Artrite psoriasica, l’assenza di progressione radiografica con secukinumab a 2 anni si associa a migliori outcome clinici
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I pazienti con artrite psoriasica (PsA) senza progressione radiografica dopo 2 anni di trattamento con secukinumab hanno ottenuto risultati migliori in termini di stati di ridotta attività di malattia (LDA) alla settimana 104 rispetto ai pazienti con progressione radiografica. Queste le conclusioni di un’analisi post-hoc dei dati dello studio FUTURE-5 sull’impiego di secukinumab nel trattamento della PsA, pubblicata sulla rivista Rheumatology.
Razionale e obiettivi dello studio
Come è noto, la PsA è una malattia infiammatoria cronica e progressiva caratterizzata da sintomi come dattilite, entesiti, manifestazioni assiali, artrite, psoriasi e psoriasi ungueale. L’infiammazione articolare non controllata può causare danni strutturali permanenti (erosioni ossee, restringimento dello spazio articolare, osteoproliferazione) con conseguente perdita di funzionalità e riduzione della qualità di vita (QoL).
Per questo, l’obiettivo terapeutico principale è prevenire il danno strutturale.
I DMARD convenzionali, come il metotrexato, sono ampiamente utilizzati ma con evidenze limitate sull’inibizione della progressione radiografica. Al contrario, diversi farmaci biologici hanno dimostrato efficacia in questo senso.
Secukinumab, inibitore selettivo di IL-17A, ha mostrato benefici clinici significativi nello studio di fase 3 FUTURE 5, migliorando i sintomi e riducendo o prevenendo la progressione radiografica fino a 104 settimane. Questa analisi post hoc si è proposta di valutare la relazione tra progressione radiografica e raggiungimento di bassa attività di malattia o remissione, identificando fattori demografici e clinici associati.
Disegno dello studio e risultati principali
Questa analisi post hoc ha incluso i dati di pazienti con PsA attiva arruolati nello studio di fase 3 FUTURE 5. I pazienti sono stati raggruppati in base al trattamento ricevuto alla Settimana 104 (secukinumab 300 mg con dose di carico [LD], secukinumab 150 mg con LD o secukinumab 150 mg senza LD) e allo stato di progressione radiografica.
La progressione radiografica è stata definita come variazione dal basale alla Settimana 104 del punteggio van der Heijde modificato Total Sharp Score >0,5.
L’efficacia è stata valutata in termini di raggiungimento di minima attività di malattia (MDA), attività di malattia molto bassa (VLDA) e bassa attività di malattia o remissione secondo l’indice DAPSA. Le caratteristiche demografiche e cliniche associate alla progressione radiografica alla Settimana 104 sono state identificate mediante analisi di regressione logistica.
Dei 541 pazienti inclusi, 457 (84,5%) non erano in progressione radiografica di malattia a differenza dei rimanenti 84 (15,5%).
Dall’analisi dei dati è emerso che una proporzione maggiore di pazienti che non erano in progressione radiografica di malattia ha raggiunto la MDA, la VLDA e la LDA o remissione DAPSA alla Settimana 104 rispetto ai pazienti in progressione radiografica di malattia.
La progressione radiografica alla Settimana 104 è risultata associata a maggiore età e a livelli basali più elevati di proteina C-reattiva ad alta sensibilità (CRP-hs), mentre l’assenza di progressione radiografica è risultata associata al trattamento con secukinumab 300 mg (vs 150 mg senza LD), all’assenza di un’esposizione pregressa a farmaci inibitori del TNF e ad un BMI più basso.
Implicazioni dello studio
Questa analisi post hoc ha evidenziato che i pazienti con PsA senza progressione radiografica di malattia avevano maggiori probabilità di raggiungere MDA, VLDA, DAPSA LDA e remissione rispetto ai progressori, con differenze più marcate nel braccio secukinumab 300 mg rispetto ai 150 mg.
I fattori associati a progressione radiografica erano rappresentati dall’età più avanzata e da livelli basali elevati di hsCRP, indicativi di maggiore infiammazione sistemica.
Al contrario, l’assenza di progressione radiografica risultava correlata al dosaggio più elevato di secukinumab (300 mg), ad un BMI più basso e all’assenza di esposizione pregressa a inibitori del TNF.
Questi risultati sono in linea con altri trial su farmaci biologici (TNFi, IL-23i), che confermano il legame tra la minore attività di malattia e l’assenza di progressione radiografica.
In conclusione, la riduzione della progressione radiografica con secukinumab si associa a migliori outcome clinici e funzionali, rafforzando l’importanza di un trattamento precoce e mirato nel prevenire il danno strutturale, migliorare la qualità di vita e gli outcome a lungo termine nei pazienti con PsA.
Bibliografia
Mease PJ et al. Relationship of radiographic progression status to low disease activity in patients with psoriatic arthritis receiving secukinumab treatment for two years. Rheumatology (Oxford). 2025 Sep 18:keaf488. doi: 10.1093/rheumatology/keaf488. Epub ahead of print. PMID: 40973471.
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