Novartis ha annunciato l’acquisizione di Avidity Biosciences per circa 12 miliardi di dollari, pari a 72 dollari per azione, in un’operazione che dovrebbe chiudersi nella prima metà del 2026
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Novartis ha annunciato l’acquisizione di Avidity Biosciences per circa 12 miliardi di dollari, pari a 72 dollari per azione, in un’operazione che dovrebbe chiudersi nella prima metà del 2026. Il valore dell’accordo rappresenta quasi il triplo della capitalizzazione di mercato di Avidity lo scorso agosto, prima che emergessero le prime indiscrezioni sull’operazione.
Con questa mossa, la multinazionale svizzera amplia il proprio portafoglio nel campo delle malattie neuromuscolari, aggiungendo alla pipeline una nuova classe di molecole basate su conjugati anticorpo-oligonucleotide (AOC). La tecnologia sviluppata da Avidity consente di veicolare siRNA o fosforodiamidato morfolino oligomeri (PMO) direttamente verso specifici target di RNA, migliorando la selettività e l’efficacia terapeutica.
“La piattaforma AOC di Avidity e i suoi asset in fase avanzata rafforzano il nostro impegno nel portare terapie innovative e potenzialmente first-in-class ai pazienti affetti da gravi malattie neuromuscolari”, ha dichiarato Vas Narasimhan, CEO di Novartis.
Con questa acquisizione, Novartis si posiziona tra i protagonisti del crescente mercato dell’RNA terapeutico, accanto a player come Alnylam, Ionis e Moderna. L’operazione rafforza la strategia di Narasimhan, volta a trasformare la pipeline della compagnia in un portafoglio ad alto valore innovativo e fortemente mirato.
Il colosso elvetico sembra dunque puntare sull’innovazione esterna per sostenere la crescita futura, dopo le recenti acquisizioni di Anthos Therapeutics (fino a 3 miliardi di dollari), Regulus Therapeutics (1,7 miliardi) e Tourmaline Bio (1,4 miliardi).
Tre candidati di punta per le distrofie muscolari
Il programma più avanzato di Avidity riguarda delpacibart zotadirsen (del-zota), in sviluppo per la distrofia muscolare di Duchenne (DMD), per cui è prevista la presentazione di una domanda di autorizzazione all’immissione in commercio entro fine anno.
Altri due candidati, delpacibart etedesiran e delpacibart braxlosiran, sono in fase registrativa rispettivamente per la distrofia miotonica di tipo 1 e la distrofia muscolare facioscapolomerale. Secondo le stime di BMO Capital Markets, i tre prodotti potrebbero generare ricavi di picco pari a 420 milioni, 4,3 miliardi e 3,2 miliardi di dollari.
Questi risultati potrebbero consentire ad Avidity — ora sotto il controllo di Novartis — di sfidare la posizione dominante di Sarepta Therapeutics nel mercato delle distrofie muscolari, già messo in discussione dalle recenti problematiche di sicurezza legate alla terapia genica con delandistrogene moxeparvovec-rokl.
Dati incoraggianti sono già emersi dallo studio di fase I/II EXPLORE44, in cui i pazienti trattati con del-zota hanno mostrato miglioramenti funzionali nei test 4-Stair Climb e 10-Meter Walk/Run, mentre i soggetti del gruppo di controllo peggioravano. Inoltre, il trattamento ha portato a un incremento della produzione di distrofina fino al 25% dei livelli normali, con un recupero totale fino al 58%.
Nasce SpinCo, la nuova società per la cardiologia genetica
Non tutte le attività di Avidity passeranno a Novartis. I programmi di cardiologia sperimentale e le collaborazioni con Bristol Myers Squibb ed Eli Lilly saranno infatti scorporati in una nuova società indipendente, SpinCo, che disporrà di 270 milioni di dollari di liquidità e sarà guidata da Kathleen Gallagher, attuale Chief Program Officer di Avidity.
SpinCo si concentrerà sullo sviluppo di terapie per malattie genetiche rare del cuore, tra cui AOC 1086 per la cardiomiopatia da fosfolambano e AOC 1072 per la sindrome da deficit di proteina chinasi AMP-activated gamma 2.
“Abbiamo già visto l’impatto che un approccio mirato all’RNA può avere sulle malattie rare”, ha commentato Gallagher. “Ora il nostro obiettivo è applicare la stessa tecnologia al cuore, dove il bisogno clinico resta altissimo”.