Le riforme della scuola e dell’università avviate dal centrosinistra sono alla base dei processi che portarono al cosiddetto Sessantotto studentesco: ne parla “L’Italia della Repubblica” su Rai Storia
![]()
Le riforme della scuola e dell’università avviate dal centrosinistra sono alla base dei processi che portarono al cosiddetto Sessantotto studentesco. Ne parla, in apertura, la puntata della serie di Rai Cultura “L’Italia della Repubblica”, introdotta da Paolo Mieli, in onda mercoledì 12 novembre alle 21.10 su Rai Storia. Molti studenti si resero conto che frequentare l’università non significava automaticamente trovare un lavoro rilevante o la strada sicura per una vita agiata. La consapevolezza dell’impossibilità di raggiungere un benessere diffuso che la società, quella dei consumi e della mobilità sociale, sembrava promettere a tutti o quasi, e sicuramente ai talentuosi, portò molti studenti a rifiutare l’idea stessa di benessere e più precisamente la falsa promessa che ne faceva la società borghese. Così, tra il 1967 e il 1968, ha inizio la “contestazione studentesca” con l’occupazione di numerose facoltà, cortei, grandi manifestazioni e frequenti scontri con le forze dell’ordine. Sull’onda poi dell’”operaismo”, il movimento studentesco individua nella classe operaia il suo interlocutore privilegiato.
Nascono nuovi soggetti politici (Avanguardia operaia, Potere Operaio, Lotta Continua, il gruppo del Manifesto) in contrasto con i partiti tradizionali. Tutto ciò avviene in un periodo di intense lotte condotte dagli operai per il rinnovo dei contratti di lavoro, è il cosiddetto autunno caldo. Per i sindacati è un momento difficile: le confederazioni sono duramente contestate dalle frange più estremiste e indebolite dalla nascita di gruppi di operai “autonomi” all’interno delle fabbriche.
Ciò provocò però anche un riavvicinamento dei tre sindacati (Cgil, Cisl, Uil) che, con il passare del tempo, riuscirono ad assumere la direzione delle lotte concludendo una serie di contratti nazionali con aumenti salariali e la conquista di importanti diritti collettivi e individuali (le 10 ore di assemblea sindacali retribuite, il riconoscimento dei rappresentanti in azienda, il diritto alla contestazione per il lavoratore nel caso di provvedimenti disciplinari). Infine, nel maggio del 1970, il parlamento approva lo Statuto dei lavoratori.
Ospite in studio, intervistata da Michele Astori, la fondatrice de “Il Manifesto” Luciana Castellina. La puntata, introdotta da Paolo Mieli, si avvale del contributo degli storici Marcello Flores, Peppino Ortoleva e del politologo Michele Salvati. Il racconto dà anche voce ai protagonisti dell’epoca, con interviste tratte dal repertorio delle Teche Rai. Protagonisti e testimoni come Luigi Bobbio, Giuseppe Grosso, Herbert Marcuse, Alberto Moravia, Rossana Rossanda, Mauro Rostagno, Bruno Trentin e Domenica Vicinanza.