Arriva nelle librerie il romanzo «Il sortilegio delle parole» di Federica Francesca Ricchiuto, edito da Musicaos Editore
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Arriva in libreria il romanzo «Il sortilegio delle parole» di Federica Francesca Ricchiuto, edito da Musicaos Editore. L’autrice dialogherà con Michela Santoro (libreria Idrusa) e Luciano Pagano (scrittore e editore). Letture a cura di Elisa Maggio.
“Scrivere, scrivere, scrivere: la felicità più grande del mondo (…). Pagina dopo pagina, scrivere per trovare la voce.” . Con questa citazione di Virginia Woolf, inserita già nelle prime pagine del romanzo, l’autrice Federica F. Ricchiuto presenta al lettore uno dei nuclei fondamentali del suo volume: l’essenza delle parole.
Le parole e il loro potenziale, le parole come strumento di salvezza personale e di pace interiore, ma anche come arma di difesa e di attacco nei confronti della realtà circostante, troppo spesso crudele e corrotta.
«Il sortilegio delle parole» è un viaggio, anzi è un vero e proprio sentiero impervio, come quello al centro della vicenda narrata; un sentiero di “foglie bagnate, terra intrisa. Marcio, dolce, agro, acido” difficile da attraversare e che porta anche il visitatore più inconsapevole a scoprire le varie facce della stessa medaglia, attraverso la narrazione delle stesse vicende ma da punti di vista differenti.
Il romanzo si sviluppa attraverso una rete di voci che, con l’avanzare delle pagine, si scioglie progressivamente, rivelando una verità amara, estremamente sincera.
L’autrice apre una finestra sulle vite dei personaggi e ci permette di guardarci dentro, smascherando il modo di pensare di un paesino all’apparenza comune, che potrebbe essere il paesino di ciascuno di noi, con le sue convinzioni, i suoi pregiudizi e i suoi segreti.
La presenza delle espressioni dialettali rende la narrazione ancora più aderente alla realtà e ancora più immersiva per chi legge, facendo sentire il lettore parte della storia stessa.
Speranza, coraggio, verità, determinazione, solidarietà; le pagine di «Il sortilegio delle parole» gridano questi valori, e lo fanno grazie alle voci di una donna e di un giornalista e attraverso le piccole cose di ogni giorno.
«Il sortilegio delle parole» è costruito attraverso la voce interiore dei personaggi, chi legge viene accompagnato nel qui-e-ora del loro mondo, seguendo il flusso di pensieri che aprono una feritoia attraverso cui lanciare uno sguardo profondo ma fugace. Le voci del romanzo parlano una volta sola e sono tenute insieme da una rete di collegamenti, rimandi, relazioni causali, che emergono portandoci a vivere le stesse situazioni da prospettive diverse. I personaggi si avvicendano su un palcoscenico destrutturato, dove lo schema della rappresentazione è sconvolto.
Le voci oscure e spietate dei criminali, quelle ciniche o pavide dei corrotti, dei complici, quelle disperate delle vittime; e quelle di chi resiste, di chi cerca di opporsi e di chi lo fa inconsapevolmente, le voci degli ultimi, quelle più luminose.
Due voci ritornano: la donna che corre e il giornalista; attraverso esse si sviluppa la trama tessuta a maglie larghe, tenendo insieme questo microcosmo.
«Il sortilegio delle parole» è un romanzo, anzi, non lo è. È un grido di dolore, un canto di battaglia, di muta resistenza, è un cinico dissezionare. È un atto di denuncia. È un predicatore che sbraita sulla piazza del paese.
«Il sortilegio delle parole» è un atto di speranza.
Federica Francesca Ricchiuto è nata e vive a Specchia, nel Salento. Insegna lingue e letterature straniere, è impegnata in politica con un’attenzione ai temi della legalità, della giustizia sociale e dei diritti umani.
Il racconto «Pietra dura» contenuto in questo romanzo in una versione rieditata ha vinto il «Premio Letterario Clepsamia 2021» e il «Premio Letterario Di Pari Passo».