HONOR e il trio AUCH lanciano “Batteriopatia”: l’ironia come leva creativa contro l’ansia da batteria. Una campagna che trasforma un insight universale in contenuto pop, tra musica, creator e cultura social
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HONOR sceglie il linguaggio dell’intrattenimento digitale per raccontare un’emozione comune a milioni di utenti: la paura di restare senza carica proprio nei momenti più importanti.
Nasce così “Batteriopatia”, progetto creativo realizzato insieme al trio musicale AUCH – Andrea Pisani, Tommaso Cassissa e Gabriele Boscaino – per il lancio del nuovo HONOR 400 Smart.
La canzone originale“Batteriopatia” mette in scena, con ironia e ritmo, uno degli insight più riconoscibili dell’era digitale: l’ansia da batteria scarica. Una sensazione trasversale che HONOR ha scelto di trasformare in racconto pop, con l’obiettivo di posizionare 400 Smart come antidoto concreto a questa ansia quotidiana, grazie alla sua autonomia avanzata e alle tecnologie di ricarica rapida.
Il contenuto, pubblicato su Instagram, TikTok e YouTube, diventa asset strategico non solo per intrattenere, ma per attivare conversazioni spontanee su piattaforme native. Il format, volutamente ironico e leggero, permette al brand di uscire dai classici linguaggi promozionali per inserirsi in uno spazio culturale, quello dei creator e del meme, dove l’engagement vive di identificazione e autoironia
La campagna non si esaurisce nel contenuto hero degli AUCH: oltre 30 creator e TikToker, selezionati tra le nuove voci della scena digitale italiana, amplificheranno“Batteriopatia” con interpretazioni, sketch e variazioni sul tema, generando una vera e propria propagazione organica del concept. Un approccio che parte dal contenuto ideato dal brand e vive grazie alle reinterpretazioni dei creator, aumentando memorabilità e diffusione tra Gen Z e young millennial.
Con questo progetto, HONOR conferma una strategia che va oltre la tecnologia: raccontare il prodotto partendo dalle emozioni che definiscono la relazione tra persone e smartphone. HONOR 400 Smart diventa così il device che “toglie l’ansia” invece di generarla, entrando nel quotidiano non con promesse tecniche, ma con un punto di vista culturale.