Dermatite atopica: lebrikizumab efficace e sicuro anche nella real life


Nei pazienti affetti da dermatite atopica da moderata a grave, il trattamento con lebrikizumab nella pratica clinica reale conferma gli elevati livelli di efficacia e il favorevole profilo di sicurezza

Negli adulti affetti da dermatite atopica da moderata a grave l'anticorpo monoclonale sperimentale amlitelimab ha migliorato significativamente i segni e i sintomi della malattia

Nei pazienti affetti da dermatite atopica da moderata a grave, il trattamento con lebrikizumab nella pratica clinica reale conferma gli elevati livelli di efficacia e il favorevole profilo di sicurezza già osservati negli studi clinici controllati. I risultati di due analisi ad interim dello studio osservazionale AD-LIFE condotto nel mondo reale sono stati presentati al congresso 2025 della European Academy of Dermatology and Venereology (EADV).

Lebrikizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato che si lega selettivamente all’interleuchina (IL)-13 con elevata affinità e un lento tasso di dissociazione, impedendo la formazione del complesso recettoriale IL-13Rα1/IL-4Rα e bloccando la cascata di segnalazione intracellulare a valle. A differenza di altri immunomodulatori, lebrikizumab non interferisce con la IL-4 né con altri pathway immunitari non direttamente coinvolti nella patogenesi della dermatite atopica, evitando così un’immunosoppressione sistemica più estesa.

L’efficacia e la sicurezza del farmaco nel trattamento della dermatite atopica da moderata a grave sono state ampiamente documentate nel corso del suo programma di sviluppo clinico. Tuttavia, ad oggi, le evidenze provenienti dalla pratica clinica quotidiana restano limitate.

Lo studio AD-LIFE di real world
L’obiettivo dell’analisi presentata al congresso è stato quello di riportare i dati ad interim relativi all’efficacia e alla sicurezza di lebrikizumab nello studio AD-LIFE, in aperto, prospettico, multicentrico e osservazionale, condotto in Germania, volto a valutare il controllo della dermatite atopica dopo 52 settimane di trattamento.

I criteri di eleggibilità includevano pazienti adulti di età pari o superiore a 18 anni, affetti da dermatite atopica da moderata a grave e candidati alla terapia sistemica. I ricercatori hanno analizzato la variazione percentuale rispetto al basale del punteggio EASI (Eczema Area and Severity Index) fino alla settimana 16, la percentuale di pazienti che hanno ottenuto una riduzione di almeno il 50/75/90% del punteggio EASI rispetto al basale (EASI 50/75/90), la proporzione di pazienti che ha raggiunto un punteggio pari a 0 o 1 (pelle libera o quasi libera da lesioni) nell’Investigator’s Global Assessment (IGA) alla settimana 16, la variazione percentuale del punteggio numerico del prurito massimo (peak-pruritus NRS) e la percentuale di pazienti con un miglioramento di almeno 4 punti rispetto al basale nella scala del prurito alle settimane 4 e 16.

Efficacia e sicurezza nella pratica clinica reale confermano i dati dei trial clinici 
Dopo 4 e 16 settimane di trattamento con lebrikizumab somministrato ogni due settimane, il punteggio EASI si è ridotto rispettivamente del 53,8% e del 70,1% (p<0,0001). Alla settimana 16, l’85,9% dei pazienti ha raggiunto la risposta EASI 50, il 63,0% la risposta EASI 75, il 32,6% la risposta EASI 90 e il 31,9% ha ottenuto un punteggio IGA pari a 0 o 1.

L’impiego di corticosteroidi topici è diminuito nel corso dello studio, con il 48% dei pazienti che ne faceva uso al basale in confronto al 26% alla settimana 16, con una riduzione anche della potenza degli steroidi impiegati.

Il prurito ha mostrato una riduzione del 44,0% alla settimana 4 e del 52,5% alla settimana 16 (p<0,0001), mentre un miglioramento di almeno 4 punti nella scala NRS è stato raggiunto dal 48,9% dei pazienti alla settimana 4 e dal 60,5% alla settimana 16.

Gli eventi avversi registrati sono risultati coerenti con quelli osservati negli studi clinici precedenti, senza l’emergere di nuovi segnali di sicurezza.

«Questi risultati ad interim dimostrano che lebrikizumab garantisce un’elevata efficacia, con miglioramenti significativi dei segni e dei sintomi della dermatite atopica già entro le prime quattro settimane di trattamento, associati a un profilo di sicurezza favorevole» hanno concluso gli autori. «I dati suggeriscono che l’efficacia osservata negli studi clinici randomizzati si traduce efficacemente nella pratica clinica quotidiana, anche in una popolazione composta da pazienti con comorbilità e precedentemente trattati con terapie sistemiche avanzate».

Valutazione del miglioramento della qualità della vita 
Oltre a confermare l’efficacia e la sicurezza, il trattamento con lebrikizumab ha prodotto miglioramenti clinicamente significativi nella qualità della vita correlata alla salute (HRQoL) e nella salute mentale dei pazienti con dermatite atopica da moderata a grave, come evidenziato negli studi randomizzati.

Una seconda analisi presentata al congresso ha illustrato i risultati ad interim relativi agli esiti riferiti dai pazienti (PROs) e ai dati di sicurezza dello studio AD-LIFE nel mondo reale. I ricercatori hanno valutato la variazione percentuale rispetto al basale dell’indice DLQI (Dermatology Life Quality Index), la percentuale di pazienti con DLQI ≤5 e con punteggio DLQI pari a 0/1, indicativo di impatto nullo o minimo della malattia sulla qualità della vita.

È stata inoltre analizzata la variazione del punteggio POEM (Patient-Oriented Eczema Measure), uno strumento composto da sette domande che valutano la frequenza dei sintomi negli ultimi sette giorni, tra cui prurito, disturbi del sonno, sanguinamento, trasudazione, screpolature, desquamazione e secchezza cutanea. È stata misurata la percentuale di pazienti con un miglioramento ≥4 punti nel POEM rispetto al basale, la variazione percentuale della scala di perdita di sonno (Sleep-Loss Scale) e la percentuale di pazienti con un miglioramento di almeno 1 punto nella perdita di sonno alla settimana 16.

Lebrikizumab migliora gli esiti riferiti dai pazienti 
Alla settimana 16 il punteggio DLQI si è ridotto del 66,0% (p<0,0001), il 58,5% dei pazienti ha riportato un DLQI ≤5 e il 31,7% ha raggiunto un punteggio DLQI pari a 0/1.

Dopo 4 settimane, la perdita di sonno rispetto al basale è migliorata del 48,3%, con un ulteriore incremento fino al 53,1% (p<0,0001) alla settimana 16. Il 65,2% e il 71,6% dei pazienti ha mostrato un miglioramento di almeno 1 punto nella scala della perdita di sonno rispettivamente alle settimane 4 e 16.

Alla settimana 16 il punteggio medio POEM è stato ridotto del 50,0% (p<0,0001) e il 76,8% dei partecipanti ha riportato un miglioramento di almeno 4 punti rispetto al basale.

«Lebrikizumab ha dimostrato miglioramenti significativi negli esiti riferiti dai pazienti entro le prime 16 settimane di trattamento, mantenendo un profilo di sicurezza favorevole» hanno concluso gli autori. «Questi risultati rafforzano la fiducia nei benefici clinici del farmaco nel contesto del mondo reale, in una popolazione affetta da dermatite atopica con comorbilità e precedenti trattamenti sistemici avanzati».

Referenze

Lauffer F et al. Lebrikizumab provides high levels of effectiveness in patients with moderate-to-severe atopic dermatitis in routine practice: interim analysis of the non-interventional study AD-LIFE. P-2936.

Lauffer F et al. Patient reported outcomes in lebrikizumab treated patients with moderate-to-severe atopic dermatitis in a real-world-setting: interim analysis of the non-interventional study AD-LIFE. P-3457.