La truffa delle auto di lusso, la casa al mare, le minacce al cagnolino e ai genitori: chi è Gianluca Soncin, il killer di Pamela Genini. Davanti al pm è rimasto in silenzio nell’interrogatorio in ospedale
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Lei bellissima, di 23 anni più giovane, sempre sorridente e socievole con tutti. Lui schivo, abituato a vivere e lavorare nel lusso, da imprenditore nel settore auto. Gianluca Soncin, originario di Biella, con una residenza a Cervia, in Romagna è soprattutto un tipo violento, abituato a imporsi, a fare la voce grossa e suon di minacce. È quello che sta emergendo dalle testimonianze di amiche, familiari e vicini sulla relazione tossica di Pamela Genini, uccisa a 29 anni a Milano, e il suo assassino, il compagno 52enne che voleva lasciare.
AL PM SILENZIO E “NON RICORDO”
L’uomo è ora in stato di fermo per omicidio aggravato. La Procura gli attesta infatti l’aggravante degli atti persecutori e della premeditazione. Dopo aver ucciso Pamela con 24 coltellate, si è ferito tentando il suicidio ed ora si trova ricoverato al Niguarda, ma non in pericolo di vita. Davanti alla pm Alessia Menegazzo, che si è recata all’indomani del femminicidio in ospedale per interrogarlo, il 52enne è rimasto in silenzio, ha detto di ‘non ricordare’, non ha risposto alle domande.
LA RELAZIONE CON PAMELA: LEI NON RIUSCIVA A TRONCARE
Gianluca Soncin e Pamela si erano conosciuti un anno e mezzo fa e hanno iniziato a frequentarsi poco dopo. Ma la storia ormai era al capolinea, anche se la 29 enne non riusciva mai a chiuderla definitivamente. All’ex fidanzato, la persona che Pamela ha chiamato per chiedere aiuto poco prima di venire ammazzata, aveva confidato che Soncin era un uomo violento e che voleva troncare con lui, ma ne aveva paura.
AGLI ARRESTI NEL 2010 PER TRUFFA
Soncin sarebbe un imprenditore ma con un passato non limpido. Nel 2010 era stato coinvolto in un giro di società cartiere per evadere l’Iva su una serie di auto di lusso importate dalla Germania. Allora la Guardia di Finanza smantellò una presunta associazione a delinquere specializzata nell’importazione di centinaia di auto di lusso per un valore commerciale di circa 30 milioni di euro in totale evasione delle imposte. Tra gli undici finiti agli arresti, come disposto dell’ordinanza del Tribunale di Termini Imerese, figurava anche Soncin, all’epoca trentasettenne.
LE MINACCE AL CAGNOLINO
Tra gli episodi più inquietanti, la vacanza all’Elba della scorsa estate interrotta bruscamente con Pamela che decide di tornare a Milano dopo una lite furibonda, forse innescata dalla gelosia, e le minaccia di Soncin di uccidere il cagnolino di lei. Mentre sei mesi fa, come racconta una vicina, la polizia era intervenuta sempre a casa della donna per violenza, ma non aveva mai voluto denunciare il compagno.
LA PRIGIONE DORATA A CERVIA, IL RITORNO A MILANO, LA FUGA DAI GENITORI
Stando a quanto emerso finora dagli accertamenti degli inquirenti, i due poco dopo che si erano conosciuti sono andati a vivere insieme nella casa di Soncin a Cervia. Già nei primi mesi, secondo le testimonianze raccolte dagli investigatori, l’uomo ha iniziato a imporre la sua volontà sulla giovane, imponendole di non lavorare e di non frequentare altre persone. Le garantiva in sostanza di vivere in una sorta di prigione, anche se dorata, visto le ampie disponibilità economiche dell’uomo.
Nella primavera del 2025 Pamela aveva deciso di tornare a Milano e di trasferirsi nella palazzina dove è stata uccisa. Lui aveva cercato in tutti i modi di spostare la residenza insieme a lei, per continuare la relazione e controllarla, ma lei aveva deciso di lasciarlo.
Per un certo periodo, per tentare di allontanarsi da lui, Pamela era tornata momentaneamente a casa dei genitori, in provincia di Bergamo. A quel punto il 52 enne avrebbe minacciato di more anche loro, spingendo la donna a tornare a Milano. Una decisione che si è rivelata fatale.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)