Vaccino orale molto efficace per la febbre paratifoide, causata da Salmonella enterica


La febbre paratifoide, causata da Salmonella enterica sierotipo Paratyphi A (e più raramente B o C), è una malattia infettiva sistemica trasmessa per via oro-fecale

Infezioni da batteri gram negativi: come cambia la terapia

Un vaccino orale vivo attenuato contro Salmonella enterica sierotipo Paratyphi A ha dimostrato un’efficacia del 73% nel prevenire l’infezione in uno studio clinico di fase IIb condotto nel Regno Unito. I risultati, pubblicati sul New England Journal of Medicine, rappresentano una svolta nella lotta contro una malattia enterica che finora non disponeva di alcuna vaccinazione approvata e che ogni anno è responsabile di oltre due milioni di infezioni nei Paesi a basso e medio reddito.

Lo studio
La ricerca, coordinata da Naina McCann e colleghi del Centre for Clinical Vaccinology and Tropical Medicine del Churchill Hospital di Oxford, ha coinvolto 72 volontari sani tra i 18 e i 55 anni senza precedenti di febbre enterica.
I partecipanti hanno ricevuto due dosi del vaccino orale vivo attenuato CVD 1902 o un placebo, seguite — quattro settimane dopo — da una “sfida” sperimentale con un ceppo selvaggio di S. Paratyphi A., ovvero una variante naturale del batterio, non modificata o attenuata in laboratorio. In pratica, è il batterio “vero”, quello che circola normalmente in natura e che causa la malattia.
Nel gruppo vaccinato, solo il 21% dei soggetti ha sviluppato infezione entro 14 giorni, contro il 75% del gruppo placebo: una efficacia del 73% (IC 95% 46–86). L’efficacia “per protocollo” è risultata del 69%.

Immunità e sicurezza
Il vaccino ha stimolato una forte risposta immunitaria, con incremento significativo di anticorpi IgG e IgA contro l’antigene O della Salmonella Paratyphi A. I titoli più elevati di IgA si sono correlati a una minore probabilità di infezione.
Gli effetti collaterali sono risultati lievi o moderati, con nausea e vomito più frequenti nei vaccinati ma senza eventi gravi correlati al trattamento.
I ricercatori hanno inoltre osservato che, tra i partecipanti infettati, solo il 24% dei vaccinati eliminava ancora il batterio nelle feci oltre 72 ore dopo la sfida, rispetto al 50% dei non vaccinati — un segnale di possibile riduzione della contagiosità.
“Il nostro studio mostra che la vaccinazione non solo protegge dall’infezione, ma potrebbe anche limitare la diffusione della malattia,” ha commentato McCann. “È un passo cruciale verso la disponibilità di un vaccino specifico per S. Paratyphi A.”

Che cos’è la febbre paratifoide
La febbre paratifoide, causata da Salmonella enterica sierotipo Paratyphi A (e più raramente B o C), è una malattia infettiva sistemica trasmessa per via oro-fecale, attraverso acqua o alimenti contaminati da feci o urine di soggetti infetti.
Si tratta di una patologia endemica in gran parte dell’Asia meridionale, dell’Africa subsahariana e dell’America Latina, dove le condizioni igieniche e la qualità dell’acqua potabile favoriscono la circolazione del batterio.
Ogni anno si stimano oltre due milioni di casi e decine di migliaia di decessi, con un impatto particolarmente grave nei bambini e nei giovani adulti.
In alcune aree urbane del subcontinente indiano, S. Paratyphi A rappresenta fino al 30% di tutte le febbri enteriche diagnosticate.

Sintomi e complicanze
La febbre paratifoide si manifesta in modo subdolo, spesso con sintomi iniziali poco specifici che possono ricordare un’influenza. Dopo un periodo di incubazione che varia da una a quattro settimane, il primo segnale è quasi sempre la febbre, che tende ad aumentare gradualmente fino a toccare i 39-40 gradi. A questa si accompagnano malessere generale, dolori muscolari, cefalea e una sensazione di stanchezza profonda che può durare giorni.
Molti pazienti lamentano anche disturbi gastrointestinali: dolori addominali, perdita di appetito, nausea e alterazioni dell’alvo. In alcuni casi prevale la diarrea, in altri — soprattutto negli adulti — compare invece la stipsi, un paradosso che spesso rende più difficile la diagnosi.

Se non trattata in modo tempestivo con antibiotici efficaci, l’infezione può evolvere in forme più gravi. Il batterio, infatti, non si limita all’intestino: attraverso il sangue può diffondersi ad altri organi, provocando una vera e propria infezione sistemica. Nelle forme più serie, l’infiammazione delle pareti intestinali può causare perforazioni o emorragie, complicanze che richiedono un intervento chirurgico urgente e che possono mettere in pericolo la vita del paziente.
In alcuni casi si sviluppa una sepsi, cioè una risposta infiammatoria generalizzata dell’organismo all’infezione, che può sfociare in shock settico e insufficienza multiorgano. Più raramente, la Salmonella può localizzarsi in sedi specifiche, provocando meningite, epatite o infezioni ossee.

Anche quando la malattia decorre in forma moderata, resta comunque il rischio di diventare portatori cronici: persone che, pur essendo guarite clinicamente, continuano a eliminare il batterio con le feci per settimane o mesi. Questo aspetto è particolarmente critico nei contesti dove le condizioni igieniche sono precarie, perché mantiene viva la catena di trasmissione e favorisce nuovi contagi.
Infine, va ricordato che negli ultimi anni la diffusione di ceppi di S. Paratyphi A resistenti agli antibiotici ha complicato ulteriormente la gestione clinica della malattia. In molte aree endemiche, le cure efficaci non sono sempre disponibili, e ciò spiega perché la febbre paratifoide continui a rappresentare una seria minaccia per la salute pubblica globale.

Urgente bisogno urgente di prevenzione
A differenza della febbre tifoide (causata da Salmonella Typhi), per la quale sono disponibili vaccini da decenni, non esistono attualmente vaccini autorizzati contro S. Paratyphi A.
L’assenza di protezione, unita alla diffusione di ceppi antibiotico-resistenti, rende la febbre paratifoide una minaccia crescente di sanità pubblica globale.
“I risultati suggeriscono che il nuovo vaccino paratifoide potrebbe essere altrettanto efficace del vaccino antitifo nelle aree endemiche,” ha dichiarato la coautrice Xinxue Liu. “Rappresenta una reale opportunità per ridurre l’incidenza delle febbri enteriche.”

Prospettive future
Gli autori dello studio sottolineano tuttavia alcuni limiti: il modello di infezione controllata non riproduce fedelmente le condizioni ambientali e socio-sanitarie dei Paesi endemici, e la popolazione studiata — adulti sani, perlopiù bianchi — non riflette la demografia delle regioni più colpite.
Saranno dunque necessari studi di fase III in Asia, Africa e America Latina per confermare l’efficacia e la sicurezza del vaccino in contesti reali e su popolazioni pediatriche.
Lo studio è stato finanziato dal National Institute of Health and Care Research’s Oxford Biomedical Research Centre e dal Medical Research Council del Regno Unito.

Fonte
McCann N, et al. Safety, efficacy, and immunogenicity of a Salmonella Paratyphi A vaccine. New England Journal of Medicine, 2025. DOI: 10.1056/NEJMoa2502992