Luca Fogliati in radio con “La storia non si fa”


Arriva anche in rotazione radiofonica “La storia non si fa”, il nuovo singolo di Luca Fogliati disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 2 novembre

luca fogliati cover

“La storia non si fa” è un brano rock con un testo diretto e talvolta crudo, che riflette un clima di tensione e dramma.

Il titolo è una citazione della famosa frase di Benedetto Croce “la storia non si fa con i se e con i ma”, che viene ripresa esplicitamente nel testo. Le liriche toccano temi sociali e politici, come l’identità e la collettività (“Siamo tutti orfani, ma per colpa di chi?”), l’immigrazione e le divisioni sociali (“Lasciate perdere il valore, riaffrontate quei barconi, poi brusate anche i terroni” e “C’hanno diviso per renderci più solidi” o “soli”), e la critica sociale/politica (riferimenti all’utopia della sinistra e a schieramenti politici, citando anche la strage di Ustica a 45 anni di distanza e Genova).

Il tono generale è critico, polemico e a tratti sarcastico, tipico di una canzone di denuncia sociale. La struttura musicale è standard, con strofe e ritornello ben definiti, e il ritornello (“La storia non si fa…”) è molto energico e ripetitivo, con un crescendo emotivo e vocale. Un interludio o assolo strumentale aggiunge un notevole impatto emotivo.

Commenta l’artista a proposito del nuovo brano: “Con questa canzone inizio una fase completamente nuova del mio modo di scrivere. Durante la registrazione, abbiamo cercato di sperimentare il più possibile, grazie all’aiuto dell’arrangiatore Beppe Lombardi e del chitarrista Fabio Serra.”

Nel videoclip di “La Storia non si fa”, girato da Gianluca Guidone, Luca Fogliati porta in scena un racconto visivo intenso e potente. All’interno del limbo cyclorama di UNCUT Studio di Torino scorrono proiezioni di immagini che evocano le ferite della storia italiana, riflettendosi sull’artista come segno di memoria e testimonianza. Il degrado progressivo della bandiera italiana diventa metafora di un patriottismo lacerato, che accompagna l’evoluzione emotiva del brano. A introdurre il video, una citazione di Pasolini, un omaggio a 50 anni dalla sua morte, che ne diventa la chiave interpretativa, tra memoria collettiva e disincanto contemporaneo.