Il trattamento con rocatinlimab in associazione ai corticosteroidi topici ha migliorato la dermatite atopica, determinando un miglioramento dei sintomi della malattia
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Il trattamento con rocatinlimab in associazione ai corticosteroidi topici ha migliorato la dermatite atopica, determinando un miglioramento dei sintomi della malattia in pazienti che avevano mostrato una risposta insufficiente alle sole terapie topiche, secondo quanto emerso da uno studio presentato al congresso 2025 della European Academy of Dermatology and Venereology (EADV).
«Rocatinlimab (sviluppato congiuntamente da Amgen e Kyowa Kirin) è un anticorpo monoclonale umano sperimentale che agisce bloccando il recettore OX40, localizzato sui linfociti T attivati e responsabile dell’amplificazione della risposta immunitaria» ha spiegato il relatore Eric Simpson, professore di Dermatologia Medica presso la Oregon Health & Science University School of Medicine. «Sappiamo che i linfociti T attivati tramite OX40 sono sovraespressi nella dermatite atopica, quindi l’ipotesi è che bloccando questo pathway si possa ridurre la proliferazione di queste cellule e indurre una risposta antinfiammatoria»
Il recettore OX40 svolge un ruolo cruciale nella fisiopatologia della dermatite atopica, soprattutto nelle forme da moderata a grave. Si tratta di una molecola di co-stimolazione espressa sulle cellule T attivate, che amplifica la risposta immunitaria e contribuisce all’infiammazione cronica tipica della malattia. Nella dermatite atopica, le cellule T effettrici che esprimono OX40 sono sovraregolate e presenti in quantità elevata nelle lesioni cutanee. Questo squilibrio immunitario favorisce la persistenza dell’infiammazione, il prurito intenso e le riacutizzazioni imprevedibili. Bloccando il recettore OX40, è possibile interrompere il ciclo di attivazione delle cellule T, ridurre la proliferazione delle cellule patogene e promuovere un riequilibrio immunologico.
I dati degli studi clinici, tra cui il programma globale ROCKET e lo studio di fase III IGNITE, hanno mostrato che rocatinlimab può migliorare significativamente i sintomi della dermatite atopica, inclusi prurito e dolore cutaneo, con un profilo di sicurezza favorevole. Il farmaco ha raggiunto gli endpoint primari e secondari, dimostrando efficacia progressiva nel tempo e aprendo la strada a una nuova classe di terapie mirate al riequilibrio delle cellule T. OX40 è inoltre oggetto di studio in altre patologie immuno-mediate, come l’asma grave e la prurigo nodularis, dove lo squilibrio delle cellule T gioca un ruolo centrale.
Valutazione di rocatinlimab in combinazione con TCS/TCI
Nello studio di fase III ROCKET-SHUTTLE, parte del più ampio programma globale ROCKET, i ricercatori hanno valutato l’uso di rocatinlimab in combinazione con corticosteroidi topici e/o inibitori topici della calcineurina (TCS/TCI) per il trattamento della dermatite atopica in pazienti che avevano mostrato una risposta inadeguata alla sola terapia topica con TCS/TCI.
Lo studio ha randomizzato 746 adulti con dermatite atopica (età media 38,2 anni, 40,6% donne) a ricevere rocatinlimab 300 mg (n = 287), 150 mg (n = 229) o placebo (n = 230) ogni 4 settimane, con una dose di carico alla settimana 2, per un totale di 24 settimane. Al giorno 1, ogni partecipante ha ricevuto terapia concomitante con TCS/TCI, successivamente ridotta nel corso dello studio in base alla risposta clinica individuale.
Il campione era etnicamente diversificato (31,5% asiatici, 7,6% ispanici e 6,4% afroamericani) e quasi il 60% dei partecipanti aveva già ricevuto terapie sistemiche per la dermatite atopica, con il 25% trattato con terapie sistemiche avanzate.
Raggiunti gli endpoint primari di riduzione della gravità della malattia
I risultati hanno mostrato che entrambi i bracci con rocatinlimab hanno raggiunto gli endpoint co-primari, ovvero una riduzione di almeno il 75% rispetto al basale nel punteggio dell’Eczema Area and Severity Index (EASI 75, 52,3% nel gruppo 300 mg e 54,1% nel gruppo 150 mg va 23,5% nel gruppo placebo; P<0,001) e un punteggio di 0/1 (pelle libera o quasi libera da lesioni) nel validated Investigator Global Assessment for Atopic Dermatitis (vIGA-AD, 26,1% nel gruppo 300 mg e 25,8% nel gruppo 150 mg vs 12,2% nel gruppo placebo; P<0,001) alla settimana 24.
Rocatinlimab ha inoltre raggiunto gli endpoint secondari chiave, tra cui un miglioramento di circa il 50% nel prurito e nel dolore cutaneo correlato alla dermatite atopica.
Il trattamento ha mostrato un’efficacia progressiva fino alla settimana 24 per gli endpoint co-primari. «L’efficacia progressiva potrebbe riflettere il suo meccanismo d’azione proposto come terapia di riequilibrio dei linfociti T» ha commentato Simpson. «Il trial in corso ROCKET-ASCEND ci dirà se il trattamento a lungo termine potrà consentire risposte più profonde o addirittura periodi di sospensione del farmaco».
Nel complesso si sono verificati eventi avversi emergenti dal trattamento nel 71,5% dei partecipanti nei gruppi rocatinlimab e nel 67,2% nel gruppo placebo. Effetti collaterali gravi si sono verificati nel 3,1% dei pazienti trattati con 300 mg di rocatinlimab e nel 4,4% di quelli trattati con 150 mg, rispetto allo 0,9% nel gruppo placebo. Sette partecipanti hanno interrotto il farmaco in studio e uno ha interrotto il placebo.
Referenze
Simpson EL et al. Abstract #LBA-78. Presented at the European Academy of Dermatology and Venereology Congress; Sept. 17-20, 2025; Paris.