Nefrite lupica, idrossiclorochina migliora la funzione renale


I pazienti con nefrite lupica (LN) che sono stati sottoposti a trattamento con idrossiclorochina (HCQ) hanno mostrato un rischio significativamente inferiore di declino del tasso di filtrazione glomerulare

Nefrite lupica: la terapia di mantenimento con leflunomide ha la stessa efficacia di quella con azatioprina secondo un nuovo studio

I pazienti con nefrite lupica (LN) che sono stati sottoposti a trattamento con idrossiclorochina (HCQ) hanno mostrato un rischio significativamente inferiore di declino del tasso di filtrazione glomerulare, con un potenziale beneficio a lungo termine per la funzione renale. Queste le conclusioni di uno studio recentemente pubblicato su Arthritis Care & Research.

Razionale e obiettivi dello studio
La LN rappresenta la manifestazione più grave e frequente del lupus eritematoso sistemico (LES), presente nel 50–60% dei casi e responsabile fino al 30% di insufficienze renali. Il rischio di danno renale terminale nei pazienti con LN è 10–22 volte superiore rispetto ai coetanei sani, con gravi ripercussioni fisiche, sociali ed economiche. L’obiettivo terapeutico principale è preservare la funzione renale a lungo termine.

HCQ è una terapia di base per il LES, associata ad una migliore sopravvivenza libera da malattia, ma le prove sul suo effetto renoprotettivo restano deboli e i dati sono contrastanti: alcuni studi mostrano un rischio simile o lievemente aumentato di declino renale nei pazienti trattati. Le nuove linee guida KDIGO e ACR (2024) raccomandano fortemente l’impiego di HCQ, ma con evidenze ancora limitate.

Per superare l’incertezza legata agli studi precedenti, che valutavano solo eventi terminali (es. insufficienza renale), questo studio retrospettivo su pazienti con LN confermata da biopsia si è proposto di valutare l’effetto di HCQ, nel tempo, sul declino del tasso stimato di filtrazione glomerulare (eGFR), considerando riduzioni sostenute del 30–40% e la variazione annuale dell’eGFR nel tempo come indicatori precoci di progressione renale.

Disegno dello studio e risultati principali
Per esaminare le associazioni tra l’impiego di idrossiclorochina e la funzione renale, in questo studio retrospettivo di coorte sono stati presi in consideazione 209 pazienti (età media alla diagnosi: 38 anni) con nefrite lupica confermata da biopsia, con un follow-up medio di 5,4 anni.

Complessivamente, il 33% dei pazienti (n = 66) ha mostrato un declino sostenuto dell’eGFR di almeno il 30% nel tempo, mentre il 23% (n = 48) ha mostrato un declino sostenuto di almeno il 40%.

Dopo aver corretto i risultati in base ai propensity score, i ricercatori hanno osservato che l’impiego di idrossiclorochina era associato ad una riduzione del rischio del 60% di un declino sostenuto dell’eGFR di almeno il 30%. Inoltre, i pazienti che utilizzavano idrossiclorochina mostravano una riduzione del rischio del 62% di un declino sostenuto dell’eGFR di almeno il 40%.

Inoltre, tra i pazienti con malattia renale cronica di stadio 3 o superiore, l’impiego di idrossiclorochina è risultato associato ad una riduzione del rischio del 77% di un declino sostenuto dell’eGFR di almeno il 30%.

“Questi risultati – sottolineano i ricercatori – rafforzano il ruolo protettivo di HCQ nella LN e incoraggiano i membri del team di cura e i pazienti a sentirsi fiduciosi nella decisione di iniziare precocemente il trattamento con HCQ come parte della terapia iniziale e di continuarlo nel corso della malattia”.

Dallo studio, infine, è emerso che l’impiego di HCQ è risultato associato ad un declino dell’eGFR più lento di 5,12 ml/min/1,73 m² all’anno entro 5 anni e di 3,17 ml/min/1,73 m² all’anno entro 10 anni.

Implicazioni cliniche 
Nel complesso, lo studio fornisce dati a sostegno di una decisione condivisa tra medico e paziente, evidenziando i benefici dell’impiego di HCQ nel preservare la funzione renale, oltre ai suoi effetti nel ridurre il danno d’organo, prevenire le riacutizzazioni del LES e prolungare la sopravvivenza.

Nel mettere in evidenza gli effetti specifici di HCQ sulla funzione renale nei pazienti con LN, lo studio ha mostrato che l’assunzione prolungata di HCQ si associa a una riduzione del rischio del 60% e del 62% di un declino sostenuto dell’eGFR pari o superiore rispettivamente al 30% e al 40%, anche dopo aver corretto i risultati per i propensity score (cioè le differenze tra pazienti trattati e non trattati). In particolare, nei pazienti con malattia renale cronica di stadio 3 o superiore, l’impiego di HCQ è risultato collegato a una riduzione del 77% del rischio di declino dell’eGFR ≥30%.

Inoltre, per la prima volta, lo studio mostra che HCQ permette di preservare annualmente circa 5,12 e 3,17 ml/min/1,73 m² di filtrato glomerulare stimato nei primi 5 e 10 anni dalla diagnosi di nefrite lupica, secondo un’analisi statistica avanzata basata su modelli misti lineari.

In sintesi, questi risultati evidenziano che HCQ offre benefici sia precoci che duraturi nel rallentare il declino della funzione renale nei pazienti con LN, sottolineando l’importanza di iniziare precocemente e proseguire nel tempo la terapia con HCQ per proteggere la salute dei reni e migliorare il controllo complessivo della malattia lupica.

Limiti dello studio
Tra i limiti dello studio si segnala, in primis, il disegno monocentrico, per cui i risultati potrebbero non essere rappresentativi di tutti i pazienti con LN negli Stati Uniti. Inoltre, non erano disponibili i livelli ematici di idrossiclorochina (HCQ), quindi non è stato possibile valutare con precisione l’aderenza o l’assorbimento del farmaco.

Un altro limite riguarda il possibile mancato rilevamento del declino dell’eGFR in pazienti che si sono trasferiti, sono stati persi al follow-up o sono deceduti altrove, anche se sono state condotte diverse analisi di sensibilità per ridurre questo rischio.
A causa del disegno retrospettivo, non è stato possibile escludere del tutto la presenza di fattori confondenti non misurati né stabilire un rapporto causale certo tra l’impeigo di HCQ e il declino renale. Tuttavia, analisi statistiche aggiuntive (E-values, IPW e modelli di Cox con HCQ come variabile tempo-dipendente) hanno rafforzato la robustezza dei risultati.

Infine, il sottogruppo di pazienti con malattia renale cronica in stadio ≥3 era di dimensioni ridotte e i motivi di sospensione o ritardo della terapia con HCQ non sono stati identificati, richiedendo quindi ulteriori studi su coorti più ampie per confermare i risultati.

Bibliografia
Garg S et al. Hydroxychloroquine Associated with Lower Glomerular Filtration Rate Decline in Lupus Nephritis. Arthritis Care Res (Hoboken). 2025 Jul 20. doi: 10.1002/acr.25616. Epub ahead of print. PMID: 40685684.
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