Nei bambini e negli adolescenti con diabete di tipo 2 non adeguatamente controllato con metformina e insulina basale, tirzepatide ha migliorato il controllo glicemico
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Nei bambini e negli adolescenti con diabete di tipo 2 non adeguatamente controllato con metformina e insulina basale, tirzepatide ha migliorato il controllo glicemico e l’indice di massa corporea, come evidenziato dai risultati dello studio di fase III SURPASS-PEDS presentati al congresso 2025 della European Association for the Study of Diabetes (EASD) e pubblicati simultaneamente su The Lancet.
Lo studio multicentrico di fase III SURPASS-PEDS, in doppio cieco, controllato con placebo, condotto da aprile 2022 a gennaio 2025, ha arruolato giovani tra 10 e 17 anni in 39 centri negli Stati Uniti e in altri sette Paesi. I partecipanti avevano un peso minimo di 50 kg e un indice di massa corporea (BMI) superiore all’85° percentile per età e sesso. Tutti presentavano valori di emoglobina glicata (HbA1c) compresi tra il 6,5% e l’11% al momento dello screening e ricevevano interventi sullo stile di vita associati a metformina (≥1.000 mg/die), insulina basale o entrambi. La maggior parte (69%) era trattata esclusivamente con metformina.
Sono stati esclusi i soggetti con diabete di tipo 1, positività agli autoanticorpi associati al diabete, storia di pancreatite, carcinoma midollare della tiroide o sindrome da neoplasia endocrina multipla di tipo 2.
L’età media era di 14,7 anni, il 61% dei partecipanti era di sesso femminile e il 58% di etnia caucasica. Al basale, la HbA1c media era pari all’8,04% e il BMI medio era 35,4. I partecipanti sono stati randomizzati in rapporto 1:1:1 a ricevere tirzepatide 5 mg, 10 mg oppure placebo, somministrati una volta a settimana per via sottocutanea.
Tirzepatide migliora controllo glicemico e BMI
Riduzione significativa della HbA1c
Tra i 99 partecipanti di età compresa tra 10 e 17 anni, tirzepatide si è dimostrato superiore al placebo nella riduzione della HbA1c, con una diminuzione media del 2,23% nei gruppi in trattamento attivo rispetto a un incremento dello 0,05% nel gruppo placebo alla settimana 30 (P<0,0001). L’efficacia glicemica del farmaco è stata mantenuta fino a 52 settimane.
Le dosi settimanali di 5 mg e 10 mg hanno ridotto la HbA1c rispettivamente del 2,21% e del 2,35%, con effetti che si sono mantenuti fino alla fase di estensione in aperto a 52 settimane. Alla settimana 30, la maggior parte dei pazienti trattati con tirzepatide (84–92%) ha raggiunto valori di HbA1c inferiori al 7%, e circa la metà (47–60%) ha ottenuto livelli normali di HbA1c (<5,7%).
Riduzione significativa del BMI
Tirzepatide ha inoltre determinato una riduzione del BMI del 7,4% e 11,2% nei gruppi trattati con le dosi rispettivamente di 5 e 10 mg (pari a 2,16–3,93 kg/m²) a 30 settimane, rispetto a una diminuzione dello 0,4% nel gruppo placebo, con ulteriori riduzioni osservate fino alla settimana 52 (8,0–13,8%). Secondo gli autori il BMI non aveva ancora raggiunto un plateau.
«Tirzepatide è l’unico trattamento finora in grado di dimostrare una riduzione significativa e clinicamente rilevante del peso nei giovani con diabete di tipo 2» ha dichiarato Tamara Hannon, della Indiana University School of Medicine.
Tirzepatide ha inoltre mostrato una superiorità nella riduzione della glicemia a digiuno (-36,3 mg/dl nel gruppo combinato), della circonferenza vita (-10,28 cm), dei trigliceridi (-31,8%), del colesterolo totale (-11%), del colesterolo LDL (-9,1%) e del colesterolo VLDL (-30,5%), rispetto a variazioni nulle o minime nel gruppo placebo. Non sono state osservate differenze nel colesterolo HDL.
Dopo la settimana 30, il gruppo placebo è stato convertito al trattamento con tirzepatide, e tutti i partecipanti hanno proseguito la terapia fino alla settimana 52. Anche i soggetti che hanno effettuato il crossover hanno ottenuto riduzioni significative di HbA1c, glicemia a digiuno e BMI.
Il profilo di sicurezza è risultato simile a quello osservato negli adulti. Gli eventi avversi più comuni sono stati di natura gastrointestinale, tutti di intensità lieve o moderata e in diminuzione nel tempo. Due pazienti (6%) nel gruppo tirzepatide 5 mg hanno interrotto il trattamento a causa degli eventi avversi.
Durante il periodo in doppio cieco di 30 settimane, sei partecipanti (18%) del gruppo placebo hanno necessitato di terapia di salvataggio glicemico, mentre nessuno dei pazienti trattati con tirzepatide ne ha avuto bisogno. Non sono stati segnalati episodi di ipoglicemia grave.
Tirzepatide potenziale nuova opzione di prima linea nel diabete di tipo 2 a esordio giovanile
Gli autori dello studio hanno sottolineato che la gestione del controllo glicemico nel diabete di tipo 2 a esordio giovanile è attualmente limitata dal numero ridotto di opzioni farmacologiche approvate. Tuttavia, i risultati dello studio SURPASS-PEDS indicano che tirzepatide potrebbe rappresentare un progresso significativo nel panorama terapeutico.
Attualmente la metformina è raccomandata come terapia di prima linea nei giovani con diabete di tipo 2 e HbA1c inferiore all’8,5% al momento della diagnosi. Se approvato per questa popolazione, tirzepatide potrebbe diventare una nuova opzione di prima linea, grazie alla robusta efficacia sulla glicemia e al significativo impatto sulla riduzione del BMI.
Secondo gli autori, sono necessari ulteriori studi comparativi diretti tra tirzepatide, metformina e insulina basale al fine di rivedere le linee guida terapeutiche nel diabete di tipo 2 a esordio giovanile.
Referenze
Hannon TS et al. Efficacy and safety of tirzepatide in children and adolescents with type 2 diabetes (SURPASS-PEDS): a randomised, double-blind, placebo-controlled, phase 3 trial. Lancet. 2025 Oct 4;406(10511):1484-1496.