Venerdì 7 novembre alle ore 18 presso il Circolo Aief in via Farinelli 36/9, all’interno del Punto 13, a Torino verrà presentato il libro “Ti ho preso per mano. Amare vuol dire anche lasciar andare” di Riccardo Callori
![]()
Venerdì 7 novembre alle ore 18 presso il Circolo Aief in via Farinelli 36/9, all’interno del Punto 13, a Torino verrà presentato il libro “Ti ho preso per mano. Amare vuol dire anche lasciar andare” di Riccardo Callori (edizioni Mille, 2023). Organizzano l’evento la Fondazione Aief per l’infanzia e l’adolescenza e l’Associazione Aris Aps. Il libro verrà presentato dall’autore e da Luisella Nuovo.
Partecipano il gruppo di lettura LeggiAmo (Letture condivise a KM0) e il gruppo di lettura della Biblioteca civica Cesare Pavese.
Riccardo Callori si presenta sotto pseudonimo; già docente della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Torino, è autore di numerose pubblicazioni scientifiche. Con questo libro per la prima volta si rivolge ai lettori di narrativa.
Ha vinto il secondo premio per il miglior incipit al concorso nazionale “Le olimpiadi della letteratura”, organizzato dal “Club dei Cento” di Torino ed è
stato tra i finalisti del Premio Letterario Internazionale Charles Dickens di San Benedetto del Tronto (AP).
Il libro è una biografia dedicata al fratello più giovane, Giorgio, la cui esistenza dipende in maniera assoluta dalla volontà del maggiore, Riccardo, che irrompe nella decisione dei genitori di non farlo nascere. Giorgio avrà una vita serena e sostenuta dal punto di vista morale e materiale grazie al ruolo di “padre putativo” svolto dallo stesso Riccardo. La figura della madre è invece rivestita dalla giovane donna di servizio, Gina, di pochi anni più grande, che assicura ascolto attento, cura costante e saggezza popolare ai due fratelli per i lunghissimi anni di convivenza in casa. Il giovane Riccardo percorre la sua strada di studente che lo porta a diventare un bravo medico che supera via via le sfide che lo porteranno a diventare un ricercatore e un divulgatore apprezzato, un primario conteso fra sanità pubblica e privata: rimanendo tuttavia un “dottore” di stampo antico, capace di sedersi al letto del malato, di tenergli la mano mentre cerca per lui la cura migliore e più accessibile. Giorgio, spensierato e divertito, liberato dai freni inibitori che invece avevano pesato sull’adolescenza e sulla giovinezza del fratello maggiore, è un conquistatore irrefrenabile: sport, amicizie, leggerezza… che gli saranno di incoraggiamento a sostenere una carriera brillante prima come studente di architettura, poi come professionista. Troverà facilmente lavoro nella Milano dell’edilizia e del design innovativi, tanto da attirare l’attenzione e la proposta di un trasferimento nell’ancora più eccitante realtà statunitense.