La combinazione di Teclistamab più daratumumab migliora la sopravvivenza nel mieloma multiplo recidivato o refrattario
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In una nota, Johnson & Johnson ha annunciato che lo studio di fase 3 MajesTEC-3 ha raggiunto sia l’endpoint primario di sopravvivenza libera da progressione (PFS) sia l’endpoint secondario di sopravvivenza globale (OS), dimostrando che la combinazione dell’anticorpo bispecifico teclistamab con l’anticorpo anti-CD38 daratumumab (in formulazione sottocutanea) prolunga in modo significativo la vita dei pazienti con mieloma multiplo recidivato o refrattario, rispetto ai regimi terapeutici considerati attualmente standard di cura.
Lo studio, randomizzato e controllato, ha coinvolto pazienti già trattati con una, due o tre linee terapeutiche precedenti. Nel braccio di controllo, i pazienti ricevevano daratumumab in combinazione con pomalidomide e desametasone oppure con bortezomib e desametasone, a discrezione dell’investigatore.
“Questi risultati dimostrano i benefici clinici di teclistamab in linee terapeutiche più precoci, quando impiegato in combinazione, con miglioramenti significativi nella sopravvivenza libera da progressione e nella sopravvivenza globale,” ha dichiarato Maria-Victoria Mateos, MD, PhD, ematologa dell’Università di Salamanca, citata nel comunicato ufficiale dell’azienda.
Il comitato indipendente di monitoraggio dei dati (IDMC) ha raccomandato di interrompere l’osservazione in cieco e consentire l’accesso ai dati completi in virtù della significatività statistica ottenuta. Johnson & Johnson ha confermato che presenterà i risultati completi alle autorità regolatorie e li illustrerà in un futuro congresso scientifico internazionale.
Un tassello nella strategia anti-BCMA di J&J
Teclistamab è uno dei numerosi farmaci che stanno ridisegnando l’approccio terapeutico al mieloma multiplo, una neoplasia ematologica caratterizzata dalla produzione anomala di plasmacellule. Si tratta di un anticorpo bispecifico diretto contro CD3 e BCMA (B-cell maturation antigen), un bersaglio frequentemente espresso sulle cellule mielomatose, che agisce come T-cell engager, reindirizzando i linfociti T contro le cellule tumorali.
Johnson & Johnson è tra le aziende più attive nello sviluppo di terapie mirate al mieloma multiplo. Oltre a teclistamab, nel suo portafoglio figurano la terapia cellulare ciltacabtagene autoleucel, l’altro anticorpo bispecifico talquetamab e daratumumab, uno dei farmaci più utilizzati al mondo per il mieloma multiplo.
Talquetamab e teclistamab appartengono alla classe degli anticorpi “bispecifici”, progettati per legare contemporaneamente cellule immunitarie e cellule tumorali, offrendo un’alternativa più accessibile e conveniente rispetto alle terapie cellulari personalizzate come ciltacabtagene autoleucel.
Nel tempo, J&J ha progressivamente anticipato l’impiego dei suoi farmaci in linee terapeutiche sempre più precoci: daratumumab è ormai parte della terapia di prima linea, mentre ciltacabtagene autoleucel è stato recentemente approvato per pazienti che hanno ricevuto solo una precedente linea di trattamento. Teclistamab sembra ora avviato su un percorso analogo: dopo un’approvazione iniziale accelerata per pazienti pesantemente pretrattati, i nuovi risultati di MajesTEC-3 indicano un possibile impiego in linee più precoci e un potenziale ruolo come nuovo standard di cura in combinazione con daratumumab.
“Siamo fiduciosi che questa combinazione sia destinata a diventare una nuova opzione di riferimento,” ha dichiarato Yusri Elsayed, responsabile dell’oncologia presso la divisione Innovative Medicines di J&J.
Dettagli e implicazioni cliniche
Attualmente, negli Stati Uniti teclistamab è approvato come monoterapia per pazienti adulti con mieloma multiplo recidivato o refrattario che abbiano ricevuto almeno quattro linee di trattamento (inclusi un inibitore del proteasoma, un agente immunomodulatore e un anticorpo anti-CD38). In Europa, l’indicazione è leggermente più ampia, includendo pazienti dopo almeno tre linee di terapia.
Il successo di MajesTEC-3 potrebbe dunque anticipare l’utilizzo di teclistamab nelle fasi più precoci della malattia, posizionandolo come potenziale opzione di seconda linea e ampliando il panorama terapeutico per i pazienti che progrediscono dopo i regimi standard iniziali.
Aspetti di sicurezza
Secondo J&J, il profilo di sicurezza della combinazione è risultato coerente con quello noto dei due agenti somministrati come monoterapia, senza nuovi segnali di tossicità inattesa. Le reazioni avverse più attese con gli anticorpi bispecifici anti-BCMA — come la sindrome da rilascio di citochine e le citopenie — saranno oggetto di analisi dettagliata nei risultati completi, ma la gestione degli eventi avversi è stata possibile secondo i protocolli standard già in uso per queste classi di farmaci.
Prospettive future
I risultati di MajesTEC-3 si aggiungono a quelli del trial MajesTEC-5, annunciati a settembre 2025, in cui la combinazione di teclistamab e daratumumab con lenalidomide (con o senza bortezomib) ha mostrato un tasso di risposta globale del 100% nei pazienti di nuova diagnosi eleggibili al trapianto, con tutti i pazienti valutabili negativi per malattia minima residua (MRD) dopo l’induzione.
Questi dati rafforzano il potenziale ruolo trasformativo dell’approccio combinato anti-BCMA/anti-CD38 in tutto lo spettro terapeutico del mieloma multiplo, dalle fasi refrattarie fino alla prima linea di trattamento.
Fonte primaria
Johnson & Johnson. Press Release: “Teclistamab plus subcutaneous daratumumab significantly improves progression-free survival and overall survival versus standard of care in patients with relapsed/refractory multiple myeloma (MajesTEC-3)”.