’utilizzo di ruxolitinib crema nella pratica clinica reale a Monaco, in Germania, il farmaco è efficace in tutti i pazienti, anche se talvolta il trattamento richiede un tempo più prolungato. Sono stati osservati super- responder, in particolare con fototipo mediterraneo, tipicamente italiano, mentre i responder tardivi presentano fototipo nordico, più chiaro. L’aderenza è un fattore critico poiché può influenzare la risposta, e nella pratica reale i pazienti adottano strategie di sospensione e ripresa del trattamento.

L’esperienza real-world italiana
Come sottolineato dal relatore Angelo Marzano, Professore Ordinario di Dermatologia presso l’Università degli Studi di Milano e Direttore della Struttura Complessa di Dermatologia del Policlinico di Milano, alcune osservazioni sono emerse dal trattamento della vitiligine con ruxolitinib nella pratica clinica quotidiana in Italia

In primo luogo è fondamentale definire con chiarezza gli obiettivi terapeutici, ovvero ridurre la depigmentazione e indurre la ripigmentazione, in particolare nelle aree ad alto impatto estetico come il volto e altre sedi visibili.

È altrettanto importante allineare le aspettative del paziente, personalizzando il trattamento in base a fattori individuali quali l’attività della malattia, la sua gravità, la durata, l’estensione e la localizzazione anatomica. Per favorire l’aderenza alla terapia occorre educare il paziente sui tempi di risposta attesi, in quanto vi sono casi di risposta precoce e molto marcata, ma anche pazienti che necessitano di trattamenti talvolta più prolungati.

È inoltre essenziale istruire correttamente i pazienti sull’applicazione dei farmaci topici, come ruxolitinib, in particolare nelle malattie croniche immunomediate come la vitiligine. Un buon rapporto tra dermatologo e paziente, basato su empatia e chiarezza comunicativa, è determinante per adattare la cura alle abitudini quotidiane e alle preferenze individuali, con l’obiettivo di ottenere una piena adesione al trattamento.

«I risultati di uno studio di real life condotto in Italia, relativi a 29 pazienti trattati con ruxolitinib e valutati dopo un follow-up di sei mesi, sono in linea con quelli degli studi registrativi in termini di efficacia. Il profilo di sicurezza e tollerabilità del farmaco è stato eccellente, con un impatto sugli esiti riferiti dai pazienti superiore rispetto a quello osservato negli studi clinici, con una percezione soggettiva di miglioramento molto elevata» ha sintetizzato il relatore.

Riguardo alle prospettive future, sono stati raccolti casi da quasi tutti i centri di riferimento per la vitiligine in Italia nell’ambito di uno studio multicentrico retrospettivo per il quale è stata avviata l’analisi statistica per la futura pubblicazione. È inoltre in programma di estendere il follow-up a 52 e 104 settimane, e si sta progettando uno studio prospettico multicentrico italiano. Infine si vuole definire un consenso nazionale italiano per la gestione post-ripigmentazione, un aspetto cruciale per ottimizzare la durata del trattamento e ridurne l’intensità, laddove possibile.

Referenze

Zink A, Marzano A. Two years on: How ruxolitinib cream is shaping the practical management of vitiligo. Presented at EADV 2025.