A Milano arrestato l’uomo misterioso che terrorizzava le donne a Porta Venezia: calci e spintoni a 7 scelte ‘a caso’ negli ultimi mesi, era stato già fotosegnalato 43 volte
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È a San Vittore il 23enne diventato l’incubo delle donne che transitavano nella zona di Porta Venezia, a Milano, anche in sella a biciclette, mentre erano intente a rincasare o a raggiungere il posto di lavoro. L’uomo è accusato di sette aggressioni tra il 13 agosto e il 5 ottobre, di cui quattro compiute nello stesso giorno nel giro di mezz’ora. Ne dà notizia la Questura ricordando che l’uomo spintonava o colpiva improvvisamente al capo o alle gambe le sue vittime senza alcun motivo.
Il 23enne ha precedenti per reati contro il patrimonio come furti e rapine. I residenti e i lavoratori della zona percorrevano ormai strade alternative per evitare di incontrarlo.
CHI È ABOUBACAR SEKE
Aboubacar Seke, di nazionalità senegalese, è agli arresti quindi per lesioni aggravate e continuate: vittime privilegiate della sua furia erano essenzialmente donne e le aggressioni si ripetevano con lo stesso schema: l’uomo sceglieva come sue vittime donne sole, scelte a caso tra i passanti. Poi su di loro si accaniva con spintoni e calci. Si muoveva tra corso Buenos Aires, Stazione Centrale e Porta Venezia. Aveva molti alias ed era stato fotosegnalato 43 volte tra Roma e Milano perché girava senza documenti, nonostante godesse dello status di rifugiato con permesso di cinque anni.
Il picchiatore seriale era arrivato a Milano lo scorso luglio, dove abitava per strada e ha di fatto agito indiscriminatamente per tre mesi senza che nessuno sia riuscito a risalire precisamente a lui e a fermarlo.
LO SBARCO A LAMPEDUSA, RIFUGIATO PERCHÈ BISESSUALE, L’ARRESTO A ROMA
Era sbarcato nel 2017 a Lampedusa, ancora minorenne, presentando richiesta di protezione internazionale. Dopo esser passato per Roma, dove ha collezionato denunce per percosse, minacce e porto abusivo di oggetti atti a offendere, il 23enne era stato trasferito al cpr di Ponte Galeria. Un giudice di pace aveva però annullato il provvedimento, ritenendo che non fosse pericoloso socialmente. Poco dopo Aboubacar Seke ha presentato domanda e ottenuto lo status di rifugiato per cinque anni, dichiarandosi bisessuale. A luglio 2025 è stato poi arrestato per aver aggredito, davanti a stazione Termini, un negoziante bengalese.
LE AGGRESSIONI A MILANO, IL MODUS OPERANDI
Da lì si è poi trasferito a Milano dove si è trasformato nel misterioso picchiatore seriale di Porta Venezia: dal 13 agosto al 5 ottobre sette donne si sono rivolte al commissariato Garibaldi Venezia per denunciare le aggressioni subite. La prima è una 28enne che se ‘la cava’ con una prognosi di 7 giorni. La seconda vittima in ordine di tempo, una donna di 68 anni, ha subito un attacco brutale pagando con 60 giorni di prognosi per un ematoma e un gonfiore che si sono riassorbiti con difficoltà. Era stata colpita a calci alle gambe in via Boscovich perché stava recuperando la sua auto, parcheggiata vicino al luogo dove lui stava dormendo. L’indomani Aboubacar Seke prosegue il suo corso, prendendo di mira una 59enne: la spinge a terra e la colpisce con un calcio in testa, procurandole un trauma cranico.
IL GIORNO DELL’APICE DELLA VIOLENZA
Il 5 ottobre è il giorno i cui dà sfogo a tutta la sua rabbia: si susseguono quattro aggressioni nell’arco di poco più di mezz’ora, tra le 23 e le 23.30. Prima colpisce una 41enne (10 giorni di prognosi), poi una 24enne (5 giorni), e ancora una 25enne (5 giorni), infine rompe il naso a una 32enne (15 giorni di prognosi).
Le vittime lo descrivono agli agenti tutte allo stesso modo: un centroafricano, alto e con lunghe treccine schiarite. Le immagini delle telecamere lo riprendono vicino ai punti dove si sono verificate le aggressioni, ma mai durante gli episodi di violenza. Finché nei giorni scorsi viene finalmente individuato e arrestato.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)